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Restyling Teatro Comunale, Noi Restiamo: “Diventa emblema della messa a profitto della cultura” | Mala educación, Link e Rethink rilanciano: “Veglione per la Santissima Contraccezione” | Usb prepara denuncia in Gd per condotta antisindacale.

09 Dicembre 2019 - 20:00

Il Teatro Comunale va incontro a un progetto di restyling e Noi Restiamo contesta così l’operazione: “Per la gioia dell’Unibo, finalmente anche la zona universitaria potrà essere conforme agli standard di esclusività dell’università. Il Teatro Comunale diventa così l’emblema della messa a profitto della cultura e dell’aziendalizzazione dell’istruzione in questa città. Il Comune di Bologna, in combutta con Unibo, si presta così alla riorganizzazione della zona universitaria in un contesto di sempre maggior competizione tra atenei. Il Teatro Comunale si fa così l’esplicito di ciò che deve diventare la zona universitaria in relazione alle ambizioni di Unibo. Ambizioni per le quali si procede a tappe forzate con una militarizzazione della zona universitaria: telecamere, vigilantes, celere dentro l’università, presidi 24 ore su 24 di polizia, carabinieri e digos. Il tutto nascosto dalla retorica ‘anti-degrado’. Rifiutiamo questa retorica fatta sulla pelle delle marginalità sociali, dei poveri e degli studenti, narrazione alla quale si aggiunge la recente candidatura dei portici all’Unesco: riconosciamo quando la conservazione del patrimonio artistico e la cultura non sono altro che una scusa per reprimere e normalizzare l’aggregazione e la socialità fuori dalle logiche di mercato”.

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“Buona festa passata dell’immacolata contraccezione! Pensavate di esservi liberati dall’iniziativa più attaccata da lobby cattoliche e destre reazionarie di tutta Italia? Pillon, Salvini e e tutti gli altri ‘cattivoni’ sicuramente sì, molti giornali pure dato che si è diffusa solo la notizia che l’evento era stato annullato. Evidentemente dava già fastidio che in Università esistano realtà impegnate quotidianamente nel contrastrare le discriminazioni nelle nostre aule; dava già fastidio l’esistenza di una sportello contro le molestie e per la salute sessuale, autogestito da studentesse e studenti; davano fastidio i numerosi seminari e dibattiti accademici, dava fastidio la costruzione quotidiana di pensiero critico e plurale. E invece, ci dispiace deluderli ancora una volta e procurarvi altro fastidio, ma siamo tornate! Dopo che l’Ateneo di Bologna – grazie a un cavillo burocratico e allo zelo impeccabile del gruppo universitario afferente a Comunione e Liberazione, Student Office, e dei giovani di destra di Azione Universitaria – ci ha impedito di organizzare un momento di socialità alternativa a tema contraccezione nei suoi spazi”, annunciano La mala educación, Link e Rethink, “abbiamo deciso di organizzare un veglione in zona universitaria in onore della Santissima Contraccezione” che si terrà giovedì dalle 21 in piazza Verdi. Pronta la reazione della Lega, che ora chiede a Comune e Ateneo di impedire anche l’iniziativa del 12.

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L’Usb sta preparando una denuncia per condotta antisindacale contro la Gd di Bologna. “In ballo c’è una questione di democrazia”, spiega Usb, che chiede di poter avere un numero di ore di permessi per attività sindacale in proporzione al peso di rappresentanza che ha tra i dipendenti e al numero dei suoi delegati. Per Usb, che due anni fa ha vinto le elezioni interne, tale peso è del 41% però nonostante questo “a noi spettano meno ore di quelle riconosciute alle altre sigle, anche per un accordo del 1997 tra azienda e Fim-Fiom-Uilm, e meno ore anche rispetto al mimino previsto dalla legge 300”. Cioè alla fine Usb spiega di avere “meno di otto ore al mese”. Ogni sigla, dice ancora il sindacato, ha mille ore l’anno “a prescindere dal numero di voti presi alle elezioni delle Rsu e quando i delegati Usb chiedono ore di permesso sindacale si sentono rispondere che il monte ore è esaurito e che vanno conteggiate come assenze non retribuite”.