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Proroga degli abbonamenti al trasporto pubblico? Per il Comune non si farà

Adl e Noi Restiamo contro Bonaccini che vuole impiegare nell’agricoltura chi percepisce reddito di cittadinanza. Usb denuncia Autogrill: “Viola dpcm”. Noi Restiamo e Asia su affitti: nuovo mailbombing verso Regione. Rent Strike attacca striscioni in via Serlio. Cua all’Università: “Di cosa abbiamo bisogno”. Le tavole di Elia: “Storia di una quarantena che dura da anni”.

18 Aprile 2020 - 19:54

Quattordici persone hanno perso la vita e sono state accertate 58 nuove positività al Coronavirus nel territorio metropolitano, dove il totale raggiunge i 3325 casi, 354 a Imola (+2). In Emilia-Romagna complessivamente i contagi sono 22.184 (+350), i decessi 2965 (+62), i pazienti ricoverati in terapia intensiva 296 (-13), 3402 quelli dichiarati guariti in quanto risultati negativi in due test consecutivi (+223). I casi nelle altre province: 3.299 a Piacenza (25 in più rispetto a ieri), 2.768 a Parma (43 in più), 4.217 a Reggio Emilia (127 in più), 3.340 a Modena (39 in più), 759 a Ferrara (15 in più), 921 a Ravenna (11 in più), 796 a Forlì (16 in più), 600 a Cesena (come ieri), 1.805 a Rimini (14 in più).

E’ notizia di questi giorni che la Regione Emilia-Romagna sta prendendo in considerazione la possibilità di risarcire gli abbonati al trasporto pubblico che non hanno potuto usare i mezzi durante il lockdown. Se però dalle parti della Regione si pensa a una misura come questa, lo stesso non si può dire per il Comune di Bologna, che per bocca dell’assessore alla Mobilità Mazzanti invece frena: “Non si è ritenuto al momento di prorogare gli abbonamenti, in quanto il servizio di trasporto pubblico, seppur in parte ridotto, continua ad essere funzionante e utilizzabile per gli spostamenti ammessi dal Dpcm”. Per l’assessore la proroga “non potrebbe essere a costo nullo per l’amministrazione, in quanto si dovrebbe necessariamente compensare per i mancati introiti la società Omnibus che gestisce i servizi di trasporto pubblico”.

Intanto Palazzo D’Accursio ha cominciato ad erogare i buoni spesa destinati ai nuclei familiari in difficoltà economica a causa dell’emergenza coronavirus. Al momento si parla di “oltre 550” voucher dematerializzati già inviati, mentre sono circa 11.000 le domande pervenute agli uffici, di cui 1.500 provenienti dal servizio sociale territoriale e le restanti 9.500 inviate autonomamente da soggetti i cui redditi hanno risentito negativamente dell’emergenza. Tra i richiedenti il bonus spesa infatti il 76% ha dichiarato di aver avuto meno di 780 euro di entrate nel mese di marzo.

Parlando di lavoro, sono invece queste le parole pronunciate alcuni giorni fa proprio dal presidente della Regione Bonaccini ad un convegno della Bologna Business School: “Essendo andati via per la gran parte i lavoratori stranieri, chi prende il Reddito di cittadinanza può cominciare ad andare a raccogliere la frutta e la verdura nei campi così restituisce un po’ quello che prende”. Dichiarazioni definite “incredibili” da Adl Cobas, che in un comunicato diffuso ieri accusa il vertice dell’ente regionale: “Bonaccini vergogna! Contro il #caporalato ed il Covid-19 servono garanzie di sicurezza, diritti e #reddito, non mandare le persone a lavorare senza tutele! L’attacco è diretto a quelle migliaia di persone in difficoltà economica che prima dell’emergenza e ora ancora di più non possono far altro che richiedere questa (seppur insufficiente) forma di sostegno al reddito. Lo schema è il solito: colpevolizzare i poveri, farli sentire in debito per la loro condizione e pretendere per questo che siano disponibili a sottoporsi a qualsiasi forma di sfruttamento. Perché molto spesso di questo si parla, soprattutto quando si ha a che fare del lavoro dei campi. Basti pensare che solo ieri sono stati eseguiti quattro arresti per caporalato agricolo nella provincia di Forlì! La stessa Giunta regionale riconosce che anche nella nostra Regione ‘molti braccianti vivono in condizioni igieniche precarie, senza acqua corrente, cibo scarso (…) rischiando di ammalarsi e di contribuire al rischio di contagi nei luoghi, spesso ghetti’. Eppure evidentemente per Bonaccini la priorità non è assicurare condizioni di sicurezza sul lavoro e garantire salario dignitoso e rispetto dei diritti, elementi fondamentali affinché il necessario lavoro nei campi sia etico e sostenibile, ma sostituire al più presto il ‘tradizionale’ bacino di sfruttamento (rappresentato dai lavoratori migranti) con un altro (chi percepisce la misura assistenziale del RdC), costi quel che costi. Quello di cui c’è invece bisogno urgente è una moratoria sui permessi di soggiorno per consentire ai lavoratori migranti di essere meno ricattabili e il riconoscimento di una misura di Reddito universale allargando la platea dell’attuale Reddito di Cittadinanza. D’altronde lo hanno scritto non più di due settimane fa, tra gli altri, persino la Vicepresidente della Regione Emilia Romagna: peccato che il Presidente non sembra essere molto d’accordo…”.

Sullo stesso tema interviene anche Noi Restiamo: “Il presidente dell’Emilia Romagna commenta la mancanza di lavoratori nel settore agricolo davanti ai suoi giovani di buona famiglia: dato che le frontiere sono chiuse e la maggioranza di lavoratori nel settore è extracomunitario, bisogna trovare chi possa lavorare al posto loro, chi possa mandare avanti il settore agricolo, per mandare avanti le imprese che ‘rendono ricca la regione’. Pensa bene quindi di proporre coloro che prendono il reddito di cittadinanza, perché, testuali parole, ‘restituiscono un po’ di quello che prendono’. Ritorna il giudizio classista da sempre espresso verso chi prende il reddito di cittadinanza: ovvero quello di essere un poltrone, di essere disoccupato appunto perché se lo merita e che deve ringraziare, e possibilmente ripagare, lo stato che gli sta facendo la carità. Ancora una volta, si criminalizza l’individuo piuttosto che prendersela con le storture introdotte in questi anni di riforme del mondo del lavoro. Quindi bene che questi fannulloni vengano a spaccarsi la schiena per otto ore (se non di più!) senza nessuna tutela continuando a percepire solo il Rdc che, se si è fra i pochi fortunati che lo ricevono integralmente, sono 780 euro!”.

Restando in tema di lavoro, Usb Lavoro Privato segnala di aver denunciato alla Prefettura Autogrill S.p.A. “per violazione del dpcm del 22 marzo”. Spiega infatti il sindacato di base che “nei giorni scorsi un responsabile del sito di Sillaro Ovest della Società Autogrill a Castel San Pietro Terme, al fine meramente speculativo, ha divulgato un messaggio vocale tramite social network nel quale invita tutti i propri dipendenti a recarsi presso il predetto sito per acquistare prodotti alimentari suggerendo come fare per raggirare il divieto di spostamento in caso di controllo da parte delle autorità. Nella situazione di piena emergenza sanitaria in cui tutti siamo chiamati a rispettare scrupolosamente le indicazioni emanate tramite decreti dal governo, questo atteggiamento, da ritenersi ed irresponsabile, mette a repentaglio la sicurezza della salute di questi lavoratori e lavoratrici e delle rispettive famiglie e viola le disposizioni di legge”.

Passando invece a parlare del nodo del pagamento di utenze e canoni di locazione durante l’emergenza, questo il resoconto dell’assemblea tenuta giovedì scorso dal Coordinamento blocco affitti e utenze Emilia-Romagna e promossa da Noi Restiamo e Asia-Usb: “Nonostante le nostre richieste, la Regione Emilia-Romagna continua a non dare segni di voler prendere in considerazione il problema del pagamento dei canoni d’affitto e delle utenze in un periodo di crisi sanitaria e sociale per chi come noi, studenti, precari, disoccupati, era una fascia debole ben prima di questa emergenza. In una regione di palazzinari, in cui l’edilizia pubblica, sia popolare sia studentesca, è ridotta all’osso, noi sappiamo benissimo chi è che deve imparare stringere la cinghia. E non siamo noi. La Regione continua invece a destinare fondi al co-housing, proposta che sappiamo benissimo essere inutile a risolvere i problemi abitativi che siamo costretti ad affrontare e modello che non nasconde altro che interessi e rendite private. Anche il Governo non ci offre soluzioni, se non parole, che però continuano a lasciarci a tasche vuote”.

Continuano i due collettivi: “Proprio per questo sappiamo che è il momento di continuare ad organizzarci e di portare avanti le nostre richieste di blocco immediato di affitto e utenze e di un ripensamento complessivo delle politiche abitative. La campagna continua a crescere e ad allargarsi, domenica 19/04 ci sara’ una seconda assemblea nazionale Blocco affitto / Soldi subito #NostraFase2 – Assemblea nazionale, per continuare a strutturare la nostra lotta. Per continuare a crescere è fondamentale un rilancio mediatico e pubblico, vista anche la recente attenzione di stampa nazionale e locale nei confronti della campagna. Continueremo a farci sentire dalla Regione, perché pretendiamo una risposta alle nostre richieste, e lo faremo tramite un mail bombing all’iniziativa ‘FiloDiretto’, in cui gli assessori e lo stesso Bonaccini risponderanno alle domande dei cittadini. Che smettano di tutelare gli interessi di imprenditori, privati e palazzinari! Divisi siamo niente uniti siamo tutti non è solo uno slogan, ma un modo per incidere sulla realta’. Questa crisi va affrontata collettivamente.
Non ci sono salvatori da aspettare, organizziamoci! Entra nel gruppo di coordinamento nazionale: Blocco affitti e utenze – gruppo di coordinamento nazionale. Unisciti alla lotta dei coordinamenti territoriali, contattaci al 345 2585574 o 388 0543692”.

Il mail bombing funzionerà con queste modalità: “Domenica 19 entro le 15 inviare la seguente mail all’indirizzo FilodirettoER@regione.emilia-romagna.it. Oggetto: FiloDiretto – Domanda per Schlein. Testo: ‘Da ormai diverse settimane le notizie di telegiornali e giornali annunciano lo stanziamento di fondi per la casa. Di questi fondi, ci sono 10 milioni di cui ancora non è stata rivelata la destinazione. A questo proposito c’è un bisogno sociale molto forte e sempre ignorato da voi come dal governo nazionale, è la situazione dei tanti giovani, studenti, precari, disoccupati. Tanti posti di lavoro sono giustamente chiusi, ma il mercato del lavoro che ci avete imposto oggi ci lascia senza reddito e senza nessuna tutela. È inaccettabile che in questa situazione il pagamento degli affitti e delle utenze sia rimasto obbligatorio. Sappiamo che questi fondi non sono né sufficienti né una reale soluzione ad un problema e pretendiamo risoluzione drastiche, ma dato che vi siete riempiti la bocca di belle parole di interventi sugli affitti la nostra domanda è propria questa: questi 10 milione dove li volete destinare?'” Invece “Lunedì 20 alle 12 colleghiamoci alla diretta facebook sulla pagina delle Regione Emilia-Romagna e facciamo sentire le nostre pretese. Commentiamo in massa la diretta, facciamo pressioni e dovranno prendere in considerazione le nostre richieste!”.

Una nuova iniziativa per lo sciopero dell’affitto viene invece da Rent Strike Bolognina, che sul palazzo di via Serlio 6 da cui è partita l’iniziativa in città ha affisso vari striscioni in sostegno alla campagna. In un video diffuso ieri gli inquilini raccontano che gli striscioni sono stati collocati dopo che la proprietà del palazzo aveva telefonato allo studio legale che li difende, chiedendo di rimuovere un primo striscione. Questo invece uno stralcio del comunicato allegato al video: “La nostra vita è da sempre scandita dall’incertezza, ‘oggi lavoro, domani non si sa’. Da inizio febbraio, però, questa incertezza è diventata ‘la nostra unica stabilità’, perché a causa dell’emergenza sanitaria non abbiamo più un redditto per pagare l’affitto, né per pagare le bollette. Il nostro proprietario di casa è una società immobiliare che possiede 15 milioni di euro di patrimonio, ed ogni mese, senza muovere un dito, incassa 15 mila euro di affitto, privandoci dei nostri pochi averi. Abbiamo sempre pagato l’affitto ma ad aprile, per questioni di necessità, siamo stati costretti ad inviare una lettera alla società, chiedendo la sospensione o la riduzione dei canoni di locazione; lettera a cui non abbiamo mai ricevuto risposta. Neppure in questa situazione senza precedenti i grandi proprietari di immobili hanno voluto riconoscere il diritto ad avere una casa. Oggi però non è un giorno qualunque, perché chi fino adesso ha pagato tutto ha deciso di voltare pagina, di non essere più spettatore ma protagonista, di mettersi in gioco per abbattere il sistema e conquistare diritti”.

Parlando di Università e delle difficoltà vissute dagli studenti durante l’emergenza, il Cua ha pubblicato un elenco di rivendicazioni dal titolo “Di cosa abbiamo bisogno”. Queste le richieste del collettivo universitario: “Un semestre aggiuntivo gratuito e per tutti, dal primo all’ultimo anno di triennali, magistrali, lauree a ciclo unico, master e corsi singoli; Blocco dell’ultima rata di tasse universitarie, non stiamo usufruendo di servizi da parte dell’Università che non sta neanche avendo spese di gestione delle sedi; Seconda rata di borsa di studio garantita a tutti e tutte e nella sua interezza, senza requisiti di merito; Edilizia studentesca garantita, di qualità ed ecosostenibile da costruire quindi tramite la requisizione di palazzi e spazi vuoti. Non serve altra cementificazione e speculazione edilizia! #andràtuttobene quando la smetteranno di raccontarci le favole e il diritto allo studio sarà garantito per tutt_!”

Infine, riceviamo e pubblichiamo quattro tavole sulla pandemia inviate da Elia , fumettista i cui disegni avevamo avuto occasione di pubblicare in riferimento alle vicende dell’occupazione e sgombero della Ex caserma Sani.

> Le tavole di Elia: