L’Usb interviene su Tper, sull’inchiesta sui servizi funerari e sul sistema cooperativo | Accuse di terrorismo, ci sarebbero fermi anche a Bologna | Cobas: “Concorso in tempi brevi per le supplenze nei nidi” | Nuove testimonianze sulle sfruttamento nei luoghi di lavoro.
Alcuni giorni fa Helmut Moroder, dopo essersi dimesso dall’incarico di amministratore unico di Srm, l’agenzia per la mobilità e il trasporto pubblico di Bologna, ha mosso pesanti accuse sulla gestione di Tper. Nessuna sorpresa per l’Usb: “Quante volte dopo lunghe attese vediamo transitare insieme due o tre bus della stessa linea a causa degli orari di percorrenza insostenibili? Quante volte gli autisti ci segnalano di non avere più nemmeno il tempo di andare in bagno per non accumulare ritardi pesanti? L’amministrazione comunale di Bologna queste cose le conosce e sono state ripetutamente segnalate ma ha sempre preferito tacere per non disturbare ‘strategie’ gestionali che producono milioni di utili. Con milioni di finanziamento pubblico destinati al Tpl che non vanno a garantire l’efficienza del servizio e la tutela dei lavoratori del settore. Tper è così diventata un affare sulle spalle dei lavoratori autisti e dei cittadini”.
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Secondo notizie circolate oggi sulla stampa mainstream, nell’ambito dell’operazione in cui è rientrato lo sgombero dell’Asilo occupato di Torino (intervento collegato ad un’inchiesta, con accuse di terrorismo, incentrata su una campagna di sabotaggio contro i centri di espulsione) alcune persone sarebbero state fermate anche a Bologna.
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In merito alle supplenze nei nidi comunali, in una recente assemblea delle educatrici precarie “si è ribadito che la cosiddetta ‘cartacea’ è precariato selvaggio mancando di trasparenza e regole certe e chiare”, fanno sapere i Cobas: “E’ necessario pretendere da subito un concorso in tempi brevi per evitare che la cartacea, da eccezione diventi sempre più una regola per l’amministrazione. Serve lottare fin da subito per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Noi crediamo che la qualità del servizio sia strettamente legata alla continuità dei contratti”.
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Dopo la contestazione nei confronti del gestore di un bar della zona universitaria, la pagina Facebook Il padrone di merda ha reso noto di aver raccolto ulteriori testimonianze sulle condizioni di lavoro in quel locale e che una di queste è stata censurata da Facebook. Intanto altre segnalazioni, si può leggere sulla stessa pagina, sono arrivate su una pizzeria del centro. Ad esempio: “Venivo a dir poco sfruttato, pagato una miseria per la mole di lavoro, rigorosamente in nero, non arrivavo a prendere nemmeno cinque euro all’ora”, recita un passaggio di una delle testimonianze rilanciate.
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Quanto sta emergendo a Bologna in merito all’inchiesta “Mondo sepolto” sul racket dei funerali è, secondo l’Usb, “solo la punta di un iceberg. Il sistema andava avanti da anni in assenza di controlli da parte delle istituzioni. Un’assenza che ha permesso ad aziende di pompe funebri di accaparrarsi il mercato dei servizi funerari, in cui le vittime da spennare sono le famiglie che devono affrontare le spese di un funerale. Quello che non emerge dall’inchiesta e dalle varie prese di posizione è l’origine di questo sistema predatorio: la privatizzazione del Servizio Cimiteriale del Comune di Bologna: prima della privatizzazione, il Comune di Bologna forniva un servizio trasparente con costi calmierati. È questa privatizzazione che ha permesso il sistema scandaloso che sta emergendo”.
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Oggi in Regione si è svolta un’audizione sul sistema delle coop. Scrive in merito l’Usb: “Il mondo della cooperazione si è completamente snaturato grazie al sistema degli appalti, che ha trasformato una gran parte delle cooperative in mero caporalato basato su assenza di diritti e sfruttamento schiavistico. Questo lo possiamo vedere nella logistica di Piacenza, dove fioccano i licenziamenti per chi lotta per i propri diritti, lo possiamo vedere a Bologna negli appalti dello stesso aeroporto Marconi, lo possiamo vedere in Romagna negli appalti sottopagati di Hera, una condizione che riguarda sia il settore privato ma anche quello pubblico. Dai lavoratori immigrati, che sono presenti in gran numero, nelle cooperative e negli appalti viene una grande lezione di dignità e una forte richiesta di organizzazione sindacale, una richiesta che sempre meno viene intercettata da Cgil Cisl Uil perché giustamente visti come parte del problema e non come soluzione”.