Dopo i 26 mesi inflitti ad un primo imputato a dicembre, dai giudici nessuna condanna per altri due manifestanti. Dai Cobas, intanto, solidarietà all’Usb per i decreti penali relativi al corteo per Abd Elsalam.
Dopo le denunce e le accuse, per le proteste contro il caro-mensa ora arrivano le assoluzioni. Ne ha dato notizia su Facebook l’avvocato Marina Prosperi. Il processo riguardava gli incidenti scoppiati davanti alla mensa di piazza Puntoni lo scorso 3 novembre. Poche settimane dopo, un primo imputato (arrestato in piazza e poi sottoposto a divieto di dimora nel centro storico) era stato condannato a due anni e due mesi per resistenza e lesioni aggravate: la sua unica colpa, scrisse il Cua nell’occasione, era stata “quella di rivendicare i diritti degli studenti, lottando con generosità contro il caro-mensa e contro il folle dispositivo poliziesco messo in campo dall’università, nel tentativo di fermare le giuste battaglie di noi studenti e studentesse”. Ora, per altri due imputati è arrivata l’assoluzione. In base ai dettagli circolati sulla stampa, la Procura aveva chiesto un’assoluzione e una condanna a nove mesi. L’accusa era di resistenza a pubblico ufficiale. I giudici hanno deciso di assolverli entrambi, eliminando inoltre l’obbligo di firma che pendeva su uno dei due.
Dai Cobas del lavoro privato, intanto, arriva la solidarietà ai manifestanti dell’Usb condannati per il corteo cittadino che seguì la morte di Abd Elsalam durante un picchetto alla Gls di Piacenza: “Si vuole colpire il sindacato Usb e chi genera conflitto e lotte sindacali, per dare il segnale che la repressione in questo paese non è mai finita ed anzi continua con toni sempre più duri anche a seguito del decreto Minniti. Noi non ci stiamo, non rinunciamo alle nostre lotte sindacali per la difesa dei diritti di lavoratrici e lavoratori sempre più erosi, in particolare nei settori come la logistica che rappresenta la punta dell’iceberg della mancanza di legalità e rispetto dei diritti contrattuali, dove lo sfruttamento è altissimo e i datori di lavoro possono permettersi ogni nefandezza tanto sanno che la politica chiude tutti e due gli occhi, dove i controlli degli organi preposti sono largamente insufficienti , e soprattutto non si vuole fare una legge che obblighi alla trasparenza degli appalti e subappalti delle grandi aziende e delle multinazionali. Di nuovo ribadiamo la nostra solidarietà ai 9 militanti condannati e fin da ora siamo disponibili a partecipare a momenti di confronto per contrastare questa deriva autoritaria come invita Usb”.