Ieri sera l’iniziativa del Cua, dopo che l’area era stata “chiusa per motivi sanitari nel 2020 da parte di Unibo e mai più riaperta”, per restituire uno spazio di socialità alla zona universitaria. Ma stamattina l’accesso risultava nuovamente interdetto: “Convergiamo tutte davanti al 36 e riprendiamoci quello che ci spetta”, è il messaggio del collettivo.
Ieri sera “studentesse e precarie hanno deciso di riappropriarsi del cortile di via Zamboni 36 – chiuso per motivi sanitari nel 2020 da parte di Unibo e mai più riaperto”, ha comunicato il Cua: “Questi luoghi che per anni hanno rappresentato uno spazio fisico – e sociale – in cui organizzare conflitto dal basso, non possono più rimanere chiusi ma, anzi, da oggi saranno animati dalle pulsioni di chi ha deciso di lottare per una casa, per una vita migliore! Non ci sono case, non ci sono aule abbastanza capienti, non c’è mai posto in biblioteca, non ci sono spazi di socialità… siamo stufə di tutto questo!”. Per questo “in zona universitaria si è riaperto uno spazio di socialità. Il cortile del 36 di via Zamboni riprende vita; chi è a Bologna da un po’ l’ha vissuto come un luogo in cui conoscere persone, confrontarsi, autorganizzarsi. Con la pandemia però il cortile del 36 è stato sigillato e mai più riaperto, cavalcando l’onda dell’emergenzialità e protraendo questa chiusura ad oltranza”. Ieri sera “questo spazio è stato riaperto- continua il collettivo- e con esso la voglia di organizzarci collettivamente, vederci e viverci la zona universitaria e la città come desideriamo. La nostra ‘univercittà’, mentre si fa vanto delle migliaia di studentu che attira ogni anno, non si assume minimamente la responsabilità di questioni come l’assenza di case, lo spropositato aumento del prezzo degli affitti, le decine e decine di aule giornalmente sovraffollate, la quasi totale assenza di posti in biblioteca, l’inesistenza di spazi di socialità”.
Aggiunge il Cua: “Ci vediamo il 5 ottobre per recarci tuttə insieme ad inaugurare un anno ricco di lotte durante l’Alma Mater Fest, andiamo tuttə insieme a portare i nostri bisogni e i nostri desideri sul tavolo del rettore. Ci vediamo il 5 ottobre, ci vediamo nelle iniziative antagoniste, ci vediamo tra le strade e i plessi della zona uni e, da oggi, ci vediamo anche al cortile liberato del 36. Per questo, per altro, per tutto!”.
Poi l’aggiornamento diffuso oggi: “Stamattina, siamo tornate al 36 e abbiamo fatto l’amara scoperta del cortiletto interno nuovamente chiuso. Le motivazioni esposte in un cartello sulla porta in questione recitano ‘pericolo vetro pericolante’, ma la realtà che si nasconde è ben altra. Le motivazioni fornite dai responsabili della biblioteca, dopo le molteplici pressioni di studenti e studentesse accorse sul posto, convergono in definitiva su un unico punto: contingentare e limitare gli accessi. È stato detto esplicitamente che il cortile è chiuso poiché oggi l’Unibo è ancora incapace di controllare adeguatamente lo spazio. Ci pare chiaro che le motivazioni di chiusura dal cortile non siano strutturali, non siano sanitarie, ma siano politiche. Organizziamoci, convergiamo tutte davanti al 36 e riprendiamoci quello che ci spetta!”.