Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Usb: “Lavoratrici/ori delle biglietterie Tper assediano sindaco e assessori a Palazzo D’Accursio” | Inquilini chiedono riduzione dell’affitto, Asia-Usb: “Ennesima chiusura, chiediamo un incontro vero” | Si Cobas sul corteo di sabato: “Sanzionati negozi Zara e Maisons du Monde” | Noi Restiamo contro Er.go e Alma Mater.

08 Giugno 2020 - 19:00

Lavoratrici e lavoratori delle biglietterie Tper “assediano il sindaco e assessori” con un sit-in nei locali di Palazzo D’Accursio, segnala Usb Lavoro privato: iniziativa organizzata “contro l’ennesimo affidamento in appalto del servizio di biglietteria e informazione di Tper. Una delegazione di lavoratrici e lavoratori in appalto assediano gli uffici della Giunta comunale che finora si è resa indisponibile alla risoluzione della vicenda che si trascina da troppi mesi. L’Usb ribadisce che la Giunta si deve impegnare seriamente nel percorso di reinternalizzazione come anche previsto nello stesso ordine del giorno approvato recentemente dal Consiglio comunale. Lavoratrici e lavoratori rifiutano la prospettiva di venire frammentati in uno spezzatino tra diverse aziende per lo stesso servizio (divisione di 30 lavoratori su tre differenti aziende); non è accettabile che, dopo decenni di servizio, il personale si ritrovi in una condizione di precarietà e con la prospettiva di un peggioramento delle condizioni contrattuali”.

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“Dopo una prima risposta negativa, abbiamo mandato un ulteriore sollecito alla proprietà, mettendo in chiaro la necessità in un momento di crisi come questo, che vi sono le possibilità di ricontrattare l’affitto, e che il profitto privato non può andare a discapito degli inquilini e del diritto alla casa. In due righe, senza neanche rispondere alle domande poste, la proprietà ha nuovamente chiuso ogni possibile trattativa”, scrive Asia-Usb fornendo un aggiornamento sul tentativo di arrivare a una riduzione degli affitti per gli inquilini di un palazzo della Bolognina: “Assistiamo all’ennesimo grande proprietario (o meglio, palazzinaro) che gestisce numerosi appartamenti, tenendo canoni alti e non ascoltando le giuste richieste dei propri inquilini in questa situazione straordinaria. La proprietà inoltre non è venuta incontro neanche ai molti che sono costretti senza preavviso ad andare via, non riuscendo più a pagare l’affitto, senza perdere le garanzie economiche date nella stipula del contratto (caparre). Siamo stanchi della speculazione, soprattutto nella crisi sociale in atto dovuta al Coronavirus, dei soliti pochi proprietari che comprano intere parti di quartieri, vissuti soprattutto da famiglie e persone con difficoltà economiche, lavoratori precari e giovani. Dopo l’ennesima chiusura della proprietà, chiediamo un incontro vero con una delegazione degli inquilini, mentre ci organizzeremo insieme a loro e agli abitanti del quartiere per rimettere al centro il diritto dell’abitare, che non può essere cancellato dal profitto di pochi”.

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Sabato Bologna “è stata percorsa da un corteo combattivo e determinato composto dal Si Cobas di Bologna e Modena e da altre forze politiche e sociali, che hanno risposto all’appello di scendere in piazza lanciato dal fronte unico (Rifondazione, Carc, Fgc, Pcl, Sgb, Adl, Crash). Il corteo ha percorso le vie del centro raggiungendo piazza Maggiore, nonostante i divieti imposti. Lungo via indipendenza è stato sanzionato lo store di Zara– riferiscono i Si Cobas– multinazionale responsabile di più di 500 licenziamenti in Italia. Il corteo è proseguito portando la propria solidarietà al popolo americano in lotta contro il razzismo e il capitalismo nel ricordo di George Floyd. Al termine del corteo sanzionato anche lo store di Maisons du Monde per chiedere il reintegro immediato dei lavoratori licenziati in seguito ad un cambio appalto pilotato”.

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Nei giorni scorsi “siamo stati agli studentati di Bologna- scrive Noi Restiamo– per parlare direttamente con gli studenti che sono rimasti a vivere la pandemia in questa città, nonostante la circolare di Er.go che, in pieno lockdown, intimava agli studenti di tornare a casa loro – in maniera del tutto irresponsabile”. In seguito, Ergo  “ci ha fatto sapere di non sopportare i presidi nella sua ‘proprietà privata’. Siamo andati a parlare con gli studenti delle misure di cui abbiamo bisogno da mesi e ancora oggi sono fondamentali: il blocco delle utenze e degli affitti, un vero diritto allo studio, che parta con l’abolizione della terza rata. In questi mesi, in tutta Italia ci siamo organizzati e abbiamo lottato per questi temi e il 10 giugno a Roma sotto la sede del Miur ribadiremo con più forza che mai le nostre rivendicazioni!”. Sempre Noi Restiamo segnala la partecipazione dell’Alma Mater allo “Sugar Expo Cloud”, cioè “il più grande network globale che unisce università, aziende e organizzazioni mondiali per lavorare sulle global innovation”. Questa iniziativa “non è altro che la conferma di un ruolo che l’università ha già scelto da tempo: il polo di eccellenza, esclusivo e classista. Un modello- attacca il collettivo- che orienta profondamente le sue scelte e che porta ad un aumento delle disuguaglianze sia dentro l’ateneo che fra gli atenei in italia: nel primo caso lo vediamo bene con la Dad, sulla quale l’Unibo investirà tre milioni a settembre, che aumenterà le disuguaglianze tra chi stara in loco e chi invece seguirà formalmente un’università da casa”.