Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Asia-Usb in presidio sotto il Comune ottiene di incontrare la Giunta sull’emergenza abitativa | Split ieri sera in piazza Verdi: “No alla trasformazione della zona universitaria” | Scritta fuori da una trattoria del centro: “Ai vostri ricatti rispondiamo organizzandoci” | A Gaggio Montano chiude stabilimento ex Saeco, Usb: “Mera speculazione”.

11 Novembre 2021 - 19:15

Nel pomeriggio di oggi, “a più di un mese dall’occupazione di via Zampieri 13“, si è tenuto un presidio di Asia-Usb sotto il Comune “insieme a tanti inquilini, famiglie sotto sfratto, occupanti e solidali”, ottenendo un confronto con l’assessora alla casa. “È ora di mettere al centro il diritto all’abitare e imporrlo con forza nella nostra città!”, rimarca il sindacato, che denuncia che “l’emergenza abitativa si fa sempre più sentire, con un mercato privato inaccessibile, centinaia di alloggi popolari vuoti e abbandonati, mentre sono riprese le esecuzioni di sfratto e il carovita inizia a farsi sentire la conseguenza è che sempre più famiglie non riescono più a pagare l’affitto e a sostenere i costi della vita”.

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“Anche ieri ci siamo ritrovatə in tantə in Piazza Verdi per l’aperitivo benefit contro le multe in piazza che, anche se per poche ore, è stata proprio come la sogniamo: accessibile a tuttə, a ritmo di musica, con tanta voglia di essere spensieratə e dimenticare, anche solo per qualche ora, la tristezza causata dalla sempre più angosciante vita metropolitana bolognese. Abbiamo alzato il nostro grido di rabbia contro la trasformazione degli spazi della zona universitaria, dove ormai non puoi più stare se hai pochi soldi in tasca, se provi ad ascoltare della musica o semplicemente perché c’è uno spettacolo al teatro comunale. Ė un modello che non ci piace, escludente, che non ci fa sentire sicurə. Siamo felicə se in quegli spazi ci siamo noi, con le nostre storie e i nostri bisogni, ad autogestirli!”. Lo raccontano le studentesse e gli studenti di Split.

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“Ai vostri ricatti rispondiamo organizzandoci” è la scritta apparsa all’esterno di una trattoria del centro: “Un messaggio che attacca il sistema dei lavoretti, del lavoro grigio e della precarietà come unico orizzonte per la nostra generazione”, spiega Cambiare Rotta, contestando la tendenza “a individualizzare le responsabilità delle pessime condizioni di lavoro: se in questo locale i giovani vengono sfruttati, maltrattati o addirittura violentati, si pensa che la colpa sia del poco senso civico del proprietario”. Tuttavia “c’è un modello di lavoro che permette a queste attività di continuare nello sfruttamento”, di cui è “fautore” il “Partito Democratico, che negli anni ha portato deregolamentazione e precarizzazione del lavoro, andando a tutelare solo e sempre padroni e padroncini”. “Contro questo modello”, conclude Cambiare Rotta, “l’unica alternativa è l’organizzazione, che permette concretamente di darci gli strumenti per costruire la nostra prospettiva”.

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“Come per la GKN ancora una volta un fondo d’investimento, questa volta statunitense, decide improvvisamente di delocalizzare le produzioni e chiudere lo stabilimento della SaGa Coffee (ex Saeco) a Gaggio Montano. Una decisione presa non perché in crisi, ma semplicemente a mero scopo speculativo. Dopo la FIAC di Pontecchio Marconi, altri 220 e più lavoratrici e lavoratori dell’Appennino bolognese stanno rischiando seriamente di perdere il proprio posto di lavoro, 220 e più famiglie che rischiano di essere gettate nel baratro. La continua deindustrializzazione comporterà conseguenze pesantissime e disastrose per il tessuto sociale di questa parte del territorio poiché a pagarne le conseguenze non saranno solo i dipendenti diretti ma anche tutta la filiera. A tutte queste lavoratrici e lavoratori va la nostra incondizionata solidarietà”. Così Usb.