Acabnews Bologna

Paolo Foschini, il guerrigliero di Cristo Re

Il vicepresidente del consiglio comunale, in quota PDL, ha dichiarato che la raccolta delle firme della Rete Laica per il Registro dei Testamenti Biologici è un atto di violenza.

04 Novembre 2009 - 15:19

Anche la raccolta di firme diventa un  atto violento, avanti di questo passo, il solo muovere delle labbra potrà diventare un’istigazione a delinquere. Il palcoscenico di questa bizzarra teoria è stato lo studio di Radiuo Tau, l’attore protagonista è stato invece Paolo Foschini, vicepresidente del Consiglio Comunale in quota PDL, che si è fatto interprete di questo aberrante monologo: “Quando non si ha più la forza di imporre un’idea con i numeri allora si inizia una raccolta di firme che però, alla fine, sono le firme di una minoranza rispetto alla totalità dei cittadini. E lo si fa con una violenza incongrua rispetto al tema che si sta affrontando che meriterebbe una discussione seria in Parlamento”.
Chi era l’obiettivo dell’attacco di Foschini? La Rete Laica di Bologna che sta raccogliendo le firme per una Delibera di iniziativa popolare (strumento previsto dallo Statuto del Comune) che prevede l’istituzione comunale di un Registro dei Testamenti Biologici.
Se fossero raggiunte le 2000 firme autenticate, la proposta dovrebbe essere discussa nell’aula di Palazzo d’Accursio, ed è per questo che Foschini giudica uno strumento di partecipazione dei cittadini come una “indebita forzatura”. Infatti, secondo l’esponente forzitaliota, “se il Comune aderisse a questa richiesta, istituendo un registro con le volontà di fine-vita dei suoi cittadini, sarebbe uno sperpero di denaro pubblico, non avendo l’amministrazione comunale nessuna titolarità o competenza. Quel registro in Comune  avrebbe la stessa validità giuridica di un registro a casa mia o a casa del portavoce di Rete Laica, Maurizio Cecconi”.
Dentro al “minestrone foschiniano” c’è entrato anche il fatto che la Rete Laica ha raccolto il maggior numero delle firme nelle giornate di sabato e domenica, quando in città è in vigore l’ordinanza del Prefetto Angelo Tranfaglia che, con l’avvallo del sindaco Delbono e della presidente della Provincia Draghetti, vieta le manifestazioni politiche nel centro di Bologna. Quindi, secondo Foschini, quelle firme sarebbero state raccolte illegalmente.
In delirio di onnipotenza, il “Fosco guerrigliero di Cristo Re”, ha concluso dai micorofoni di Radio Tau: “La faccenda del Testamento biologico è in realtà solo un modo per andare incontro a pruderie laiciste portate all’ammasso per la causa dell’antiberlusconismo”.
A questo punto, un lettore poco informato è normale che si faccia la domanda: “ma chi è questo Foschini?”.
Qualcuno invece, che qualche informazione in più sui politici che siedono nell’asssemblea elettiva della città la possiede, ci ha dato un po’ di informazioni, molto utili a stilare questo breve profilo sul nostro.
Romagnolo verace, cattolico integralista, Paolo Foschini è diventato ciellino fin dal formarsi del suo embrione. Leader dei C.P. dell’Ateneo bolognese negli anni del IX° Centenario, è stato rappresentante degli studenti nel Consiglio di Amministrazione dell’Università. “Guerrigliero di centro”, anti-abortista sfegatato, è stato più volte visto scrivere col pennarello sui muri:“lo spermatozoo è vita”.
Laureatosi in Giurisprudenza, aveva due strade: o fare il cabarettista o scegliere la politica. La decisione del suo futuro se la giocò a “testa o croce” con il suo ex compagno delle medie superiori Paolo Cevoli (quello che adesso interpreta l’Assessore di Roncofritto). Naturalmente Foschini scelse “croce”, ma, al lancio della moneta, il lato che cadde verso l’alto fu “testa” e, così, Paolo Cevoli fece il cabarettista e Paolo Foschini entrò in politica.
Il suo carattere irruento, canzonatorio e battagliero lo ha sempre fatto essere un protagonista della cosiddetta “politica urlata” (della serie, “vangelo e sberleffo, ciellino perfetto”). E’ per queste ragioni che ha avuto come soprannomi, in momenti diversi, o “squaletto” o “cinghialetto”.
In anni più recenti, la sua “grinta” è stata ovattata nei meandri della politica con la “P” maiscola, prima vicepresidente del consiglio comunale nell’ultimo mandato Vitali, poi assessore allo sport della Giunta Guazzaloca, poi ancora vicepresidente del consiglio negli anni di Cofferati e nei mesi di Delbono.
Finché questa mattina, dai microfoni della radio dei Frati dell’Antoniano, ha tirato fuori la rabbia degli anni della giovinezza… la “primavera di bellezza” questa volta sembra essergli stata procurata dall’ormai incombente campagna per le  prossime elezioni regionali a cui Foschini probabilmente parteciperà.

Valerio Monteventi