Coordinamento Migranti: “C’è una lunga catena di sfruttamento che comincia nei paesi di provenienza, passa dalle ambasciate e dalle questure, arriva nelle fabbriche, nei magazzini, nei posti di lavoro”.
Presidio di fronte al Consolato marocchino di Bologna, stamattina, “contro le assurde pratiche amministrative che restringono la libertà di movimento dei migranti e delle migranti e non fanno che aggravare la gestione razzista della Legge-Bossi fini e lo sfruttamento quotidiano”. Lo riferisce il Coordinamento Migranti di Bologna, su Facebook. Il presidio era stato convocato dall’Associazione dei Lavoratori Marocchini in Italia (che ha sede a Bologna) e da altre associazioni marocchine dell’Emilia-Romagna e della Lombardia.
Spiega il Coordinamento Migranti: “C’è una lunga catena di sfruttamento che comincia nei paesi di provenienza, passa dalle ambasciate e dalle questure, arriva nelle fabbriche, nei magazzini, nei posti di lavoro. L’iniziativa di oggi serve a far vedere che corruzione e rigidità amministrativa sono un altro pezzo del razzismo istituzionale. Prendere parola è necessario, basta razzismo!”. Nel corso del presidio ci sono stati anche “momenti di tensione”, quando una guardia della sicurezza privata ha spinto i manifestanti “per chiudere i cancelli”, ma i migranti hanno continuato a “rivendicare a voce alta i loro diritti”. L’ultimo intervento, racconta il Coordinamento, ha rilanciato “verso la mobilitazione dei migranti del mese di giugno, a Bologna ma non solo. ‘Quello che succede in questa città e con il razzismo istituzionale non riguarda solo Bologna. Non possiamo accettare il conflitto tra migranti e italiani che questo governo vuole imporci, non possiamo accettare che usino il nostro permesso di soggiorno per sfruttarci’. Un passo avanti è necessario, organizziamoci ora!”.