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Palazzina Magnani al Comune: con “due milioni di kg di polvere”

“Cortocircuito del pubblico per cui lo Stato compra qualcosa che è già dello Stato”, commenta Vag61 intervenendo sull’operazione formalizzata tra Palazzo D’Accursio e Demanio per l’acquisizione dell’immobile che il centro sociale occupò nel 2003: “Non è un trionfo, ma una piccola pezza su una vicenda vergognosa di degrado istituzionale per l’abbandono di un bene pubblico”.

21 Dicembre 2020 - 13:35

Da qualche giorno è ufficiale: dopo lo stanziamento dei fondi necessari, c’è stata la firma del rogito e dunque la Palazzina Magnani è diventata proprietà del Comune di Bologna, che l’ha acquistata dall’Agenzia del Demanio per 1,9 milioni di euro con l’intento di trasformarla in un museo dedicato a Giorgio Morandi. Operazione che si porta dietro “due milioni di kg di polvere”, è il commento di Vag61, che occupò l’immobile nel 2003 e oggi con un comunicato ne ripercorre la storia recente: “Per chi non lo sapesse, Vag61 è un acronimo e sta per ‘Via Azzo Gardino 61’. Probabilmente questo indirizzo vi è parso davanti in questi giorni leggendo la cronaca cittadina perchè il comune di Bologna ha acquistato la Palazzina Magnani che si trova proprio a questo indirizzo. Il costo dell’operazione è di circa due milioni di euro, versati all’Agenzia del Demanio in un cortocircuito del pubblico per cui lo Stato compra qualcosa che è già dello Stato, ma vabbè… In questa palazzina, il 6 dicembre 2003 nasce Vag61, con una porta aperta da diverse persone e progetti all’interno di quelle mura fredde e vuote da anni. Il copione oramai lo conosciamo bene, come descritto molto bene nell’inchiesta di Zic.it “Chiedi alla polvere”: appena si occupa, spuntano fantomatici progetti per cui si richiede lo sgombero imminente, perdio! E così quell’esperienza che aveva riaperto uno stabile pubblico nel cuore della città, fu presto richiuso neanche dopo un mese di occupazione. Non c’è bisogno di dire che non c’è stato fatto nessun progetto all’interno, per chi si è trovato a passare da quelle parti dal giorno dello sgombero ad oggi ha sempre trovato una porta chiusa e delle finestre murate. Sebbene nel comunicato del Demanio si dica che quello stabile è inutilizzato dal 2016. Pare molto strano a noi, che abbiamo sempre avuto gli occhi aperti su quello stabile (e anche un paio di denti avvelenati), che si voglia far passare l’idea che è uno stabile vuoto ‘solamente’ da cinque anni. Infatti, quello stabile è inutilizzato da decenni: era vuoto da anni prima dell’occupazione di Vag61, ed è tornato vuoto fino ad oggi, altro che cinque anni”.

Continua il comunicato: “L’esperienza di Vag61 è continuata oltre quello sgombero e quella polvere, trovando casa in via Paolo Fabbri 110, dove tuttora esiste e resiste. Proprio in via Azzo Gardino cominciò a mettere radici il ‘Media Center’ che ha portato, tra le altre cose, alla nascita di Zic.it, quotidiano autogestito bolognese che ancora rappresenta una voce importante e necessaria in città. Anche perchè l’informazione cittadina a volte soffre di amnesia, come in questo caso, dove negli articoli sull’acquisizione della Palazzina Magnani, si riprendono pari pari i comunicati ufficiali, senza fare menzione dell’esperienza di Vag61, nè dei decenni di inutilizzo di uno stabile pubblico nel cuore di Bologna. Sicuramente sarà stata una svista, ma ci sembra il caso di ricordare che molto spesso le esperienze di autogestione e occupazione ottengono sempre le prime pagine quando si parla di ordine pubblico, ma trovano spesso porte sbarrate e righe mai scritte quando invece c’è da ricordare il valore e l’importanza di queste esperienze. Volevamo solamente rimettere un po’ le cose al loro posto, in un’acquisizione che non è un trionfo, ma che al contrario mette una piccola pezza su una vicenda vergognosa di degrado istituzionale per l’abbandono di un bene pubblico, ri-comprato a peso d’oro. Non dimentichiamo da dove veniamo, per poter far crescere sempre di più le nostre radici”.