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Per il primo maggio si prepara il “Riders Pride”

Se ne discuterà il 15 aprile durante un’assemblea nazionale dei ciclofattorini in programma a Bologna. Nel frattempo, alla Gd l’Usb lancia un nuovo sciopero. E in Comune, Sgb: “Contesteremo Cgil, Cisl e Uil”.

12 Aprile 2018 - 11:33

Le lotte dei e delle riders di tutta Italia si intrecciano a Bologna: si svolgerà sotto le Due torri, infatti, un’assemblea nazionale dei ciclofattorini con l’obiettivo di costruire un “Riders Pride” per l’1 maggio. L’assemblea è prevista il 15 aprile a Làbas. Ecco l’appello di Riders Union Bologna: “Sono ormai due anni che in tutta Europa i riders dei servizi di food delivery via app hanno alzato la testa e reclamato diritti e retribuzioni migliori. In tante città sono nati spontaneamente gruppi o collettivi di lavoratori e lavoratrici che hanno smascherato la retorica delle piattaforme secondo la quale la cosiddetta gig economy sarebbe fatta di lavoretti volutamente saltuari, attività piacevoli, maggiore libertà. Questa narrazione, utile a inquadrare i riders come presunti autonomi su cui scaricare tutti i costi d’impresa, nasconde in realtà il dispotismo dell’algoritmo, i diritti negati, il ricatto del rating aziendale, la mancanza di tutele e sicurezza, le paghe sempre più basse. Il lavoro non è finito, non è diventato un gioco o un libero scambio, ha solo cambiato forme, tempi e luoghi. La gig economy si presenta come il futuro del lavoro. Ma questo futuro non è scritto e i/le riders hanno deciso di reclamare il loro diritto ad un lavoro e una vita migliori. Contro ogni narrazione vittimistica, vogliamo essere protagonisti di un cambiamento senza delegarlo a nessuno o aspettare che piova dall’alto. Anche in Italia i servizi di food delivery sono in forte espansione e ci sono state importanti mobilitazioni in questi anni che hanno portato alla ribalta del dibattito pubblico queste nuove economie. Dal processo contro Foodora a Torino alle mobilitazioni di Milano fino all’esperimento di contrattazione metropolitana a Bologna, sono diverse le strade intraprese dai riders per auto-organizzarsi e reclamare i propri diritti. Durante questi mesi è apparso sempre più chiaro che nonostante le difficoltà e le intimidazioni questo movimento non può e non vuole fermarsi. Anzi, ora ha bisogno di fare un passo in avanti per provare a diffondere il più possibile pratiche e rivendicazioni così come a mettere insieme i lavoratori delle diverse città. In questi mesi, infatti, tanti ci hanno scritto per chiedere informazioni o aiuto, altre volte per supportarci e incoraggiarci ad andare avanti. Per questo l’invito che facciamo a tutti e tutte i/le riders è a venire a Bologna il 15 aprile per una giornata di discussione e condivisione collettiva dove conoscere e imparare dalle altre esperienze. L’obiettivo è quello di costruire insieme per il 1 maggio la giornata del Riders Pride con azioni dislocate nelle diverse città italiane ed europee che parteciperanno. Siamo lavoratori e lavoratrici come gli altri e quindi vogliamo lottare e festeggiare anche noi! Fare il rider non è un hobby, né uno sport e per questo il 1 maggio è anche la nostra festa. Vi aspettiamo a Bologna per organizzarla tutti insieme!”.

Proprio nel pomeriggio di ieri, a Torino, il Tribunale del lavoro ha dato ragione a Foodora nel ricorso sostenuto dai riders contro l’azienda: per i giudici il rapporto di lavoro non può essere equiparato a lavoro subordinato, i riders continuano a essere considerati collaboratori autonomi. Presenti in aula anche alcuni ciclofattorini di Riders Union Bologna, in solidarietà ai colleghi torinesi.

Intanto alla Gd continua la mobilitazione dell’Usb contro il contratto integrativo aziendale: un  nuovo sciopero è stato indetto per il 20 aprile, a un mese didistanza dall’ultimo. Stavolta i lavoratori sono invitati a incrociare le braccia per quattro ore.

Infine, in Comune, l’Sgb dopo la protesta in Consiglio di lunedì intende continuare a dare battaglia: “L’ingiustizia ha vinto ancora una volta- si legge in una nota ma non permetteremo che questa situazione prosegua all’infinito ed andremo a contestare le assemblee di Cgil, Cisl e Uil che imbavagliano gli altri sindacati per non potere essere contraddetti quando raccontano fandonie e prendono in giro le lavoratrici ed i lavoratori, con l’unico scopo di sostenere la ormai moribonda giunta Merola”.