Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Noi Restiamo con Giusi: “Repressione inaccettabile, antifascismo è valore fondamentale” | Cobas: “Nidi a 40 gradi” | Usb: “Sopruso in Ateneo, ma diritto a lavoro e maternità inseparabili” | Nel mirino di Sgb le ferie negate ai docenti precari | Comune silente, ma saltano le cene del ristorante all’Arena orfeonica.

03 Luglio 2019 - 18:42

“Questo procedimento disciplinare è un atto di repressione inaccettabile che mette un altro tassello nel processo di criminalizzazione di chi dissente e alza la testa, di chi ancora crede che l’antifascismo sia un valore fondamentale da praticare ogni giorno. E tutto ciò diventa ancora più odioso nel momento in cui va a minacciare direttamente il posto di lavoro e il diritto al salario di una lavoratrice, così come era successo anche per l’insegnante di Palermo”. Così Noi Restiamo esprime a Giusi, la dipendente del Comune di Casalecchio su cui è stato aperto un procedimento disciplinare dopo la manifestazione antifascista del 20 maggio del contro Forza Nuova. Intanto il sindaco di Casalecchio, Massimo Bosso, conferma che “è in corso un procedimento amministrativo sulla conformità del comportamento personale della dipendente rispetto alle norme esistenti ed al Codice dei valori dei dipendenti”. Eppure, lo stesso Bosso dice che “non sono in alcun modo indiscussione nè sanzionabili il diritto a manifestare liberamente le proprie idee o i valori antifascisti”.

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Nei nidi comunali di Bologna ci sono situazioni in cui si toccano i 40 gradi di temperatura. Lo denunciano i delegati Cobas di Palazzo D’Accursio, tornando così a contestare il progetto che prevede l’apertura dei nidi anche a luglio. “Negli uffici dirigenziali con l’aria condizionata, nelle segrete stanze della politica- attaccano i Cobas– è facile prendere decisioni e siglare accordi, dimenticandosi di chi queste scelte le subisce sulla propria pelle”. Ma intanto “un vero e proprio ‘grido’ di denuncia ci e’ arrivato dai nidi dove educatrici, collaboratori e bambini, invece di fare educazione, si trovano a dover ‘combattere’ una guerra senza senso fatta di caldo insopportabile, ambienti non adeguati, fatica, sofferenza e disillusione”. I Cobas diffondono la testimonianza di una lavoratrice, che parla di “giardini polverosi e bollenti, sterpaglie ed erba secca. Facciamo giocare i bambini con l’acqua, nudi o solo col pannolino”, per poi portarli all’interno a metà mattina, in modo che stiano all’ombra, ma “in locali non climatizzati” e anche “spogli, perche’ il materiale didattico è stato riposto per settembre, solo qualche libro ormai logoro, qualche macchinina e poco altro”.

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“Nessuna donna può accettare soprusi come quello subito dalla nostra iscritta Emanuela Peracchi, che negli scorsi giorni ha affrontato a testa alta chi la spingeva a scegliere tra la maternità e la frequenza del corso Tfa di sostegno presso l’università di Bologna. Di fronte alle scuse surreali dei rappresentanti dell’ateneo che adducevano assurde motivazioni sulla mancanza di assicurazione per consentirle di allattare la sua bambina di tre settimane durante le lezioni- così riferisce l’Usb– Emanuela non si è arresa e in poco tempo ha vinto una battaglia per se stessa e per tutte noi. L’ateneo di Bologna si è rimangiato il tentativo di espulsione di una giovane madre lavoratrice, che senza abbattersi o chinare la testa ha riaffermato il proprio diritto alla maternità e al lavoro. L’Usb Pubblico Impiego ha prontamente scritto alla consigliera di parità della regione Emilia Romagna affinché aumenti la vigilanza e il controllo anche sugli enti pubblici per il rispetto dei diritti delle madri lavoratrici e dei loro figli. Non esiteremo a mettere in campo iniziative di lotta e mobilitazione se non verrà riconosciuto anche alla madri in attesa, che attualmente frequentano il tfa di sostegno presso l’università di Bologna, il diritto a svolgere il tirocinio senza ulteriori costi e rinvii”.

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Sgb Scuola solleva il caso delle “richieste di pagamento delle ferie richieste a giugno dai docenti precari e illegittimamente negate da alcuni dirigenti”. Per il sindacato di base “questo scandalo deve finire e dobbiamo andare fino in fondo. Sgb invita i docenti precari che si siano trovati in questa situazione a contattarci (tramite e-mail a bologna.scuola@sindacatosgb.it ) per delegarci a richiedere il pagamento dei giorni di ferie formalmente richiesti e formalmente negati dalle scuole”. Non si tratta “solo di ricevere quanto ci spetta (già ampiamente decurtato dalla finanziaria del 2013), ma di difendere la nostra dignità di lavoratori”.

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“Nessuno si è fatto vivo, nè il Comune nè il quartiere e noi rimaniamo in attesa di vedere che cosa succederà domani sera (oggi, ndr) quando teoricamente sarebbe in programma la prima di queste cene”, fa sapere l’Associazione orfeonica, che da anni gestisce l’Arena di via Broccaindosso e una settimana fa ha segnalato con forte disappunto l’autorizzazione che il quartiere Santo Stefano ha concesso a un ristorante per organizzare delle cene a 50 euro negli stessi spazi. Ma probabilmente ora le cene non si faranno più. Il ristorante ha smesso di fare pubblicità alle serate e ha anche eliminato da Facebook gli eventi programmati. “A causa di una serie di problemi con permessi e autorizzazioni abbiamo dovuto annullare le nostre cene sotto le stelle”, spiegano dal ristorante. Un gruppo di altre realtà associative cittadine ha intanto espresso solidarietà ai volontari dell’Associazione orfeonica.