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OccupyUnibo: blitz in Segreteria studenti, aspettando Napolitano

“Oggi abbiamo lanciato come provocazione l’invito a non pagare più le tasse universitarie, ma nei prossimi mesi lo Sportello contro il debito avvierà un grande percorso di inchiesta”.

15 Dicembre 2011 - 18:17

Oggi la Segreteria Studenti dell’Alma Mater di via Zamboni 33 è stata teatro di un’azione comunicativa della campagna “OccupyUnibo” che da quasi un mese ormai ha una sede stabile all’interno della nuova “Officina del Sapere” di via Zamboni 32 occupata al termine di un’intenso novembre di lotta contro il governo Berlusconi prima e quello tecnico (ma solo a parole) di Monti poi.

Cosa volevamo comunicare?

Abbiamo appreso che la nostra università vorrebbe consegnare a Giorgio Napolitano il 30 gennaio prossimo una laurea honoris causa in Relazioni Internazionali. Pensiamo sia un affronto che l’Ateneo voglia concedere un titolo di questo genere ad una persona che lungi dal ruolo superpartes che impersonifica, è direttamente responsabile della consegna del potere del nostro paese alle banche e alla finanza internazionale.

Per non parlare del suo ruolo decisivo nella partecipazione del nostro paese alla guerra di Libia, della firma da lui apposta a tutte le peggiori leggi del Governo Berlusconi, come la legge Gelmini o il lodo Alfano, del fatto che abbia istituito lui per primo i CPT simbolo di quel razzismo istituzionale che ghettizza il migrante e lo rende vittima, in ultima istanza, di tragedie come quella di Firenze.

Gli studenti e le studentesse non Alma Mater non permetteranno a Napolitano una passerella, ma anzi consegneranno a lui la laurea della crisi, del debito, della precarietà! Ci vediamo il 30 gennaio!

Ma ci scaglieremo, nei mesi a venire, anche contro quella che è l’applicazione della riforma Gelmini in università. Lo stesso Rettore Dionigi che si è sempre distinto nell’appoggio alla riforma (non considerando le grandi mobilitazioni di studenti, ricercatori, personale ATA pesantemente colpiti dagli effetti della riforma) tace quando l’università di Bologna sfora ampiamente il prelievo massimo che è consentito richiedere agli studenti tramite le tasse universitarie e dovrebbe riflettere quando la dittatura del debito, che obbliga gli studenti a lavorare insieme allo studio, porta a tragedie come quella di Trieste dove un ragazzo è morto lavorando in nero per non gravare sulla sua famiglia a livello di spese per sostenere l’università!

Oggi abbiamo lanciato come provocazione l’invito a non pagare più le tasse universitarie, ma nei prossimi mesi lo “Sportello contro il debito” che abbiamo fatto nascere in via Zamboni 32 avvierà un grande percorso di inchiesta per andare a scovare il lavoro nero, la precarietà, il ricatto a mezzo debito che sono strutturali nella nostra università. Un’inchiesta che si darà subito dei passaggi di lotta però. 40000 sono gli italiani che chiedono un prestito per i propri studi o per quelli dei loro figli! E questi soldi vanno tutti alle banche, che sono state le istituzioni che hanno creato la crisi e che viaggiano a braccetto con le università sempre più aziende. Del resto Profumo, neo ministro con passato in Unicredit, è il miglior esempio possibile di come debito e business siano ormai la cifra dell’università, un modello di università che non smetteremo mai di combattere!

Sportello contro il debito ogni mercoledì dalle 16 alle 18

@ OccupyUnibo Officina del Sapere di via Zamboni 32