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Nuove soglie Erp, fuori da subito 495 famiglie

Per altri 258, a livello metropolitano, deroghe fino a due anni: in totale 753 nuclei esclusi in base alla riforma approvata dalla Regione. Social Log: “Si trasforma un diritto in un parcheggio a tempo determinato”.

09 Novembre 2016 - 16:27

Case - © Michele LapiniGli effetti della riforma dell’Erp approvata dalla Regione Emilia-Romagna si traduce in numeri concreti: sono 495 i nuclei familiari (per un migliaio di persone) sul territorio metropolitano di Bologna (344 nel capoluogo e 151 negli altri Comuni) che dovranno uscire subito dagli alloggi popolari a causa dei nuovi criteri di permanenza, che entreranno in vigore a partire dal prossimo 1 gennaio: la soglia Isee viene abbassata da circa 34.308 a 24.016 euro e viene introdotto un tetto di 49.000 euro di reddito patrimoniale. Ma l’impatto in realtà è anche più ampio, perchè le nuove soglie tagliano fuori anche altri 258 nuclei (185 a Bologna e 73 sul resto del territorio) che però potranno usufruire di alcune deroghe, applicabili al massimo per due anni: questo per la presenza di disabili, anziani e minori in carico ai servizi sociali (se non si sforano le soglie oltre una certa misura) oppure perchè il superamento dei parametri economici è lieve. Sommando il dato delle famiglie che dovranno uscire da subito e quello delle deroghe, si arriva ad un totale di 753 nuclei destinati a lasciare l’alloggio Erp. L’obiettivo è che la casa popolare “non sia più come un diamante e cioè per la vita”, fa ironia la vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini, autrice della riforma, aggiungendo: “Giro col casco della Vespa perchè mi sono ritrovata con le signore delle case popolari che mi inseguono e al supermercato devo stare attenta”. Ieri sera, intanto, mentre si svolgeva la Conferenza dei sindaci che ha approvato le linee guide per l’applicazione dei nuovi criteri, la sede della Città metropolitana era presidiata dalla Polizia.

C0sì commenta Social Log: “Nel 2015, vennero già introdotte alcune modifiche sostanziose per l’accesso e la permanenza negli alloggi popolari con l’applicazione del requisito di 3 anni di residenza continuativi nel territorio emiliano romagnolo per poter accedere alla graduatoria Erp. Un requisito che questi anni ha portato all’esclusione delle domande di casa popolare numerosi richiedenti che da anni attendevano l’assegnazione di un alloggio e che da un giorno all’altro si sono visti privati di questo diritto, molto spesso per uno sfratto eseguito o per l’intollerabile effetto dell’articolo 5 del Piano Casa. Oltre al limite di accesso, la Regione ha dato il via ad un cambiamento storico nella gestione delle case popolari utilizzando il meccanismo del turn over, introducendo in questo modo la precarietà nella permanenza in un alloggio popolare. Di fatto abbassando la soglia ISEE per la permanenza si trasforma ciò che dovrebbe essere un diritto in un parcheggio a tempo determinato. La giustificazione della Gualmini che afferma che in questo modo le famiglie più povere potranno accedere alla casa popolare trovando spazio la dove le famiglie più ricche avranno lasciato il posto è una frottola, in quanto 24.000 euro di soglia ISEE saranno facilmente superate da una famiglia in cui entrambi i genitori lavorano, o allo stipendio di un genitore si sommano delle agevolazioni al reddito (anch’esse entrano a far parte con il nuovo calcolo ISEE nel reddito di una famiglia), ritrovandosi cosi a dover fare i conti con canoni a prezzi di mercato che superano gli 800 euro al mese per un appartamento”.

“Questi numeri – prosegue la nota – faranno aumentare le cifre degli sfratti annuali a Bologna che ad oggi sono tre per ogni giorno dell’anno. A ciò si associa il fallimento di tutte le politiche di intervento sull’emergenza abitativa della giunta comunale che addirittura è determinata a chiudere il Galaxy che da solo è 1/3 degli alloggi di transizione abitativa disponibili. Si farà quindi pesare sulla vita dei cittadini in difficoltà il fallimento completo dei servizi sociali e delle cooperative sociali che nel Galaxy hanno trovato solo una fonte di lucro limitando la propria attività alla guardiania e al “taglia nastri” per la stampa cittadina.”

Si legge poi: “Questo scenario preoccupante fino a qualche mese fa veniva definito dall’assessore Frascaroli allora in carica ‘una catastrofe umanitaria pari al dopo guerra’ oggi invece, a soli cinque mesi dalla nuova giunta, l’attuale assessore alla casa Gieri si comporta e fa dichiarazioni come se l’emergenza abitativa non esistesse, e come se il disagio abitativo di migliaia di cittadini non sia di suo interesse. I risultati delle politiche e degli atteggiamenti renziani della giunta regionale e comunale sono davanti agli occhi di tutti e vengono vissuti con sempre maggiore ostilità dagli abitanti delle periferie di Bologna che non sono più disposti a subire tagli al welfare e sfratti.”

Conclude il collettivo: “La situazione giorno dopo giorno si fa insostenibile e nei prossimi mesi, quando decine e decine di pensionati verranno scacciati dalle case popolari ci chiediamo quali saranno gli strumenti che questa giunta vorrà proporre per risolvere la questione. Sappiamo già che renzianamente consiglieranno a tutti di “stare sereni”, ma quando la misura sarà colma non basteranno i manganelli e i gas velenosi del questore Coccia a frenare la necessità di riprendersi il diritto alla casa così arrogantemente e brutalmente sottratto dall’assessore Gualmini e Gieri in perfetto stile Matteo Renzi.
Rilanciamo quindi la campagna per una moratoria immediata degli sfratti e annunciamo che continueremo a resistere agli ufficiali giudiziari e alla polizia sempre pronti a sbattere in strada famiglie e a fabbricare nuovi senza tetto. E se soluzioni dignitose non saranno attuate la sola strada che resterà sarà nuove occupazioni abitative e resistenza agli sgomberi”.