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Patrick Zaky, rinviata di nuovo l’udienza sulla detenzione

La procura egiziana fissa il prossimo incontro lunedì 30. Campagna Patrick libero: “Oggi avvocati di Patrick hanno fornito i referti medici che confermano che è asmatico, più suscettibile alle complicazioni causate dal Coronavirus”, che intanto si sta diffondendo nel Paese.

23 Marzo 2020 - 18:41

E’ stata rinviata a lunedì 30 marzo l’udienza relativa alla detenzione cautelare di Patrick George Zaki, l’attivista egiziano e studente dell’Università di Bologna in carcere in Egitto dall’8 febbraio scorso per reati d’opinione. Stando a quanto riporta la Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), ong con la quale Patrick collabora e che gli sta fornendo supporto legale, il motivo “è il fatto che non possono trasferire i detenuti dal carcere di Tora all’ufficio del procuratore”.

Nel frattempo crescono i casi di contagio da SARS-CoV-2 in Egitto, già arrivati oltre quota trecento, mentre proprio a causa della diffusione del virus dieci giorni fa era stata rinnovata la richiesta di scarcerazione dello studente. Patrick infatti, spiega la stessa ong, “soffre d’asma, quindi è un soggetto potenzialmente ad alto rischio”. Sulla pagina Facebook della campagna Patrick libero commentano così la notizia le e i solidali con il ricercatore: “Stiamo ancora cercando di individuare la base giuridica che attualmente consente a Patrick di essere tenuto in custodia in attesa del caso. In particolare, che oggi segna la fine dei 45 giorni di custodia cautelare precedentemente stabiliti dall’accusa in tre sessioni consecutive. Oggi, gli avvocati di Patrick hanno fornito all’accusa i referti medici che confermano che è asmatico, quindi più suscettibile alle gravi e pericolose complicazioni causate dal nuovo Coronavirus (Covid19), chiedendo il suo rilascio. Siamo estremamente preoccupati che Patrick continui ad essere detenuto nonostante la mancanza di basi legali, e questa volta senza indagini – in particolare nelle attuali circostanze e nel tasso di contagio di Covid19 – così come la sospensione delle visite e il divieto di portargli cibo, medicine o prodotti igienizzanti. La paura dell’epidemia – che rende impossibile il trasferimento di Patrick all’udienza – è una causa pressante per il suo rilascio. A causa delle sue condizioni di salute, Patrick è tra i gruppi a più alto rischio di infezione da Covid19 e di possibili complicazioni. Chiediamo alla Procura Suprema di Sicurezza dello Stato di usare la sua autorità e di ordinare l’immediato rilascio di Patrick senza attendere la data del rinnovo”.