Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Raccolta fondi di Crash per spese legali e avvocati/esse: “Sostieni le lotte sociali!” | Dopo licenziamento vince in Tribunale, ma risarcimento non arriva: protesta davanti Palazzo Fava e Fondazione Carisbo | Libro Verde e Usb bocciano stanze abbracci nelle residenze anziani | Usb: “Retribuire tempo vestizione operatori Cra” | Venerdì l’ultimo saluto a Gilberto Veronesi.

16 Dicembre 2020 - 20:37

Il Laboratorio Crash lancia una raccolta fondi per sostenere le spese dei processi legati alle lotte sociali portate avanti in città. “Gli ultimi dieci anni per la città di Bologna sono stati anche dieci anni di conflitto, partecipazione alla politica antagonista e scontro sociale significativi ed importanti”, scrive il collettivo: “Il peso repressivo per molti di noi, e per numerosi compagni e compagne di viaggio nelle strade della città si è fatto sostanzioso e pensiamo che sia urgente, nonostante la stagione di sgomberi di spazi sociali vissuta di recente, dotarci di uno strumento di solidarietà per sostenere le spese legali e gli avvocati e le avvocatesse che si battono in aula per difendere anche in quel luogo le lotte, la libertà e la dignità dei percorsi del conflitto sociale cittadino, professionisti che non hanno mai fatto mancare il loro puntuale impegno al fianco e dentro le lotte. Lanciamo dunque questa raccolta fondi per affrontare i processi, con la tensione a voler garantire la partecipazione e le possibilità della militanza di oggi e di domani. Compiere un gesto solidale per le lotte di ieri è per noi soprattutto un gesto di solidarietà per le lotte e i conflitti futuri. Ed è in questa direzione che vogliamo guardare”.

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Andrea Paci è un ex lavoratore del Caffè letterario di Palazzo Fava, che perse il posto dopo che il bar nel 2014 fu chiuso per ricavare più spazio nel museo per l’arrivo della mostra “La ragazza con l’orecchino di perla”. Questo accadde, così scrive il diretto interessato in un comunicato stampa, “per aver fatto da portavoce ad uno sciopero bianco indetto insieme ai miei colleghi a tutela del nostro posto”. Paci in pratica non fu assunto quando il bar fu riaperto, con una nuova gestione affidata da Genus Bononiae, progetto della Fondazione Carisbo a cui fa capo il museo. Dopo “una trafila giudiziaria durata più di quattro anni”, racconta Paci, i giudici della Corte d’appello di Bologna a fine 2018 “hanno dichiarato nullo il mio licenziamento per illegittimo mancato trasferimento”, con conseguente risarcimento. Ma a quasi due anni di distanza “ancora non sono stato risarcito da Genus Bononiae”, spiega sempre Paci. Che oggi ha quindi deciso di protestare con una doppia manifestazione: prima davanti a Palazzo Fava, “per tappezzare di volantini il portico del museo”, poi a Casa Saraceni cioè la sede della Fondazione Carisbo. E “e proprio ieri sera- fa sapere Paci- Fondazione Carisbo ha detto di aver sollecitato il museo a darmi una risposta”.

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Il comitato di familiari e operatori Libro Verde boccia le stanze degli abbracci allestite dall’Asp Città di Bologna nelle quattro strutture per anziani gestite sotto le Due torri: si tratta di ambienti in cui i visitatori, restando dietro un vetro per le misure anti Covid, possono entrare in contatto con gli ospiti tramite due oblò dotati di lunghi guanti di plastica. “Riteniamo una messa in scena, una rappresentazione teatrale l’esibizione televisiva” della dirigente dell’Asp che ha presentato l’iniziativa “per rimarcare con commozione l’impegno profuso in questi mesi”, scrive il comitato: “E’ a dir poco offensivo, per non parlare di cattivo gusto, esporre pubblicamente l’iniziativa della cosiddetta stanza degli abbracci come una grande conquista ed espressione di grande umanità”. La stanza degli abbracci vuol essere “un colpo di spugna per cancellare errori e sprechi gestionali”, accusa anche Usb: “Un tentativo di cancellare, con parvenza di umanità, quanto successo all’interno di questo servizio, con un semplice colpo di spugna: da marzo a luglio, 57 anziani deceduti su 150 ospiti del Centro Servizi Saliceto.

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Ieri, “al termine di una partecipata campagna di raccolta firme e informazione portata avanti in questi mesi nelle Cra gestite da Asp Città di Bologna, abbiamo consegnato all’Azienda una lettera per chiedere il riconoscimento del tempo di vestizione e svestizione per le operatrici e gli operatori che, a diverso titolo, operano nell’area anziani”, riferisce inoltre l’Usb: “Questo sarà il primo passo di una vertenza sindacale, per il riconoscimento di tale diritto da anni negato alle/ai lavoratrici/ori Asp e della relativa retribuzione, comprensiva degli arretrati per gli anni precedenti. Sentenze di tribunali in diversi gradi di giudizio fino alla Cassazione, il ministero del lavoro in risposta a specifico interpello e il CCNL del comparto sanità lo affermano in modo chiaro: il tempo di vestizione è tempo di lavoro e va retribuito!”.

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Si terrà venerdì 18 l’ultimo saluto a Gilberto Veronesi: l’appuntamento è per le 15,45 alla camera mortuaria del cimitero della Certosa.