Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Accoglienza, presidio Adl Cobas a sede cooperativa: “Nessuna riorganizzazione senza la partecipazione di chi lavora!” | Cobas del Comune criticano circolare su rientro in ufficio 2 giorni a settimana | Ateneo, Noi Restiamo fuori dalle aule studio per contestare gestione fase 3 | Virus, in corso test Covid-19 all’Interporto.

09 Luglio 2020 - 20:46

“Siamo fuori dalla sede di Arca di Noè Coop. Soc. Durante l’assemblea dei soci. La cooperativa vuole riorganizzare il lavoro nel settore accoglienza abbassando il coefficiente utente/beneficiario e riducendo le ore a molte lavoratrici e lavoratori. Da mesi come organizzazione sindacale stiamo chiedendo un incontro ma non abbiamo mai ricevuto risposte. Oggi pretendiamo una data per il tavolo di trattativa, per parlare della riorganizzazione del servizio d’accoglienza! Nessuna riorganizzazione senza la partecipazione di chi lavora! Libertà di lavoratori e lavoratrici di iscriversi al sindacato che scelgono e di essere ascoltati!”. Lo scrive Adl Cobas.

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I Cobas del Comune additano una circolare del Direttore Generale sul rientro in ufficio almeno due giorni a settimana, definendola “mediatica ed estetica”. Mediatica perché “si inserisce nel solco dello sterile e propagandistico dibattito scatenato da Ichino”, il giuslavorista che il mese scorso aveva parlato di dipendenti pubblici per cui lo smart working sarebbe una vacanza retribuita, “estetica perché per alcuni dirigenti gli uffici vuoti non darebbero una bella immagina dell’amministrazione. Il rientro in ufficio sarebbe dovuto invece avvenire secondo criteri logici (es. attività non remotizzabile o non dematerializzabile), sulla base della situazione personale e familiare del dipendente (es. distanza casa – lavoro, cura dei figli o persone anziane, …) e, comunque, solo successivamente all’approvazione del DL Rilancio e le necessarie direttive ministeriali che dovranno disciplinare il lavoro agile dopo il 31 luglio”.

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“Siamo stati nelle aule studio per denunciare il modo in cui l’università sta gestendo la cosiddetta fase 3. Non ha mai fatto parola di togliere le tasse per la fine dell’anno o per l’anno successivo, mettendo una toppa ai problemi allargando la no tax area e prendendo misure economiche irrisorie. I servizi offerti sono scadenti: biblioteche impossibili da visitare, aule studio contate sulle dita di una mano. Rispetto a questo preferisce investire in DAD ben 3 milioni di euro. Il processo di elitarizzazione del polo bolognese produce una vera e propria esclusione di classe, mirando ad un prestigio che serve solo gli interessi delle imprese e delle classifiche internazionali. Non ci stiamo a questo gioco, vogliamo un’università diversa che tuteli tutti e che non sia veicolo di esclusione di classe”. Così Noi Restiamo, che allega le foto dei volantini affissi in ateneo.

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Ausl sta effettuando, tra oggi  e domani, circa 200 test sierologici ed eventuali tamponi diagnostici a sottogruppi di persone maggiormente a rischio tra i quasi 5.000 operatori dell’Interporto, per indagare la prevalenza di anticorpi al coronavirus tra gli operatori delle imprese piu’ numerose.