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Opinioni / Natale self service

Impennata nei furti al supermercato. Il commento di un nostro collaboratore: “La solitudine e lo sconforto definiscono lo sfondo grigio dell’azione individuale”.

13 Dicembre 2012 - 13:10

Si fa sempre più vicino il santo natale di consumi e regali e mentre i negozi delle vie del centro addobbano le vetrine c’è chi nella nostra città, nonostante i Maya e la crisi, non abbandona le speranze e veste il classico travestimento per riportare dolci e maglioni sotto l’albero.

Già, ma quest’anno pare che i panni rossi e le renne fossero esauriti.
Così che, al posto di gettare inchiostro sulle letterine, sono sempre più i cittadini bolognesi disposti a travestirsi da “taccheggiatori” per un natale che si prospetta Self-Service.

A dare la notizia, purtroppo, sono proprio i soldati del Grinch che in una conferenza stampa hanno dichiarato che “non passa un giorno senza che denunciamo almeno una o due persone” in una guerra ai poveri (e non “tra” poveri) i cui effetti ricadranno sulle vite di queste centinaia di persone.

Ad ogni parmigiano rubato, ad ogni dolce che scivola nelle borse di precari, studenti e pensionati corrisponde infatti la dura risposta del potere che non soltanto oggi continua a non lasciare possibilità di riuscita a queste pratiche di resistenza individuale, ma parallelamente mira a criminalizzare ogni comportamento “deviante” generato dalle condizioni materiali prodotte da questa crisi. “Io vado e non evado“, avete presente?

La recente impennata di furti nei supermercati ci lascia sicuramente con alcune domande a cui non sappiamo dare risposta poiché da un lato descrive il naturale generarsi di una reazione concreta e materiale all’austerità, ma al contempo ci consegna una fotografia nella quale ancora una volta la solitudine e lo sconforto definiscono lo sfondo grigio dell’azione individuale.

Abbiamo bisogno di vie di fuga collettive, di una porta sul retro da aprire tutti insieme, e solo allora non serviranno travestimenti.