Culture

”Percorsi di antifascismo: l’ora della dignità rischiosa”

Approfondimento diffuso da Vag61 in vista di “Su la testa!”, due giorni di iniziative in programma domani e sabato con la partecipazione tra le/gli altre/i di: Wolf Bukowski, Maurizio Bergamaschi, Wu Ming 4, Marco Sommariva, Genova Antifascista, Movimento antipenale (Roma), Mediterranea, Lidia Cirillo, Valentina Coletta (Mit), Mujeres Libres, Casa Babylon.

04 Luglio 2019 - 12:58

“Percorsi di antifascismo: l’ora della dignità rischiosa”. Si intitola così l’approfondimento [pdf] diffuso da Vag61 in vista della due giorni “Su la testa!”, che si svolgerà nello spazio libero autogestito di via Paolo Fabbri 110 domani e sabato. Il boicottaggio contro CasaPound al Salone del libro di Torino, il dramma dei migranti che rischiano di annegare nel Mediterraneo e nell’indifferenza, l’arma del “decoro” e della sicurezza utilizzata (anche a Bologna) per fare la guerra a povertà, marginalità sociale e movimenti di protesta. Sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati nel corso dei due giorni che vedranno la partecipazione tra le/gli altre/i di: Wolf Bukowski, Maurizio Bergamaschi (Unibo), Wu Ming 4, Marco Sommariva, Genova Antifascista, Movimento antipenale (Roma), Mediterranea Saving Humans, Lidia Cirillo, Valentina Coletta (Mit), Mujeres Libres Bologna, Casa Babylon.

“Un anno e mezzo fa gli spazi di Vag61- è il comunicato che presenta l’iniziativa- furono attraversati e rempiti da ‘Su la testa! Festival della letteratura antifascista’, realizzato con l’obiettivo di parlare di passato e presente, di nazionalismi e populismi, di cultura e di iniziativa antifascista. Così scrivevamo allora e nel tempo che è trascorso quell’urgenza non è certo venuta meno. Anzi. L’avvento del governo M5s-Lega non ha fatto altro che consolidare un pericolo che mai era davvero svanito, certo, ma che negli ultimi tempi ha ripreso vigore e terreno contando sulle paure di sempre, le insicurezze sociali dilaganti e interessate contiguità istituzionali, rinverdendo una pratica su cui l’estrema destra ha sempre puntato e che oggi – tra spinta social alle fake news e media permeabili – gode di particolare fortuna: imporre falsi problemi e, sopratutto, false soluzioni. Questo mentre, di decreto in decreto, l’Italia si trasforma ogni giorno di più in una caserma, in cui alle lotte sociali si risponde a colpi di Codice penale. Allo stesso tempo, però, a più riprese si è vista una volontà diffusa di reagire agendo sul piano antifascista, antirazzista, transfemminista, ambientalista… Affermazioni di libertà, mobilitazioni di resistenza e iniziativa sociale capaci di dimostrare che è ancora possibile rompere la gabbia, ma senz’altro insufficienti se restano isolate: connettere, moltiplicare, amplificare sono necessità impossibili da ignorare. E’ a partire da questi elementi che ‘Su la testa!’ torna a Vag61, il 5 e 6 luglio (con due anticipazioni il 21 e 28 giugno), questa volta con un accento sui percorsi di antifascismo: quelli che esistono, quelli che bisogna immaginare e intraprendere. Sulle ragioni che ci spingono ad organizzare questa iniziativa rimandiamo con una prospettiva più articolata agli spunti raccolti nel documento “Percorsi di antifascismo: l’ora della dignità rischiosa”, che introduce e accompagna il festival. Un invito alla riflessione e al confronto in vista di due giorni di incontri, libri, musica, cibo, socialità. Per ribadire che di fronte ai fascismi non ci si gira dall’altra parte. Su la testa!”.

Il programma di venerdì prevede alle 18 la presentazione del libro “La buona educazione degli oppressi. Piccola storia del decoro” (Alegre – 2019), con l’autore Wolf Bukowski e Maurizio Bergamaschi (Unibo). Poi alle 20 cena sociale di autofinanziamento e alle “Narrazioni e decostruzioni: produrre culture antifasciste” con Wu Ming 4 e Marco Sommariva. Ci sarà, inoltre, un intervento di Sgb sul caso di Giusi, la dipendente del Comune di Casalecchio interessata da un provvedimento disciplinare dopo aver partecipato alla manifestazione antifascista contro Forza Nuova dello scorso 20 maggio.

La giornata di sabato si aprirà alle 17 con “Pratiche e percorsi di antifascismo e di libertà” con Rete Genova Antifascista, Movimento antipenale (Roma), Mediterranea Saving Humans, Lidia Cirillo, Valentina Coletta (Mit) e Mujeres Libres. Dalle 19 “Casa Babylon presenta Balla&Difendi”: aperitivo, cena e dj set a cura di Albertino e Oddo.

Dal documento che affianca l’organizzazione della due giorni: “Prevenendo l’obiezione delle anime belle, di quelli che tante volte con la loro ipocrisia hanno proposto di ignorarli perché contrastandoli si faceva loro pubblicità, possiamo dire che non ci sono gruppi armati che marciano sul Quirinale. Ma di certo lo sdoganamento di formazioni apertamente neofasciste che oggi rivendicano spazio fu aiutato da Luciano Violante che, da presidente della Camera, nel 1996 dichiarò: ‘Occorre sforzarsi di capire, senza revisionismi falsificanti, i motivi per i quali migliaia di ragazzi e soprattutto di ragazze, quando tutto era perduto, si schierarono dalla parte di Salò e non dalla parte dei diritti e delle libertà’. Oggi ci sono molti politici del governo che flirtano apertamente con i nipotini di quei repubblichini. Ci sono trasmissioni televisive molto seguite che li invitano per esporre le loro ragioni, come se ne avessero.Con un trasformismo, visto anche in altri tempi, si sono sviluppate le condizioni favorevoli alla crescita di nuovi fascismi. Questi si sono alimentati, come già altre volte in passato, di uno stato emotivo ideale: la paura. Paura di tutto ciò che è diverso, paura che la povertà in cui tanti sono costretti a vivere possa essere intaccata dalla miseria di altri essere umani che soffrono.Oggi non sono necessarie ‘adunate oceaniche’ a Piazza Venezia o a Pontida, basta vedere l’odio che circola su Facebook e Twitter quando si parla di migranti, la violenza di certe parole non è meno pesante di quella fisica, l’insofferenza sempre più diffusa verso idee e culture diverse. È un fascismo da ideologia del margine, apologetico del risentimento, paesano, indiscutibilmente machista, fieramente anti-intellettuale, inventore di tradizioni inesistenti e di un insolente nazionalismo.Unuomo forte al comando come Salvini, con il suo carisma e la sua legittimazione plebiscitaria, avoca a sé il potere tutelare (‘Sono il padre di 60 milioni di italiani’), suo è il compito di assicurare e vegliare sulle sorti dei sudditi: venute meno le appartenenze di classe, senza nessun vincolo di appartenenza, la tutela degli interessi particolari, deve essere affidata solo a lui. Il suo sovranismo populista diventa il collante per coloro che si sentono privi di un’identità sociale e cerca di convincere i ‘senza classe’ che la loro qualità fondamentale è quella di appartenere a un ‘popolo’ e alle sue radici. Quindi, per consolidare questa ‘identità’, occorre avere sempre nemici: minoranze, stranieri e ipotetici complotti sovranazionali.Dunque, anche questa moderna forma di regime autoritario si basa sulla chiamata a una guerra falsa, per impedire che venga combattuta la battaglia vera, quella che si muove dal basso verso l’alto. Era così nel 1919 ed è così nel 2019.Contrastare il fascismo, in tutte le suesfumature verdi, brune e nere, non è occuparsi di un diversivo, ma della macchina che produce i diversivi, per distruggerla. Parliamo del sistema capitalistico che lo ha generato, perciò, può sembrare una banalità, ma è bene ribadirla: non può esserci antifascismo senza anticapitalismo”.