Un testo tratto dallo spettacolo “Noi sudditi… e il debito sovrano? …nahhh!”, messo in scena dalla Compagnia del Tinello, che ha portato Santa Insolvenza sul palco di Vag61.
Occupiamo!
Occupiamo il posto delle fragole, il volo oceanico e le anime candide… Occupiamo un bel viso, i tamburi nella notte e quattro sedili di un treno…
Occupiamo il terrore e la miseria, l’eccezione e la regola, gli spazi tra gli organi…
Occupiamo un’immagine, le lingue, i discorsi…
Occupiamo la scena, il gesto, il corpo… Occupiamo un arco, un ponte… e l’arco di un ponte.
Occupiamo le sale, i bar, un garage, un appartamento… un concerto, uno spettacolo, una stagione teatrale.
Occupiamo i black-bloc e i giornalisti a caccia di black-bloc…
Occupiamo la rivoluzione che non sarà teletrasmessa e la libertà che guida un popolo… Occupiamo la stampa e la televisione… il parassitismo, la menzogna e le bandiere.
Occupiamo una maschera dentro e fuori, il volto della pigrizia, il volto della civetta… i volti cupi e quelli entusiasti.
Occupiamo il maschile e il femminile, le trans, le queer, Lgbt… Occupiamo l’amore, la rabbia e il Vangelo.
Occupiamo i vecchi libri ritrovati… la dialettica… la violenza della critica e la critica della violenza… le armi della critica e la critica delle armi.
Occupiamo l’alba, la tempesta, i nostri raggi… i nostri respiri… lo spazio tra il dito e la luna, il cyber spazio… Occupiamo tutti gli spazi del possibile.
Occupiamo i mondi a parte, i centri di gravità permanente, i centri di detenzione temporanea e i Centri di Identificazione ed Espulsione…
Occupiamo Moody’s, Goldman Sachs, le Borse, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale.
Occupiamo WallStreet, Bankitalia, LaDéfense…
Steve Jobs e Steve Workers… Occupiamo il denaro.
Occupiamo i parlamenti e il sagrato delle cattedrali, la Val Susa e la FinCantieri, i palazzi del governo e i palazzi d’inverno… occupiamo tutti i cambi di stagione.
Occupiamo i Prati di Caprara, i Giardini Margherita, il Parco Cavaioni e la Manifattura Tabacchi…
Occupiamo piazza Cavour, davanti alla Banca d’Italia, il Ponte di via Matteotti e il ponte di via Stalingrado…
Occupiamo piazza Liber Paradisus, piazza Nettuno, piazza dell’Unità, piazza della Costituzione e piazza Maggiore…
Occupiamo Bologna.
Occupiamo i regimi capitalistici, la sovranità dello Stato Nazione, l’impero e la cittadinanza che non c’è.
Occupiamo le guerre, i carri armati, i generali, i colonnelli… e i soldati a cui la vittoria non porta nulla.
Occupiamo la crisi, i tagli e la povertà… la precarietà… il debito… i trucchi e le astuzie…
Occupiamo le tempeste finanziarie, i paradisi fiscali, le montagne di fuoco…
Occupiamo la democrazia dal basso e il mondo in frammenti… Occupiamo il 99%… le marce… le corse… le rivolte.
Occupiamo le altre cose… Occupiamo ciò che amiamo…
Occupiamo… compagni e fratelli, donne e uomini, ragazze e ragazzi…
Occupiamo la nostra vita, occupandoci degli altri… impedendo che la banalità si occupi di noi…
Occupiamo ancora…
Occupiamo tutto…
> Ascolta l’audio tratto dallo spettacolo:
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