A quindici anni dal g8 dell’omicidio di Carlo Giuliani, della mattanza della Diaz, delle torture di Bolzaneto, sostanzialmente impuniti poliziotti e loro capi, ancora privati della libertà i manifestanti condannati. Il commento di un nostro collaboratore.
Quindici anni non sono niente.
Sembra ancora di respirare i gas lacrimogeni e sentire quel rumore assillante degli elicotteri sopra la testa. Le urla di chi rimaneva a terra sotto i manganelli e quelle provenienti dalle maschere antigas dei reparti mobili. Ancora si sente nitido il rumore degli spari, le grida di chi era in Piazza Alimonda e l’immediato tentativo di nascondere e depistare tutto. Quindici anni sono passati senza farci dimenticare quei giorni. La “giustizia” ha fatto il suo corso, quello che più temevamo, portando alla quasi totale autoassoluzione dei responsabili delle violenze, in strada, alla Diaz e a Bolzaneto. Mentre, nonostante la condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo per la macelleria alla Diaz, il parlamento continua a perdere tempo sull’introduzione del reato di tortura. Per chi ha portato false molotov per giustificare pestaggi cileni di persone assonnate dentro ai sacchi a pelo, chi ha torturato nei corridoi e nelle stanze di un carcere decine di persone, chi ha sparato e ucciso, chi ha dichiarato falsa testimonianza, chi ha massacrato gente per strada, per chi ha ordinato tutto questo, per tutti loro non è cambiato niente, non è (mai) successo niente.
Per noi invece si, le strade di Genova sono lontane ma continuano ad essere sempre presenti, perchè appena abbiamo aperto gli occhi abbiamo visto un defender passare sopra il corpo di Carlo, e questo no, non è possibile dimenticarlo. Per i diversi compagni ancora privati della libertà per l’assurdo reato di devastazione e saccheggio. Per chi non riesce a stare inerme di fronte a ingiustizie e disuguaglianze, di fronte a un sistema che impoverisce e avvelena i più, per fare ingrassare i pochi. Per noi che ogni anno, in questi giorni, ci viene il nodo alla gola a ripensare a quelle immagini, viste e riviste con occhi lucidi e la rabbia che ti fa esplodere il cuore. Per noi che non dimenticheremo mai Genova, e continueremo a chiedere verità e giustizia per chi c’era e per chi non c’è più. Per tutte le vittime di questo sistema, e per coloro che ancora non sanno di esserlo.
Perchè Genova è ovunque e brucia ancora.
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