Sindacati di base e altre realtà manifestano da piazza Don Gavinelli con un corteo che tocca alcuni punti “simbolicamente importanti” della città tra i quali la “vetrina delle buste paga da fame”.
Il decreto Lavoro annunciato dal governo Meloni? “L’ennesimo regalo al padronato ed un attacco alle condizioni dei lavoratori e dei settori popolari”, scrivono le sigle sindacali e politiche che questa mattina in occasione della giornata del Primo maggio hanno deciso di dare vita ad un corteo partito da piazza Don Gavinelli, proseguendo così il percorso di mobilitazione avviato con la manifestazione e lo sciopero dello scorso 2 dicembre: le adesioni comprendono Sgb, Usi-Cit, Unione Inquilini, PeaceLink, Comitato contro tutte le autonomie differenziate, Sinistra Unita per Bologna, Carc, Prc, Pci e Confederazione Cobas. Queste le parole d’ordine della manifestazione, pensata per toccare alcuni punti “simbolicamente importanti” della città tra i quali la “vetrina delle buste paga da fame” in via Zampieri, aggiornata per l’occasione: “Lavorare tutti lavorare meno, basta precarietà e sfruttamento, per una nuova scala mobile, garantire un reddito dignitoso a tutte/i, basta morti sul lavoro, per la democrazia e le libertà sindacali, no alle grandi opere inutili e dannose come il Passante di mezzo, no alla, privatizzazione di sanità e scuola, no all’autonomia differenziata né della Lega né del Pd, no alla guerra e all’economia di guerra, no alle spese militari e all’invio delle armi, le risorse economiche siano spese per lavoro, salari pensioni e welfare”.