Speciale

Questo è degrado: gli alloggi vuoti da 6 anni di Via Azzo Gardino 14

Mentre continuano gli sfratti e si aggrava l’emergenza abitativa, numerosi appartamenti di propietà comunale restano vuoti, a cominciare da quelli di via Azzo Gardino, ristrutturati ma mai assegnati da sei anni.

23 Novembre 2009 - 17:36

Via Azzo gardino 14Di fronte all’aumento degli sfratti, a una emergenza abitativa che nella città di Bologna cresce ogni giorno di più, quella che andiamo a raccontare è una storia che ha dell’incredibile. Si tratta di otto appartamenti di proprietà comunale, situati nell’area dell’ex manifattura Tabacchi, ristrutturati insieme ad altri all’inizio del 2000 e vuoti dal 2003.
Nel frattempo, sono transitati 4 assessori alla casa (Carlo Monaco – giunta Guazzaloca, Antonio Amorosi – giunta Cofferati, Virgilio Merola – giunta Cofferati, Milena Naldi – giunta Delbono), nessuno di loro ce l’ha fatta, fino ad ora, ad assegnare questi alloggi. Ma non solo, non ce l’hanno nemmeno ad aprire quella porta di via Azzo Gardino 14 e capire perché quelle case devono rimanere vuote.

QUESTA È UNA CRONOLOGIA CHE HA DELL’INCREDIBILE.

Il 31 maggio 2008 il Coordinamento degli spazi sociali bolognesi fa una iniziativa di denuncia in via Azzo Gardino 14 dove esiste un “immobile fantasma”.

Fantasma perché: in via Azzo Gardino sono ben visibili i numeri civici 12 e 16; e tra loro esiste una palazzina di proprietà comunale, completamente ristrutturata e con le finestre chiuse, su cui non esiste alcuna traccia del numero civico.

La palazzina è composta da otto appartamenti, è stata ristrutturata da diversi anni, almeno cinque, e risulta completamente disabitata.

A questo punto, i consiglieri comunali dell’Altra Sinistra svolgono una verifica amministrativa: negli archivi del protocollo del Comune non pare esistere nessun tipo di intervento, né destinazione d’uso, né assegnazione, a quel numero civico.

Il 9 giugno 2008, durante una seduta di Question Time, a una domanda di attualità presentata dal consigliere Valerio Monteventi viene letta una risposta scritta dall’Assessore Zamboni in cui si fa riferimento alla “Complessiva ristrutturazione del complesso “Il Castellaccio”. Il numero civico 14 è al piano terra destinato ai servizi per la residenza, cioè pubblici esercizi ed attività commerciali, realizzato al grezzo perché non è previsto il completamento per questo tipo di opere. Il settore patrimonio sta predisponendo una serie di bandi per individuare i gestori a cui conferire anche l’onere dei completamenti. L’intervento non è completato perché nel 2004 si è proceduto alla risoluzione del contratto con l’impresa esecutrice per inadempimenti, l’impresa ha chiamato il Comune in giudizio, conclusosi nel 2007 con una transazione, a seguito della quale il Comune ha potuto escutere la polizza fidejussoria di 70.000 euro. Si è pertanto proceduto alla redazione di un progetto di completamento che prevede la realizzazione delle opere non finite e la manutenzione dovuta al fatto che l’edificio è vuoto da alcuni anni, tra cui la onerosa rimozione del guano dei piccioni. I lavori stanno per essere appaltati.”

In seguito a un’altra consultazione degli atti amministrativi, risulta però che il fronte Azzo Gardino dell’immobile denominato “Castellaccio” corrisponde ai numeri civici 37, 39, 57, 61.

Il 13 giugno 2008, l’Assessore Merola fa una dichiarazione all’agenzia DIRE che recita teststualmente: “Meno male che c’è Valerio Monteventi. E’ merito del consigliere comunale indipendente, nonché presidente della commissione Casa di Palazzo D’ Accursio, se l’attenzione è alta sul patrimonio di edilizia pubblica”. Merola ha voluto chiarire il caso degli otto appartamenti Erp fantasma in via Azzo Gardino 14, vuoti dal 2003: “Abbiamo già appaltato i lavori per il completamento della ristrutturazione – afferma Merola – e tra un mese saranno a disposizione”.

“Non c’è un motivo politico, ma di vertenza legale” dietro la mancata assegnazione di quegli alloggi, ha ribadito Merola. E l’ha fatto alla presenza non solo della stampa, ma dello stesso Monteventi. “Nel 2004, la ditta se n’è andata prima di completare l’opera – ricorda l’assessore – la causa si è chiusa l’anno scorso con la nostra vittoria. L’azienda ha dovuto versare i 79.000 euro necessari per finire i lavori che noi abbiamo utilizzato per l’appalto”.

Merola, guardando il consigliere no global, ha concluso: “la preoccupazione di Monteventi era fondata. Aveva ragione a porre il problema, perché era tutto bloccato”.

Bene, arriviamo al 25 ottobre 2008, consultando gli archivi del Protocolo comunale, non c’è nessun atto riguardante questi alloggi e questi alloggi risultano ancora vuoti. Nello stesso giorno, attivisti di Bologna città libera vanno in via Azzo Gardino 14 e fanno una “inaugurazione” simbolica dell’immobile, sperando che l’ulteriore sollecitazione produca qualche effetto. Niente di niente…

Nel mese di novembre, Monteventi porta davanti alla palazzina sfitta una troupe della RAI, la notizia viene data al TG3 regionale con ampio risalto, ma dalle parti di Palazzo d’Accursio hanno i tappi di cera nelle orecchie e due fette di patate davati agli occhi.

In campagna elettorale il tema della casa sembra appartenere ad un altro pianeta. Si insedia la nuova giunta, guidata dal sindaco Delbono, assessore alle politiche abitative viene nominata l’esperta di arte antica Milena Naldi. Ma del capitolo vecchio come il mondo dell’arte dell’abitare non sembra possedere tutte le nozioni necessarie per affrontare i problemi della mancanza di alloggi per le fasce più deboli della popolazione.

Certo, il problema è serio e difficile, non si può risolvere con la bacchetta magica, ma almeno far vedere che un po’ si è sensibili… Su su Milena cosa ti costava assegnare quegli otto appartamenti in via Azzo Gardino 14, così almeno dimostravi di essere più attenta dei tuoi predecessori. Niente di niente…

La prima delibera di Giunta che dava il via ai lavori di ristrutturazione degli alloggi di Via Azzo Gardino 14 era del 1999 (PG 11727). Oggi siamo nel 2009, sono passati 10 anni. Se per caso i nostri pubblici amministratori non sono capaci di fare i conti, per comprendere quanto tempo è passato, si facciano regalare per Natale un bel pallottoliere.