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“Provvediamo al nostro futuro, la protesta non si arresta” [report+foto+audio]

Studenti medi in corteo contro riforma Gelimini e ddl Aprea. Al Provveditorato impedito l’ingresso: gli studenti hanno appeso uno striscione e lanciato uova contro la polizia. Il report di Zic e il comunicato del Cas.

12 Marzo 2010 - 14:48

Il Cas lo aveva annunciato già nei giorni scorsi: “Disseppelliamo l’ascia di guerra”. Gli studenti medi si sono quindi riuniti stamattina alle 9 all’incrocio fra via Righi e via Indipendenza, per protestare contro la Riforma Gelmini e il DDL Aprea, “armati” di piccole asce di carta e con una enorme ascia argentata che svettava in testa. Il percorso del corteo prevedeva un tragitto breve, che percorrendo via Righi si sarebbe arrestato davanti al Provveditorato di Largo Respighi, per metterlo “sotto assedio”. L’affluenza dei manifestanti è stata maggiore del previsto, al punto che il corteo ha deviato per via delle Belle Arti e via Zamboni. Passando all’incrocio con via Mascarella, i manifestanti si sono fermati e hanno richiesto un minuto di silenzio in onore di Francesco Lorusso, lo studente ucciso proprio in quella via l’11 marzo 1977.  Giunti davanti al Provveditorato bloccato da un cordone di carabinieri e polizia in assetto antisommossa, gli studenti hanno chiesto di incontrare il provveditore, senza una delegazione che facesse da intermediaria: o sarebbe sceso il provveditore per strada, o sarebbero saliti gli studenti negli uffici. Al diniego del provveditore d’incontrare i manifestanti, gli studenti sono rimasti fermi davanti all’entrata, bloccando la strada e rifiutandosi di spostarsi. Dopo una piccola trattativa con le forze dell’ordine, i ragazzi sono poi riusciti ad appendere all’entrata del provveditorato lo striscione che stava alla testa del corteo: “Provvediamo al nostro futuro. La protesta non si arresta”.  Quando il corteo è ripartito, dalla coda è partito un lancio di uova contro i cordoni della polizia:  “Ci hanno negato il dialogo”, spiega uno studente del Cas. Pronta la solita condanna della Cgil, che con qualche iscritto stava svolgendo un proprio presidio nella stessa zona. La manifestazione è proseguita riprendendo via Righi e concludendosi in piazza Maggiore.

Nel corso di una manifestazione colorata, gli studenti hanno espresso chiaramente e a gran voce, le paure che nutrono per il futuro della scuola pubblica. Paura di uno scuola-azienda, in cui il sapere diventa una merce di scambio, paura della perdita di qualità della scuola pubblica, paura del massiccio taglio che verrà effettuato sul personale docente e sulle risorse delle scuole, paura del tetto al 30% per gli studenti migranti, paura del licenziamento degli insegnanti, paura del futuro ingresso nel mondo del lavoro, che per gli studenti medi sembra fatto di sola precarietà.

> Ascolta l’intervista a Lorenzo  (Laura Bassi):

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> Guarda le foto:


> Il comunicato del Cas:

Oggi è stata una giornata importante per il movimento degli studenti medi: duemila studenti e studentesse hanno attraversato la città riportando nelle strade e nelle piazze un no secco a questa riforma, ancora una volta in totale autonomia e indipendenza da partiti e sindacati.

Abbiamo visto come le tribù degli studenti sono state pronte a dissotterrare l’ascia di guerra e a smascherare quei fortini che sono i provveditorati per difendere le nostre praterie: le nostre scuole occupate, autogestite, antifasciste, antirazziste e antisessiste.

Ancora una volta vediamo come i cow-boys della Gelmini sono difesi dalle truppe antisommossa di Maroni che militarizzano le nostre strade e hanno impedito la legittima espressione del dissenso sociale bloccandoci per lungo tempo davanti al provveditorato. Abbiamo rifiutato la forma delegativa per avere un colloquio con il provveditore perchè riteniamo fondamentale l’assunzione collettiva da parte di tutto il movimento dei momenti di piazza, della pratica degli obiettivi e della contestazione. Ancora una volta ci è stato impedito di manifestare il nostro dissenso collettivamente e quindi, preso atto della volontà del provveditore di non ascoltare il movimento e conseguentemente di voler lasciare applicare questa riforma, siamo ripartiti, mentre dal corteo volavano uova e palle di neve contro le forze dell’ordine, con la manifestazione non autorizzata che ha continuato a inondare la città fino a concludersi al Nettuno.

Prendiamo atto anche del fallimento del presidio sindacale (in regime di sciopero) che contemporaneamente si trovava sotto il provveditorato che non è riuscito ad esprimere che dieci (forse) delegati dimostrando di non avere nessuna presa reale nel movimento contro la riforma. Hanno continuato il corteo tantissime studentesse e studenti dimostrando tutta la forza del nostro percorso di autonomia e autorganizzazione.

E non è finita.. Il 26 prenderemo nuovamente parola, nella giornata nazionale sulla riappropriazione lanciata, come quella di oggi, dall’assemblea nazionale degli studenti medi.

Collettivo Autonomo Studentesco