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Opinioni / Frascaroli, l’Esercito e il “buon senso”

Riceviamo e pubblichiamo un commento sull’ipotesi, caldeggiata dal Comune ed in particolare dall’assessore vendoliana al Welfare, di far presidiare i prati di Caprara dai militari per evitare gli insediamenti abusivi.

29 Settembre 2013 - 13:00

Apprendiamo che l’assessore Amelia Frascaroli ha definito “proposta di buon senso” quella di mandare le camionette dell’esercito ai Prati di Caprara. Perché l’esercito nella periferia di Bologna? Perché nel bosco dei Prati di Caprara, nell’area compresa tra la ciclabile di via
del Chiù e l’ospedale Maggiore, da anni ormai c’è un accampamento di un centinaio di persone. Tende, baracche fatte di cartone e sacchetti della spazzatura, niente elettricità, niente acqua potabile, solo qualche assistente sociale che ogni tanto si presenta nell’accampamento per fare “monitoraggio” per il Comune. Gli stessi consiglieri comunali del Partito democratico hanno detto più volte che la situazione ai Prati di Caprara è estrema, e che lì non sono garantiti standard minimi di vita e diritti umani. Nessun servizio fornito dalle istituzioni dunque, salvo a volte un’occhiata per verificare che la povertà non sia degenerata in tragedia. Questo è stato quanto fatto fino ad ora dall’assessorato al welfare. Che evidentemente si è sentito in dovere di fare di più. Da qui, probabilmente, l’idea di mandare militari che dovranno pattugliare la zona, e se possibile entrare con le loro camionette, le loro divise e le loro armi, fin dentro l’accampamento, per rendere la vita difficile a chi già non ha casa e vive in una bidonville.

Una triste parabola per un assessore (al welfare, vogliamo sottolinearlo!) che nel 2011 si presentò alla città con cinque parole d’ordine. Le prime tre? “Pane, inclusione, rispettarsi”. E’ giusto ricordarlo, perché le parole sono pesanti come pietre, sopratutto in questi casi, e perché due anni dopo quella stessa persona finisce per giudicare come “buon senso” l’invio dell’esercito in un accampamento di poveri. Ecco qui il trionfo della cosiddetta sinistra e di Sel: l’esercito contro i poveri, che dopo anni di sgomberi stanno diventando un fardello insostenibile per una città che evidentemente vuole ripulirsi la coscienza cacciando con le armi tutti coloro che stanno ai margini. Vogliamo dare un consiglio all’assessore. Sempre nel lontano 2011 disse di voler avere “un’impronta ecosostenibile”. Bene, si dimetta allora, se ne vada, sparisca, prima di abbracciare altre proposte di “buon senso” a base di militari e forze dell’ordine.