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Piazza Verdi, collettivi in rettorato: “Dionigi sceriffo, si dimetta”

Cua e Hobo: in zona universitaria “scene cilene”, ma gli agenti in tenuta antisommossa “li abbiamo cacciati via e sono scappati a gambe levate”. Parla il rettore: “Voltare pagina”. Il Questore ribadisce: amplificazione non ammessa.

28 Maggio 2013 - 18:57

Come annunciato ieri sera dopo la cacciata delle forze dell’ordine da piazza Verdi, stamattina gli studenti di di Cua e Hobo si sono presentati in rettorato con l’intenzione di interrompere il Cda dell’Ateneo. Questa volta Polizia e Carabinieri si sono tenuti a distanza, ma i manifestanti si sono dovuti arrestare di fronte all’ingresso (chiuso) che dal piano terra del rettorato porta agli uffici dell’amministrazione dell’Ateneo. Quelle successe ieri sono “cose vergognose”, afferma il Cua,parlando di “scene cilene”: giovedi’ scorso “si erano inventati la scusa delle casse”, ma ieri le Forze dell’ordine hanno tentato di impedire l’assemblea in piazza Verdi “anche se avevamo con noi solo questo megafono”: forti della “rabbia” degli studenti, pero’, “li abbiamo cacciati via e sono scappati a gambe levate”. Ci hanno rimesso “cinque studenti finiti all’ospedale e altri 30 che non si sono fatti refertare ma sono stati comunque manganellati”, e’ il conteggio del Cua. Di fronte a questo, vista la porta chiusa del rettorato “ecco qual’e’ la risposta dell’Universita’, chiusura e mancanza di dialogo con i propri studenti”. In zona universitaria si sono raggiunti “livelli di militarizzazione insopportabili”, affermano gli attivisti d Hobo, mentre il rettore “non dice nulla quando i manganelli si alzano sulle teste degli studenti”. Se Dionigi “pensa di scappare”, aggiungono, sappia che “lo andremo a cercare e stanare noi, iniziativa pubblica dopo iniziativa pubblica”. Prima di andarsene, i manifestanti hanno lasciato diverse scritte sulle pareti del rettorato: “Dionigi primo complice delle cariche con il suo silenzio”, “Dionigi dimissioni” e “Sceriffo Dionigi dimissioni, tutto il potere all’amplificazione”. Terminata l’iniziativa in rettorato, in piazza Verdi si è svolto il pranzo sociale annunciato sia dal Cua che da Làbas.

Gli attivisti di Hobo, intanto, erano intervenuti anche con un comunicato, diffuso dopo la “liberazione” di piazza Verdi. Ieri “abbiamo vinto noi: il degrado è stato cacciato da piazza Verdi. Il governo cittadino di Pd e Sel, con i silenziosi e pavidi complici dell’amministrazione universitaria, sembrano proprio non imparare mai dai propri errori”. Dunque “abbiamo vinto, ma questo per noi è solo l’inizio. Da martedì saremo di nuovo a lottare per la riduzione dei costi della mensa, per costruire una nuova università, per liberare spazi e piazze”.

Nel corso della giornata, poi, alcune dichiarazioni del rettore su quanto sta accadendo in zona universitaria sono arrivate. “Sono il primo a riconoscere il diritto primario e fondamentale di riunirsi in assemblea per parlare, ascoltare, discutere”. Ma allo stesso tempo “intendo ribadire la necessita’ di garantire il rispetto, altrettanto primario e fondamentale, delle regole elementari che assicurano la piena fruibilita’ di quel bene pubblico che e’ piazza Verdi”. Per Dionigi “tutti siamo consapevoli che su piazza Verdi va girata pagina” e “a questo proposito, comerettore, invito tutti gli studenti a contribuire con il loro senso civico e con la loro intelligenza a migliorare la vivibilita’ e la qualita’ di una piazza tanto prestigiosa quanto storicamente martoriata, perche’ essa da simbolo negativo diventi simbolo positivo”.  Sulla situazione di piazza Verdi e’ necessario “buttare un po’ d’acqua sul fuoco”, aggiunge il prorettore agli studenti Roberto Nicoletti.

Infine, torna ad intervenire il questore Vincenzo Stingone precisando che ieri gli agenti in piazza Verdi non “erano li’ per vietare l’assemblea”: ma perche’ dal mattino era annunciata una iniziativa con “amplificazione”, cioe’ con le casse che non sono ammesse.