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Cua in rettorato per chiedere risposte sulla “pessima gestione” dell’emerganza da parte dell’Università: “Dentro solo porte chiuse e polizia” | Per Patrick Zaky altro rinnovo della detenzione cautelare per 15 giorni | Sgb segnala il caso del licenziamento “ritorsivo” che vede coinvolto un delegato.

17 Giugno 2020 - 20:18

“Dal presidio in via Zamboni dove da una settimana in tant@ ci siamo riappropriat@ dello spazio per studiare e socializzare in sicurezza, siamo entrat@ in rettorato, per chiedere direttamente conto all’università della sua pessima gestione dell’emergenza”, scrive il Cua, che per oggi pomeriggio aveva organizzato un flash mob per chiedere all’Università “la riapertura in sicurezza di sale studio, biblioteche e servizi universitari; un semestre aggiuntivo gratuito per tutt* per recuperare il tempo perso durante il lockdown; annullamento delle more per chi non ha potuto pagare le tasse di quest’anno e annullamento delle tasse per l’anno prossimo”. Dentro il rettorato, “anzichè trovare un’amministrazione disponibile al dialogo e a trovare risposte concrete ai problemi che da febbraio si sono scagliati sulle nostre spalle e quelle delle nostre famiglie- continua il collettivo- abbiamo trovato solo porte chiuse e polizia, a difesa i loro uffici luccicanti. Questa è la considerazione che ha l’Unibo dei suoi studenti”. Dopo l’ingresso in rettorato, “ci muoviamo in corteo per le strade della zona universitaria per far sentire alla città le nostre rivendicazioni, per ribadire che gli studenti e le studentesse non esistono solo quando si tratta di succhiargli i soldi in cambio di servizi scadenti!”.

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Gli avvocati di Patrick Zaky “sono stati informati che la decisione dell’udienza per il rinnovo della detenzione di ieri è stata il rinnovo della detenzione cautelare per altri 15 giorni”, riferisce la pagina Patrick Libero: “Anche questa udienza si è svolta senza la presenza di Patrick né dei suoi avvocati, come è avvenuto a partire dalla ripresa delle udienze che hanno avuto inizio il 19 maggio 2020. È importante segnalare che l’ultima volta che Patrick si è presentato davanti a un pubblico ministero è stato il 7 marzo. Dopo il 7, e per 7 settimane consecutive, le udienze di Patrick sono state ripetutamente rinviate senza che venisse trasferito alla Procura. E le sessioni sono riprese il 19, ma senza la presenza di Patrick né dei suoi avvocati, il che priva queste udienze del loro significato essenziale come sessioni di udienza in cui l’accusa incontra l’imputato e all’imputato è concesso il suo diritto alla difesa mediante la presenza del loro avvocato”. Ieri intanto Patrick ha compiuto 29 anni, questo il messaggio della famiglia diffuso sempre sulla pagina Patrick Libero: “Buon compleanno, amore. Quest’anno, per la prima volta, passerai il tuo compleanno lontano da noi. Ci manchi tanto. Il nostro augurio per l’anno è semplice, passare insieme tutte le prossime occasioni, per poterci coccolare e festeggiare insieme”.

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“Un provvedimento ritorsivo, ancora più vergognoso perchè l’azienda non si fa scrupoli di adottarlo in emergenza sanitaria ancora in corso, un provvedimento da contrastare contro cui preannunciamo iniziative di lotta già a partire già dai prossimi giorni”. E’ quanto accade alla Natuna, società che gestisce i servizi di portierato presso le agenzie Generali di Bologna e Casalecchio, secondo quanto racconta Sgb: “Il 20 maggio scorso uno sciopero proclamato da Sgb ha registrato l’adesione pressochè totale dei lavoratori della Natuna”,  uno sciopero “indetto per rivendicare certezza nella data di pagamento dello stipendio, cosa che ha mandato su tutte le furie l’azienda che ha prima minacciato ritorsioni nel caso lo sciopero non venisse revocato per poi, a distanza di 20 giorni, passare alle vie di fatto, provvedendo a licenziare, con motivazioni infondate e del tutto pretestuose, un iscritto e delegato di Sgb. Un licenziamento che ha tutte le caratteristiche dell’antisindacalità; nelle contestazioni rivolte al lavoratore infatti si fa esplicito riferimento allo sciopero e alle sue modalità di effettuazione, ignorando che questo è un diritto inalienabile di ogni lavoratore e che per esercitarlo non bisogna chiedere il permesso a nessuno, neanche alla Natuna”. Con queste motivazioni Sgb aveva proclamato per la giornata di ieri un nuovo sciopero con presidio davanti alla sede delle Generali a Casalecchio.