Un contributo dalla Comune di Urupia: sono molte le domande attorno al disseccamento degli olivi attribuito dalle istituizioni alla Xylella fastidiosa, ed è nato un movimento contro le eradicazioni.
Da alcuni anni ormai in alcune zone del Salento si è riscontrato il “Complesso del disseccamento rapido dell’olivo”. Certamente preoccupante, non è una novità dell’ultima ora, dato che ha iniziato a manifestarsi nel 2011, e non è nemmeno così diffuso come viene fatto credere (6 focolai su di un’area di oltre 8.000 ettari). Questa sintomatologia è stata definita “complesso” perché i ricercatori sospettano che sia l’esito dell’azione di più organismi. Le piante colpite presentano: disseccamenti estesi della chioma che interessavano rami isolati, intere branche e/o l’intera pianta; imbrunimenti interni del legno a diversi livelli dei rami più giovani, delle branche e del fusto; foglie parzialmente disseccate nella parte apicale e/o marginale.
Bisogna sottolineare che da decenni la coltura dell’olivo si è intensificata e industrializzata e sono stati introdotti in misura sempre maggiore diserbanti, pesticidi e fitofarmaci. Anche gli innumerevoli piccoli proprietari di particelle ne sono divenuti utilizzatori disinvolti; alcuni producono olio sostanzialmente per autoconsumo, altri rivendono le olive scopate da terra per la produzione di olio lampante: da un lato il basso prezzo imposto per la vendita dell’olio di oliva non permette di ripagare i costi della raccolta dall’albero, dall’altro l’abbandono delle campagne dove non vi è un ricambio generazionale produce la perdita di saperi tradizionali e la mancanza di cura costante delle coltivazioni.
Stiamo assistendo ad un generale impoverimento ed inaridimento della terra, affiancato ad un percepibile cambiamento del clima contraddistinto dall’aumento della piovosità, e quindi dell’umidità complessiva.
Attualmente nelle zone colpite dal CODIRO risultano attivi contemporaneamente diversi agenti patogeni: il batterio Xylella fastidiosa, diverse specie di funghi tracheomicotici appartenenti ai generi Phaeoacremonium e Phaemoniella e l’insetto comunemente chiamato rodilegno giallo (Zeuzera pyrina). La loro azione è quella di ostruire i vasi xilematici e quindi di non permettere l’afflusso della linfa proveniente dalle radici. Vi sono poi diversi insetti vettori del batterio, come la diffusissima cicalina, e circa 150 specie vegetali ospiti come oleandri, mandorli, rosmarino, portulaca e così via. Fin qui gli scienziati si trovano sostanzialmente d’accordo.
Ma torniamo un po’ indietro nel tempo: perché nel 2010 l’Istituto Agronomico Mediterraneo ha organizzato a Bari un corso di formazione sulle misure da adottare in caso di epidemia di Xylella fastidiosa, se questo batterio in Europa non era mai stato riscontrato?
E se è stata riscontrata la presenza diffusa di altri fattori patogeni, i funghi, perché si dà tutta la colpa del disseccamento a Xylella?
Perché le uniche ricerche in merito sono state commissionate all’Università di Bari (che si avvale delle analisi di un laboratorio privato), e non vengono accettate quelle dei ricercatori dell’Università di Foggia, o di altri istituti che si sono proposti?
Perché, grazie ai media, è stata dipinta l’intera Puglia come un luogo appestato, infetto e morente, da temere?
Perché i proprietari degli oliveti che subiscono le eradicazioni non possono vedere le analisi effettuate sui loro alberi? Perché i sostenitori degli abbattimenti non avvalorano le loro tesi pubblicando analisi e risultati? Stanno forse nascondendo qualcosa?
A fine aprile sono cominciate le eradicazioni degli oleandri; davvero vorranno procedere, questi terroristi, anche alla eradicazione di tutte le specie vegetali ospiti? E pure alla eliminazione chimica di tutti gli insetti vettori? Forse a qualcuno può far gola un deserto cementificabile… che a questo punto diverrebbe non solo fisico, ma anche economico e sociale.
Ci sono tanti altri interrogativi, numerosissime stranezze in questa storia, che vedono come protagonisti, più o meno dietro le quinte, i governanti della regione Puglia (Vendola, Stefano, …) in primis, di concerto con imprenditori e speculatori, e multinazionali dei veleni. Il fatto che la procura di Lecce stia indagando da un anno sul legame tra diffusione del batterio e operato di IAM, CNR, Università di Bari e Osservatorio Fitosanitario regionale la dice lunga.
Ancora un po’ di “storia”: a seguito delle misure fitosanitarie obbligatorie per il contenimento delle infezioni di Xylella fastidiosa lanciate dall’Ufficio Fitosanitario regionale, il 10 febbraio 2015 il Consiglio dei Ministri ha proclamato lo stato di emergenza e nominato Commissario straordinario Giuseppe Silletti, comandante del Corpo Forestale di Puglia. Dalla Ue sono stati stanziati 13,6 milioni di euro; ad oggi gli olivi abbattuti sono 7, a Oria (BR).
L’EPPO (Organizzazione Europea per la Protezione delle Piante) considera Xylella un organismo da quarantena, mentre i funghi non fanno scattare la quarantena, non rendono necessaria l’eradicazione e quindi non portano denaro. Qualche volta ci capita ingenuamente di pensare che sia questo il motivo dell’insistenza su Xylella come unica causa del disseccamento rapido….
Hanno provato a confonderci e provano tutt’ora a comprarci; niente di più banale quando ci sono di mezzo i soliti noti che si arricchiscono depauperando le risorse dei territori, impoverendo e ricattando chi ci vive.
Agricoltori sensibili e accorti nei confronti dei segnali che la natura manda si sono subito interessati a ciò che stava succedendo; molte delle informazioni che abbiamo derivano proprio dal loro assiduo lavoro.
E’ nato così, negli ultimi mesi, un variegato movimento di resistenza alla eradicazione degli ulivi, ritenuta inutile se non dannosa. Si sono formati presidi permanenti nelle zone focolaio, ci sono assemblee, comizi nelle piazze e si tengono work-shops per socializzare e diffondere le buone pratiche dell’agricoltura organica, naturale; sfortunatamente si sono affacciati ai presidi anche i fascisti di Casa Pound.
Non possiamo non rallegrarci della recentissima sentenza del TAR che ha accolto i ricorsi di 26 vivaisti e di aziende agricole biologiche contro le misure previste dal Piano del commissario straordinario, sospendendolo, il quale prevede l’irroramento degli oliveti con fitosanitari vietati in agricoltura biologica.
Lo ripetiamo: non ci sono certezze che sia il solo batterio Xylella, peraltro presente in bassissime percentuali (0,4%), a provocare questi disseccamenti, quindi l’operato delle Istituzioni, del commissario straordinario Silletti, dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, eccetera, non ha solide basi scientifiche.
Le prove reali, invece, che gli ulivi si possano curare in maniera naturale – non per moda, ma per rispetto e responsabilità – noi le abbiamo: gli ulivi coltivati con metodo biologico sono colpiti meno o nient’affatto, e gli ulivi malati si sono ripresi tramite l’azione disinfettante e protettiva di calce, rame e zolfo.
L’argomento è particolarmente ampio e non possiamo sperare di esaurirlo con queste poche righe. Per approfondirlo si può visitare il sito spazipopolari.blogspot.org.
I veri parassiti da debellare sono il commissario X-Silletti, e tutti coloro che hanno interessi in questa sporca faccenda; sono loro le vere infestanti che ci soffocano, e i vettori sono l’ignoranza, la delega e la disinformazione.
Linda da Urupia