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Operai Titan: “La nostra lotta non si ferma”

RIceviamo e pubblichiamo un resoconto delle ultime giornate di mobilitazione da parte dei lavoratori dello stabilimento di Crespellano, che la proprietà intende chiudere: si prosegue con occupazione, sciopero bianco e blocco delle merci.

27 Ottobre 2014 - 17:36

Giovedì 23 ottobre

In mattinata è continuata l’occupazione dello stabilimento di Crespellano (Valsamoggia) da parte degli operai. Nonostante le pressioni padronali che “normalmente” contraddistinguono queste fasi, i lavoratori e le lavoratrici – per dare ancora maggiore visibilità alla propria lotta – hanno rilanciato, decidendo di proclamare per la giornata di giovedì 8 ore di sciopero sui tre turni, dunque per tutte le 24 ore, con picchetto davanti i cancelli. È stata ammainata la bandiera americana dei padroni dello stabilimento, come gesto simbolico e determinato. Alle ore 10 come operai Titan – assieme ai lavoratori di Finale Emilia (Mo) e Fanano (Mo) – siamo partiti verso Confindustria, a Bologna. Gli operai della Titan erano presenti al completo, a parte i lavoratori rimasti a presidiare lo stabilimento. Alta la presenza di operai di Fanano appartenenti al gruppo Titan: circa la metà dei 30 operai che compongono lo stabilimento. Sottotono invece la presenza dei lavoratori dello stabilimento di Finale Emilia, poco più di una decina.

La partecipazione e la solidarietà di compagne e compagni esterni alla fabbrica, sotto la sede di Confindustria, sono state importanti: c’erano compagni e compagne dell’Iqbal Masih, di Usb, compagni e compagni sparsi ma, soprattutto, lavoratori e lavoratrici della Bonfiglioli, della Italtractor ITM – gruppo Titan – a manifestare la propria solidarietà. Vi è stata inoltre la partecipazione di delegati di altre fabbriche. Il tavolo di incontro dei delegati Titan con Confidustria non ha sortito, come ampiamente previsto, alcun effetto. Si è trattato di un incontro poco più che formale in cui il sindacato dei padroni non ha fatto altro che prendere atto dello stato delle cose e della determinazione degli operai. Alla fine dell’incontro, il presidio sotto Confindustria si è trasformato in un corteo attivo e determinato di circa 150 lavoratori e solidali che hanno percorso via Castiglione, bloccando successivamente i viali all’altezza dei giardini Margherita. Rientrati alla Titan gli operai hanno continuato lo sciopero di 24 ore e il presidio all’interno del cortile con il blocco delle merci in uscita. La determinazione operaia ha inoltre tenuto fuori dai cancelli i dirigenti della Titan che tentavano di accedere allo stabilimento mentre gran parte degli operai erano impegnati in città.

Il dato più importante emerso nel pomeriggio di sciopero, presidio e blocco è stato rappresentato dal danno produttivo crescente che come operai in lotta stiamo arrecando al padrone. I clienti dell’azienda, infatti, reclamano sempre più insistentemente le commesse di freni e per questo il padrone, tramite i carabinieri e poi il sindaco di Valsamoggia, ha tentato di trattare sulla fuoriuscita delle partite di freni dallo stabilimento. Provocatoriamente come operai – attraverso l’intermediazione del sindaco di Valsamoggia – abbiamo fatto sapere al padrone che i camion sarebbero sì usciti dalla Titan di Crespellano, ma esattamente un minuto dopo il ritiro dei 186 licenziamenti da parte dell’azienda. La risposta del padrone è stata la “disponibilità” a sospendere per 3 giorni i licenziamenti. Gli operai hanno rispedito immediatamente al mittente tale proposta, ribadendo con forza che l’obiettivo della lotta è il ritiro senza mezzi termini dei licenziamenti. Su altre basi non c’è possibilità alcuna di mediazione.

Venerdì 24 ottobre

Dopo lo sciopero di giovedì 23, venerdì sono continuati lo sciopero bianco e il presidio con occupazione dell’atrio della fabbrica e della saletta sindacale. Soprattutto si è proseguito nel blocco totale delle merci in uscita. Siamo all’ottavo giorno. A metà mattinata vi è stata l’assemblea dei lavoratori per decidere sui contenuti della piattaforma da presentare nell’incontro coi padroni fissato per mercoledì 29 ottobre. L’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori della Titan ha approvato all’unanimità come punto centrale la difesa ad oltranza dei 186 posti di lavoro. Nel pomeriggio vi è stato un incontro coi padroni, previsto come passaggio burocratico da tenersi entro 7 giorni dal ricevimento delle lettere di licenziamento. Con l’arroganza che li contraddistingue i servi del padrone hanno proposto nuovamente la sospensione per tre giorni dei licenziamenti, misura senza alcun significato se non quello di far partire con tre giorni di ritardo la mobilità. Sappia il padrone che gli operai e le operaie hanno l’intelligenza per non cadere né in questi rozzi tranelli né in altri più subdoli che il padrone senz’altro proverà a tendere.

Nel pomeriggio, Alan Fabbri, sindaco leghista di Bondeno e candidato alle regionali in Emilia Romagna per Forza Italia e Lega Nord, con l’arroganza che contraddistingue questi loschi figuri, è comparso davanti ai cancelli della fabbrica per portare la propria finta solidarietà. Non è stato neppure necessario porsi in maniera drastica nei suoi confronti: le condizioni oggettive che muovono la nostra lotta sono di per sé sufficienti a negare qualsiasi spazio di agibilità ad un personaggio di tale risma il quale, infatti, a contatto con la determinazione operaia, si è rapidamente dileguato. Lo sciopero bianco, il presidio ed il blocco sono continuati per tutto il resto della giornata: tutt’e tre queste forme di lotta sono iniziate venerdì 17 ottobre, senza conoscere sosta alcuna.

Sabato 25 ottobre

Gli operai Titan hanno partecipato con due pullman alla manifestazione della Cgil a Roma. Hanno aperto lo spezzone del corteo della Fiom Emilia Romagna, facendo sentire la propria rabbia lungo le strade della capitale. Ovviamente l’occupazione parziale della fabbrica ed il blocco non si sono arrestati: mentre la maggior parte degli operai sono scesi a Roma, una parte ha infatti continuato costantemente il presidio con occupazione parziale della fabbrica.

Domenica 26 ottobre

La nostra lotta non si ferma: abbiamo iniziato venerdì 17 e continueremo fino alla fine. Oggi, domenica 26 (ieri, ndr), siamo giunti al decimo giorno di occupazione parziale, sciopero bianco e blocco merci:

1) SCIOPERO BIANCO: timbrando il cartellino ma producendo a ritmi lentissimi così da bloccare di fatto la produzione ed essere al contempo pagati;

2) BLOCCO DELLE MERCI IN USCITA: una forma di lotta che arreca danni consistenti al padrone che non può rispettare gli impegni presi coi clienti sulla consegna dei freni. Per quanto riguarda invece il blocco dell’uscita dei cerchioni agricoli, la nostra speranza è quella che – dovendo questi pezzi per forza passare dallo stabilimento di Finale Emilia per essere saldati nell’anello – il padrone sia poco organizzato con le scorte di merce proveniente da Turchia e Cina, in modo tale da ottenere un blocco di fatto anche a Finale che necessita dei nostri pezzi per poter produrre.

3) OCCUPAZIONE PARZIALE DELLA FABBRICA: continueremo ad occupare e picchettare l’atrio interno della fabbrica.

Invitiamo, come sempre, tutti i compagni e le compagne a passare: ci troverete sempre qui, di giorno e di notte, determinati e decisi più che mai. Gli orari migliori per incontrare gli operai in lotta sono, durante la settimana, dalle 12:30 alle 14 e dalle 18 alle 20. Durante i fine settimana, invece, si può passare ad ogni ora.

Operai in lotta della Titan di Crespellano