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Usb porta bollette a Palazzo d’Accursio: “Utilizzare una quota del bilancio per le famiglie che non riescono a pagare” | Strage, processo Bellini: terminate le arringhe delle parti civili | Si Cobas: “Siamo arrivati ai confini dell’Ucraina per portare un messaggio di unione con tutti i lavoratori, in particolare con il popolo ucraino sotto attacco”.

04 Marzo 2022 - 20:10

“Portiamo le nostre bollette rincarate al Comune”. Una delegazione di Usb si è recata oggi al Palazzo comunale “per rivendicare l’utilizzo di una quota di bilancio pubblico a favore dei nuclei che non riescono a pagare le bollette”, riferisce il sindacato, aggiungendo che venerdì 18 sotto il Comune si terrà un nuovo presidio “per l’apertura di un tavolo volto ad abbassare, oltre le bollette, i costi di tasse comunali come la Tari, le rette di asili e nidi pubblici, i costi dei trasporti. Vogliamo inoltre avviare una trattativa con i supermercati cittadini, per abbassare i prezzi dei beni di prima necessità”.

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Si sono concluse oggi in Corte d’Assise le arringhe dei legali di parte civile al termine del nuovo processo sulla strage del 2 agosto 1980, che vede imputati Paolo Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia. Tutto il collegio si è unito alle richieste di condanna avanzate dalla Procura generale,che ha chiesto l’ergastolo con tre anni di isolamento diurno per Bellini, sei anni per l’ex capitano dei Carabinieri Segatel e tre anni e sei mesi per Catracchia. Prima che i giudici si chiudano in camera di consiglio per formulare la sentenza, mancano dunque solo le arringhe dei difensori, che inizieranno mercoledì prossimo. Nelle scorse udienze, tanto l’Avvocatura dello stato quanto i legali dei familiari delle vittime avevano avanzato richieste milionarie di risarcimento ai tre imputati.

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“Come lavoratori, siamo arrivati ai confini dell’Ucraina partendo dall’Italia per portare attraverso i paesi europei un messaggio di unione con tutti i lavoratori e in particolare con il popolo ucraino sotto attacco. Portiamo la nostra piena solidarietà ai lavoratori e al popolo ucraino che soffre sotto le bombe, e alla sua lotta per il diritto all’autodeterminazione nazionale che l’aggressione russa vuole cancellare”. Lo scrivono i Si Cobas, aggiungendo: “Denunciamo la partecipazione del governo italiano al crescente dispiegamento militare Nato nell’Europa centro-orientale, che ha contribuito ad acuire le tensioni che hanno portato alla guerra, e ci opponiamo all’ulteriore invio di militari in quella regione. Per fermare la guerra, la risposta non può essere il sostegno a uno schieramento imperiali sta contro l’altro. Esprimiamo grande apprensione e solidarietà per le centinaia di migliaia di donne, bambini e anziani costretti a lasciare le loro case e cercare rifugio in altri paesi, tra cui l’Italia”.