Protesta contro Zara dei Si Cobas, che intanto replicano alle accuse della Cgil sulla situazione all’Interporto | Per il Comune è “surreale” il dibattito sui nidi, ma Sgb: “Realtà è che a luglio l’attività educativa non è quella del resto dell’anno” | San Lazzaro privatizza le mense scolastiche.
Si Cobas in azione anche a Bologna nell’ambito, oggi, di una giornata nazionale di mobilitazione in solidarietà ai lavoratori Zara. “Sfruttamento, caporalato, paghe misere, oppressione: è questa la realtà delle condizioni di lavoro nei magazzini che smistano i vestiti che finiscono nei negozi Zara”, spiega il sindacato. “Soprattutto, i lavoratori sindacalizzati subiscono continui e pesanti attacchi: sia con riduzioni d’orario discriminatorie, sia addirittura minacciandoli di licenziamento. Con questa ennesima mobilitazione di lotta”, continuano i Si Cobas, “gli operai Zara organizzano una nuova protesta per denunciare ancora più forte la condizione lavorativa di sfruttamento e oppressione loro imposta dalla multinazionale spagnola della moda, innanzitutto attraverso l’utilizzo di cooperative che abbassano i salari e non rispettano i diritti, per esempio costringendo gli operai a orari di lavoro estenuanti o chiamandoli a lavorare senza preavviso. Oggi è la cooperativa Falco a colpire duramente il salario, i diritti e la dignità degli operai che lavorano la merce per Zara, così colpendo anche le condizioni di vita delle loro famiglie: i lavoratori non possono più sopportare tale grave, ingiusta situazione e a questo attacco padronale rispondono con la lotta, dentro i magazzini della logistica Zara e fuori, dai suoi negozi nei centri delle grandi città”.
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Intanto proprio i Si Cobas sono stati accusati di “minacciare ed intimidire” i lavoratori del magazzino Fercam dell’Interporto vicini ad altri sindacati. Pronto il sostegno del Comune di Bologna: “Dobbiamo difendere le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative cioè Cgil, Cisl e Uil”. Replica il sindacato di base: “In 20 anni la Cgil non è intervenuta all’Interporto di Bologna dove c’era caporalato e la più completa illegalità contrattuale ecc… Solo grazie al Si Cobas e all’intervento dei lavoratori che si sono ribellati a questo sistema d’impasto tra aziende confederali e istituzioni che hanno sempre coperto questo sfruttamento si è riuscito a scardinare questo sistema di illegalità e a migliorare notevolmente le condizioni economiche contrattuali e soprattutto di dignità nei confronti dei lavoratori interporto dove il Si Cobas ha più di 2.000 lavoratori iscritti ed è il sindacato di maggioranza. Quindi ci chiediamo perché le istituzioni non interpellano l’organizzazione che ha spezzato le catene di sfruttamento all’Interporto e che ha maggiore rappresentatività al suo interno? Alla Cgil e in particolare ai suoi dirigenti chiediamo di tornare a lavorare nei magazzini e toccare con mano il lavoro e le problematiche dei magazzini perché seduti davanti a una scrivania di certo non hanno legittima di parola perché hanno perso contatto coi lavoratori e col mondo del lavoro in generale”.
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“La realtà è che a luglio nei nidi comunali di Bologna l’attività educativa non è quella del resto dell’anno”, scrive Sgb, rispondendo alla vicesindaco Marilena Pillati che ha definito “surreale” il dibattito degli ultimi giorni. “Per quel che concerne le alte temperature, è vero che ‘tutti i nidi comunali della città sono dotati di impianti di climatizzazione negli ambienti adibiti al sonno’, ma l’attività dei bambini nel mese di luglio non si limita al dormire. Gli altri ambienti, sono caldi, insalubri e gli stessi giardini spesso sono sprovvisti di zone d’ombra!”. Tra gli altri punti: “Se un lavoratore si ammala non ‘si procede alle assunzioni di personale supplente’, come dichiara l’assessore, ma viene utilizzato personale già presente, addirittura i pedagogisti per sostituire le educatrici. I contratti dei tempi determinati vengono prolungati nel mese di luglio sui bambini certificati e per questo la gestione Ies ha chiesto la disponibilità alle supplenti solo il 28 giugno!”.
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La responsabile del centro pasti va in pensione. E così il Comune di San Lazzaro decide di privatizzare le mense scolastiche. La decisione è stata presa a maggio, agli sgoccioli del primo mandato del sindaco Isabella Conti (poi rieletta). Ora i genitori hanno preso carta e penna per scrivere all’amministrazione, chiedendo un confronto pubblico sulla vicenda ed esprimendo “viva preoccupazione per un’operazione che appare immotivata sia da ragioni economiche che di qualità del servizio”.