Acabnews Bologna

Nuova accusa per Delbono, mentre si indaga sugli appalti della sanità

Il sindaco (uscente) indagato anche per aver tentato di indurre l’ex compagna a non raccontare tutto ai magistrati, che intanto si interessano agli appalti del Cup2000 e alle eventuali responsabilità della Regione.

27 Gennaio 2010 - 22:41

Nuova accusa per Flavio Delbono, sindaco di Bologna in procinto di formalizzare le annunciate dimissioni: oltre che per abuso di ufficio, truffa aggravata e peculato ora e’ indagato anche per i tentativi di indurre la sua ex compagna Cinzia Cracchi a non raccontare tutto ai magistrati nell’ambito dell’inchiesta che li vede coinvolti. Il reato, tecnicamente, e’ tentata induzione a rendere dichiarazioni mendaci, o a non renderle, davanti all’autorita’ giudiziaria (articolo 377 bis del Codice penale). La nuova ipotesi di reato nasce dalle parole di Cracchi, che ha raccontato di aver avuto pressioni e offerte da Delbono per tacere, ma anche da quelle di presunti testimoni o mediatori degli incontri intercorsi tra i due (tra questi l’assessore Luisa Lazzaroni, che porto’ a Cracchi una busta con denaro da parte di Delbono).

Intanto, la Procura ha cominciato ad approfondire la trafila degli appalti affidati dal Cup2000 (società a capitale pubblico che si occupa di prenotazioni sanitarie) a Mirko Divani, l’amico di Flavio Delbono e intestatario del conto corrente collegato al bancomat consegnato dal sindaco alla sua ex compagna. Per far luce sul capitolo appalti, probabilmente, i magistrati apriranno un fascicolo a parte. In particolare ci si sta concentrando su possibili irregolarità in merito ad un progetto affidato alla ditta di Divani senza gara d’appalto (in apparenza violando quanto prevede la convenzione della Regione) e superando il limite massimo di 200.000 euro di importo pagabile alla ditta in questione. Non si parla ancora di reati, ma in astratto si affaccerebbero l’abuso d’ufficio (da parte del Cup2000) e l’omissione di atti d’ufficio da parte della Regione, a cui potrebbe essere contestata la mancanza di controllo su come questi appalti venivano gestiti dal Cup.