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Presidio della Cub in Piazza Maggiore contro l’Asp unica

Si sono ritrovati con striscioni, cartelli e volantini davanti la sede del Comune per protestare contro il progetto della Giunta di accorpare le tre Asp (Irides, Giovanni XXIII e Poveri Vergognosi).

06 Dicembre 2012 - 17:34

Questo pomeriggio le lavoratrici e i lavoratori della CUB Sanità hanno tenuto un presidio davanti a Palazzo d’Accursio per protestare contro il progetto di accorpamento, con la relativa unificazione, delle tre ASP bolognesi (Giovanni XXIII, Poveri Vergognosi e Irides), previsto dalla Giunta comunale per l’1 gennaio 2013.

Le tre ASP (Aziende Servizi alla Persona) vennero istituite alcuni anni fa da una Legge Regionale (la n.2 del 2003) che metteva ordine e accorpava diverse ex Opere Pie (poi diventate IPAB). Le aziende, attualmente, sono per il 96% del Comune di Bologna e per le quote restanti della Provincia (con una piccola partecipazione della Fondazione Carisbo nell’Irides) ed erogano buona parte dei servizi sociali (anziani, adolescenti, handicap, disagio adulti, tossicodipendenze, servizi per gli immigrati, residenze collettive, dormitori, asili notturni e centri di accoglienza) che un tempo facevano capo all’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune. Nello svolgere la loro attività si interfacciano con il Comune, i Quartieri e l’ASL. Nei loro organici (circa 450 unità) hanno personale che proveniva dalle gestioni precedenti, personale proveniente dal Comune e alcuni nuovi assunti per concorso. Altrettanti lavoratori sono alle dipendenze delle cooperative sociali che prestano, in convenzione, servizi per le ASP.
La CUB sostiene che la nascita dell’ASP unica il prossimo primo gennaio, insieme alla legge regionale sull’accreditamento dei servizi socio-assistenziali e socio-riabilitativi, nasconde una volontà politica di incentivare processi di esternalizzazione dei servizi.

Secondo la CUB, la riorganizzazione dei servizi altro non è che una compressione della spesa sociale, realizzando una peggioramento della qualità del lavoro per chi sul territorio si occupa della presa in carico di anziani e disabili. Inoltre, con la scusa della riorganizzazione dei Centri diurni e delle Residenze protette, questo processo produrrà un aumento dei carichi di lavoro, della flessibilità e della precarietà nelle prestazioni lavorative e deroghe continue alle norme contrattuali.
Alcuni esempi concreti: nelle Residenze per anziani sono stati tolti gli ausiliari che davano da mangiare alle persone non autosufficienti. Questo servizio, d’ora in avanti, dovrà essere fatto dai parenti, o da persone pagate al difuori della quota prevista per le rette o da volontari di qualche ente caritatevole. Al dormitorio Beltrame, a causa dei tagli, gli operatori sono in cassa integrazione per alcune ore alla settimana (quindi perdono salario), mentre il numero degli utenti è aumentato.
Oltre a questi problemi, la CUB denuncia il fatto che il prossimo 1° gennaio l’ASP unica nascerà formalmente, con un mero atto societario, ma il Comune di Bologna non ha mai discusso con le organizzazioni sindacali i tanti aspetti riguardanti questioni organizzative, logistiche, procedurali e di personale. Una domanda precisa che la CUB fa, per esempio, all’assessore Rizzo Nervo e all’assessore Frascaroli è la seguente: dopo l’accorpamento i diversi regimi contrattuali a cui sono sottoposti gli attuali dipendenti in organico alle tre ASP si uniformeranno al livello più alto o a quello più basso?

La Giunta ha dichiarato di voler demandare al futuro management dell’ASP unica queste questioni fondamentali, ma a parte i direttori di Irides, Giovanni XXIII e Poveri Vergognosi (che sono tra l’altro membri del comitato tecnico che sta lavorando all’unificazione), nessun altro dirigente o funzionario dentro alle tre ASP è stato coinvolto perché , si dice, sull’organizzazione si deciderà dopo.

C’è un’ultima questione, ma non di poco conto. L’unificazione, produrrà un esborso di soldi pubblici per quanto riguarda l’importo delle imposte ipotecarie e catastali per quanto riguarda il patrimonio immobiliare (residenziale, commerciale e agricolo) delle tre ASP.
L’articolo 4 della Tariffa allegata al Testo Unico delle Imposte ipotecarie e catastali, approvato con D. Lgs 31 ottobre 1990, n. 347 (TUIC), il quale prevede la corresponsione delle imposte ipotecarie e catastali nella misura fissa di 168 euro.
E’ stato chiesto un parere all’Agenzia delle Entrate per capire come si applica la legge, infatti sono in ballo tre ipotesi di tassazione.
La prima, supportata dal Comune di Bologna, prevede 168 euro x 3 = 504 euro fissi (art 4 TUIC – Testo Unico Imposte ipotecaria e Catastale). La seconda sostiene che i 168 euro x 3 andrebbero applicati a tutti gli immobili (sono 3.011); in questo caso la cifra complessiva sarebbe di 1,5 milioni di euro. La terza ipotesi (il caso peggiore) prevederebbe l’applicazione delle aliquote ordinarie sul valore catastale ICI del bene; in questo caso la cifra sarebbe di 16 milioni di euro.
La risposta dell’Agenzia delle entrate è che la materia è complicata, per avere una risposta formale, ci vogliono almeno 120 giorni. Un lasso di tempo, cioè, che supera l’1 gennaio 2013 (il giorno in cui scatterà l’unificazione).

Per tutte queste ragioni, la CUB ha chiesto un incontro urgente con l’Assessore Frascaroli e, in caso, continui il silenzio del Comune, saranno meese in campo diverse iniziative di lotta e di informazione da parte dei lavoratori.