Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Hub, sistemati tutti gli ex ospiti | Adl Cobas e collettivi: “Ribaltato spettacolo disumanizzante” | Sgb: per personale nidi comunali “problematiche ormai croniche” | Due giorni fa presidio solidale con sciopero fame per chiusura As2 carcere L’Aquila | Cua: “Conosciamo problemi piazza Verdi, per questo eventi autogestiti fondamentali”.

12 Giugno 2019 - 19:28

Gli operatori dell’Hub hanno lavorato fino all’alba di oggi per sistemare tutti gli ex ospiti di via Mattei, dopo che solo in 39 hanno accettato di andare in Sicilia, “scegliendo liberamente e in modo consapevole”, come torna a sottolineare Asgi. Tutti gli altri sono rimasi sul territorio, e sono state rintracciate anche tutte le persone che si erano allontanate volontariamente temendo il trasferimento coatto. Una sessantina di persone, come già annunciato, andranno dunque nei centri di accoglienza di Bologna, Ferrara, Piacenza, Reggio Emilia e Rimini. Ventitrè sono all’Eremo di Ronzano, come conferma Benito Fusco dal suo profilo Facebook: “Vanno casa, cibo, aria pulita e guardano la citta’ dal colle di Ronzano. Noi dormiremo contenti, felici come servi inutili, ma amati: siamo sempre più convinti che può bastare un gesto di umanità per avviare un corso diverso delle cose”. Per un’altra trentina era stata trovata sistemazione già ieri pomeriggio tra Caritas e altre strutture.

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“L’ordine di svuotamento dell’Hub disposto unilateralmente dal ministero dell’Interno”, si legge in un lungo post diffuso in rete da Adl Cobas, Ya Basta, Tpo e Làbas “non rispondeva al bisogno di garantire migliori condizioni di accoglienza ai richiedenti asilo, ma piuttosto a quello di ribadire che le vite dei richiedenti asilo non hanno dignità né diritti, ma sono corpi in esubero, da sfruttare mediaticamente nella loro connotazione negativa di emergenza problematica. Vite da sacrificare, insieme a coloro che vivono con straordinaria dedizione e professionalità del lavoro legato ai servizi di accoglienza e welfare, per la politica sovranista e razzista del governo. Dalla Prefettura e dal Viminale si pensava così di mettere in moto lo spettacolo disumanizzante dei profughi caricati sui pullman e spostati a migliaia di chilometri di distanza, nell’indifferenza e nel disinteresse per percorsi di inserimento interrotti, per richieste di asilo compromesse, per progetti di autonomia bloccati”. Invece, “questo spettacolo è stato ribaltato”.

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“Siamo ad un bivio, o si decide di continuare ad essere succubi di accordi-ricatto dell’amministrazione dedita allo sciacallaggio della dignità del lavoratore o si rivedono e si stracciano certi accordi”. Lo scrive l’Sgb in merito al personale dei nidi comunali, lanciando un’assemblea per domani: nonostante alcuni “piccoli cambiamenti”, sono diventate “ormai croniche le problematiche legate all’aumento dei carichi di lavoro per il cambio del rapporto numerico adulto-bambini, la non totale copertura dei casi di handicap, le continue negazioni di diritti come le ferie e permessi, oltre alla difficoltà di garantire le sostituzioni del personale assente, reso ancora più grave dalle bocciature del personale storico al ‘concorso vergogna’ del 4 settembre”.

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“Nel pomeriggio di lunedì 10 giugno c’è stato un presidio solidale con le le compagne e i compagni in sciopero della fame per la chiusura dell’As2 dell’Aquila. Il presidio- si legge sulla pagina Rete Evasioni, su Facebook- si è poi spostato, creando una presenza mobile in strada, unendosi per un tratto al corteo di denuncia per la morte di un rider travolto e ucciso stanotte da una volante di polizia, e proseguendo poi fino alla zona universitaria dove sono stati fatti alcuni interventi e appesi degli striscioni per dare voce allo sciopero delle compagne e dei compagni”. Al presidio, che seguiva altre due iniziative sullo stesso tema organizzate al Tribolo, aveva aderito anche l’Associazione Bianca Guidetti Serra: “Ci sono sezioni, nelle carceri italiane, dove il trattamento penitenziario è tortura”.

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“Combattere la mercificazione delle espressioni e dei saperi contro il perbenismo urbano di chi ci impone un modello di vita che non ci appartiene nei luoghi che viviamo tutti i giorni; contro una zona universitaria sempre più vetrina, che maschera le proprie contraddizioni dietro qualche iniziativa imposta dall’alto e partecipata da consumatori addomesticati o dietro qualche baretto ‘in’. Siamo consapevoli dei problemi che vivono piazza Verdi e la zona universitaria tutta- ha scritto il Cua, dopo la conclusione dell’ultimo Batti il Tuo Tempo Festival- e non vogliamo ignorarli; per questo crediamo che eventi autogestiti come Bitt Festival siano fondamentali per la moltiplicazione di spazi altri, di socialità, lotta, creatività ed espressione di tanti e tante”.