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Occupazione abitativa in via Capo di Lucca

Nasce “Casa vacante” in un edificio dell’Asp “da troppi anni lasciato alla polvere”, racconta LUnA, per “dire chiaramente che abbiamo il diritto di restare a Bologna e che per farlo, nella situazione attuale, occorre inventarsi forme nuove dello stare insieme e dell’abitare che sappiano essere di slancio per la costruzione di spazi fisici e politici”.

05 Ottobre 2022 - 11:08

Nuova occupazione abitativa in città, per la precisione in via Capo di Lucca 22: nasce “Casa vacante”. Lo annuncia LUnA – Laboratorio universitario d’autogestione: “A Bologna, si sa, è quasi impossibile trovare casa. Non serve leggere i dati sui costi degli affitti, vedere centinaia di persone che si aggirano a caccia di un posto letto, ascoltare le dichiarazioni che a tutti i livelli manifestano una crisi: oggi a Bologna è quasi impossibile trovare un posto letto. Anche per chi ha la disponibilità economica, figuriamoci per la maggioranza precaria di chi sogna di esserci e contribuire allo sviluppo della città. Non possiamo e non vogliamo più rimanere a guardare. Oggi abbiamo aperto le porte di uno spazio pubblico inutilizzato, di proprietà Asp (Azienda servizi alla persona), ora in vendita nel piano di alienazione 2021-2023. Uno spazio nel cuore della zona universitaria da troppi anni lasciato alla polvere. Oggi nasce uno spazio che, in primis, ha finalità abitativa per quelle persone che a Bologna hanno difficoltà a rimanerci: studentesse e studenti che non trovano casa, lavoratrici e lavoratori che, pur avendo firmato un contratto di lavoro, non riescono a stabilirsi in città. In poche parole il precariato sociale che a Bologna ci vuole vivere e che però si deve confrontare con una forza respingente che costringe a rinunciarvi. Un arretramento per tutta la città a cui vogliamo contrapporre la pratica della condivisione, della rigenerazione sociale di spazi utilizzabili, del diritto ad abitare, vivere e cospirare la città che si sceglie. Uno spazio che vuole dire chiaramente che abbiamo il diritto di restare a Bologna, e che per farlo, nella situazione attuale, occorre inventarsi forme nuove dello stare insieme e dell’abitare che sappiano essere di slancio per la costruzione di spazi fisici e politici che guardino al futuro: utilizzo temporaneo degli spazi vuoti, nuova dialettica tra forze sociali e meccanismi normativi, capacità di superare insieme le insufficienze esistenti”.

L’amministrazione comunale “ha attivato una serie di contromisure, come lo stop alla vendita delle case Acer, l’istituzione di contratti d’affitto a canone concordato e il contributo affitti. Queste misure, giuste e necessarie, sono importanti ma non sufficienti- scrive LUnA- alle condizioni attuali del mercato immobiliare. Raccoglieranno i propri frutti solo nel medio-lungo termine anche se, in mancanza di una legislazione nazionale di regolamentazione sugli affitti brevi, o di interventi normativi locali che dimostrino più coraggio per porre un freno alla speculazione (sull’esempio di città come Amsterdam, Berlino e Venezia), rischiano di essere vanificate dal progressivo impoverimento sociale della città. Per quanto riguarda noi, l’intento è di inserirsi nel tessuto urbano come spazio di rinascita di pratiche positive per: trovare insieme a chi cerca disperatamente casa delle soluzioni condivise; contrastare le piattaforme che si stanno impossessando della città; riappropriarsi di forme di reddito erose dalla crisi energetica ed economica; difendere ed estendere il reddito di cittadinanza ora sotto attacco da parte della destra conservatrice e regressiva. Veniteci a trovare in via Capo di Lucca 22!”. Alle 16 di oggi è  in programma un’assemblea “di raccolta esigenze e lavori”.