La distanza tra due città misurata in tre mosse: street art, trasporti, vita notturna.
A Berlino ci sono più “graffiti” che numeri civici. E molti numeri civici sono “graffiti”, pure belli. A Berlino, nei negozi di souvenirs e in quelli all’uscita dei musei, si vendono libri fotografici sull’arte di strada. A Berlino, le guide turistiche suggeriscono di andare a scovare i muri con le opere del bolognese Blu.
A Bologna sono mesi che ci si rende ridicoli con una campagna anti-graffiti sulla quale, per compassione, si può evitare di aggiungere ulteriori commenti.
A Berlino vanno tutti in metropolitana. O altrimenti in tram, sui bus o in bici lungo percorsi riservati che si snodano per tutta la città. A Berlino c’è un sistema di trasporto pubblico e collettivo che funziona e, per la cronaca, lascia (volutamente) ampio margine di “manovra” a chi non può permettersi il biglietto… A Berlino, il risultato è che ci si muove bene e il traffico non sembra affatto quello di una capitale.
A Bologna, che non è una capitale, non si capisce dove finisce il traffico dei viali ed inizia quello della tangenziale. A Bologna si duella all’arma bianca su Sirio e si decide di far entrare più automobili in centro storico. A Bologna usare le piste ciclabili è spesso un atto eroico. A Bologna c’è un groviglio di progetti (e fallimenti) attorno alla figura mitologica del Metròcivispeoplemover che solo capirci qualcosa è un miracolo. A Bologna, perfino, si inaugurano monumenti ai camion: non se la prendano i camionisti, che fanno un lavoro difficile, ma questo la dice lunga sulla cultura della mobilità e del trasporto che vige a queste latitudini (per allargare un attimo il discorso: tornando da Berlino, in Italia capita di metterci cinque ore a fare in treno meno di 200 chilometri e questo qualcosa vorrà dire).
A Berlino, si beve tranquillamente una birra fuori dall’ingresso del bar. A Berlino ci sono intere vie in cui un locale segue l’altro, la gente socializza e si diverte, i quartieri sono vivi anche grazie a questo. A Berlino, quando arriva l’ora di chiudere si chiude ma non c’è un barista costretto a sfilarti la sedia da sotto il sedere perchè se sgarra di mezzo minuto passa i guai. A Berlino, non ci si crede, non ci sono plotoni e plotoni di poliziotti in antisommossa a presidiare piazze e incroci.
A Bologna, semplicemente, il coprifuoco.
Serve a qualcosa un paragone così diretto fra città? Forse no. Ma a Berlino, che pure avrà la sue contraddizioni, gira un pezzo di mondo. A Bologna, nel frattempo, politici ed editorialisti blaterano di “città europea” e intanto svuotano la città. “Reclaim your city”, si legge su parecchi muri berlinesi…