Presidio tutta la giornata con blocchi del traffico e interposizioni per rallentare lo sfratto, sfiorato il gesto estremo. Intanto passaggio di consegne ai vertici dell’Acer: Sgb e Sportello Antisfratto Imola chiedono un cambio di passo.
“Dopo 8 ore di resistenza e battaglia in Bolognina possiamo dire ancora che solo la lotta paga! Pietro e Rosalia hanno ottenuto un alloggio di transizione e il mantenimento dei punti per accedere alla casa popolare”. Così Social Log sul suo profilo facebook al termine della lunga giornata di resistenza allo sfratto avviato questa mattina in via Corticella nei confronti di una coppia di sessantenni. Il presidio di solidali ha a più riprese bloccato il traffico e ci sono stati momenti di contatto con le forze dell’ordine, presenti in gran numero. Il momento di maggiore tensione si è registrato quando la signora Rosaria, l’inquilina sotto sfratto, si è sporta dalla terrazza della sua casa pronta a compiere il gesto estremo di gettarsi nel vuoto, circostanza che non si è poi fortunatamente verificata. L’intervento della forza pubblica ha visto protagonisti oltre a polizia e carabinieri anche i Vigili del Fuoco, la cui presenza ha suscitato lo sdegno fra i solidali che si sono chiesti, in un altro post sulla loro pagina pubblicato nel pomeriggio “perché non vengono mandati a prodigarsi nell’aiutare i terremotati e chi ha perso tutto sotto la neve nel Centro Italia? Ecco come vengono gestite le risorse: per buttare in strada i poveri delle periferie!” Soddisfatti per aver consentito che si sbloccasse una soluzione transitoria per le due persone che rischiavano di restare per strada, gli attivisti per il diritto alla casa hanno sottolineato che continueranno a vigilare per verificare che il risultato ottenuto oggi venga mantenuto, e hanno ribadito “ancora più forte la necessità di un blocco immediato degli sfratti per tutte le persone in difficoltà nella nostra città. La lotta contro gli sfratti continua!”.
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Ieri, intanto, è stato nominato il nuovo presidente di Acer: dopo Claudio Felicani a guidare l’azienda che gestisce gli alloggi Erp di Bologna e provincia sarà Alessandro Alberani. Un volto nuovissimo, non c’è che dire, visto per lunghi anni Alberani è stato il segretario della Cisl. La nomina è arrivata ieri dai sindaci dei Comuni dell’area metropolita, su proposta del primo cittadino del capoluogo, Virginio Merola, che Alberani aveva puntualmente sostenuto in campagna elettorale.
Il passaggio di consegne ai vertici dell’Acer è l’occasione per un bilancio degli ultiumi anni da parte dell’Sgb: “Non possiamo esimerci da fare un resoconto di questi cinque anni di amministrazione di Acer e quindi non possiamo tacere i malumori anche dettati dalla cronica incertezza che ha pervaso e che ancora crediamo pervada il cammino dell’Azienda. Azienda, ricordiamo, che rincorre spasmodicamente l’acquisizione delle convenzioni/concessioni per la gestione degli alloggi Erp di proprietà dell’odierna area metropolitana, principale sostentamento per la stessa, dopo che con la Legge n.24 la Regione Emilia-Romagna è rimasta, come la Regione Toscana, senza patrimonio Erp; che ha impegnato ingenti risorse in mutui per far fronte alle nuove costruzioni; che ha abusato di risorse per consulenze esterne, spesso infruttuose; che si vanta di prodigiosi risultati di bilancio ottenuti però solo grazie alla vendita di pezzi di patrimonio dell’Ente (una villetta dal valore di 1.400.000 euro per il bilancio 2015 ed un’altra dal valore di 680.000 euro per il bilancio 2016); che ha delegato per anni la gestione delle manutenzioni ad un dirigente sul cui operato sospendiamo il giudizio ma del quale ancora oggi non riusciamo a trovare un minimo di spessore; che ha acquistato un software esageratamente costoso (il famigerato Ref) per poi accantonarlo senza spiegazioni e dopo aver speso risorse pubbliche ed energie e tempo dei lavoratori ‘costretti’ ad impegnarsi in una fase di sviluppo che a nulla è servita. Cosa dire dell’organizzazione aziendale? Negli ultimi cinque anni si sono succeduti tre direttori generali (un successo anche questo?) i quali, immaginiamo come da mandato loro affidato, hanno messo mano, ogni volta, alla riorganizzazione dell’Azienda, vanificando spesso quanto fatto dai loro predecessori, lasciando spesso nei lavoratori una sensazione di smarrimento e inadeguatezza rafforzata dall’assenza totale di un piano industriale ‘credibile’. Abbiamo sempre detto che la comprensione non vuol dire condivisione, che non ci è richiesta, ma essere considerate le ‘maestranze’ (citiamo), alle quali si chiede solo l’adattamento o la rinuncia di una parte del salario in nome del risparmio e quando, per contro, sono evidenti una serie di sperperi, siamo sicuri non sia la strada giusta. Potremmo soffermarci sulle relazioni sindacali che ci hanno portato più volte al tavolo della Prefettura per poi arrivare ad un accordo che l’Amministrazione ha disatteso in alcune sue parti fondamentali (organizzazione e percorso per la stabilizzazione del personale precario presente in Azienda da anni), vanto di questo CdA e da noi lungamente criticato, o alla nostra esclusione dal tavolo della trattativa su quell’accordo, da noi non firmato, ma soprattutto non votato dai lavoratori. Non crediamo all’abusato detto ‘siamo una grande famiglia’ quando in questa presunta famiglia sono sempre i lavoratori a rimetterci! Mentre il pensiero dell’uscente presidente Felicani è che ‘tutto è perfettibile’, l’opinione invece, corrente e sommersa, della maggior parte dei lavoratori è che ‘al peggio non c’è mai fine’ e questo non può essere certamente né rassicurante né di buon augurio, per chi si appresta ad amministrare o a ri/amministrare l’Azienda. Il pensiero dei lavoratori è ampiamente giustificato anche dal fatto che molti che lavorano sodo ogni giorno, vedono magari l’avanzamento di carriera di quei colleghi che ‘dicono sempre di sì’ o che ‘sono gli iscritti di quel tal sindacato’. Concludiamo con un altro dato, di non poca importanza: siamo entrati nel secondo anno di vacanza contrattuale e non ci soddisfa essere in ‘buona compagnia’ con gli altri lavoratori nelle stesse nostre condizioni, perché non rinunceremo a far valere i diritti dei lavoratori di Acer i quali, orgogliosamente, rivendicano il riconoscimento del lavoro svolto con dignità ed impegno, nonostante tutto!”.
Anche lo Sportello Antisfratto di Imola dice la sua in occasione del cambio di presidenza: “Il rinnovo dei vertici Acer non può che farci ribadire la necessità di una svolta radicale nella gestione del patrimonio pubblico. Si potrebbe cominciare dagli alloggi a canone calmierato di via Giovanni X, ancora vuoti a ormai quattro anni dalla loro inaugurazione, per i quali evidentemente i criteri dei bandi finora proposti (con affitti praticamente a livello di mercato) si sono rivelati fallimentari. Dovrebbe essere evidente l’urgenza di un ampliamento del patrimonio delle case popolari per affrontare il problema abitativo che vada nel senso opposto di quello, avvallato dalla giunta a guida Pd imolese, di progressiva svendita e dismissione”.