Attivisti di Làbas a Hong Kong per “capire sul campo uno straordinario movimento che sta scuotendo gli equilibri politici (e geo-politici) in Cina e nel mondo” | Dopo lo sgombero della Huelga “dall’Università solo promesse aleatorie”, Until the revolution rilancia con due giorni in via Zamboni | Usb: 41 operatori dell’accoglienza a rischio.
Da alcuni giorni due attivisti di Làbas sono a Hong Kong “per cercare di capire, direttamente sul campo, uno straordinario movimento che da mesi sta scuotendo gli equilibri politici (e geo-politici) in Cina e nel mondo”, rende noto il collettivo. Anche ieri, si legge tra gli ultimi aggiornamenti, si è svolto “un presidio di centinaia e centinaia di persone a Central Square in vista della marcia prevista per sabato”. In particolare, “il movimento cittadino si sta compattando attorno alla situazione di Yuli Riswati, una lavoratrice domestica indonesiana arrestata circa un mese fa con l’accusa di lavorare ad Hong Kong senza permesso di lavoro, e che da allora è detenuta all’ufficio immigrazione del governo. Siamo stati ad uno dei presidi in sua solidarietà”, fanno sapere gli attivisti di Làbas, aggiungendo che ieri la donna “è stata deportata” e a Hong Kong “si sta organizzando una raccolta fondi per aiutarla economicamente”.
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Dopo la chiusura della Huelga e le conseguenti proteste sia in strada che in rettorato, l’incontro ottenuto ieri con il prorettore Mirko Degli Esposti “si è risolto con la promessa che l’università interverrà sulla questione. Ad ogni modo conosciamo bene questo tipo di promesse aleatorie, destinate a perdersi nel loro mare di burocrazia. Continueremo con le nostre iniziative e le nostre pratiche”, scrive Until the revolution. “Rilanciamo questo il percorso di occupazione e autogestione a partire dalla due giorni ‘La Huelga continua! Due giorni di ecologia politica e autogestione’, in programma per questo giovedì e venerdì in via Zamboni. Proseguiremo con un calendario fitto di iniziative fino a quando la nostra istanza sugli spazi in università non verrà recepita. We are unstoppable, another world is possible!”.
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Riprende domani in Città metropolitana il confronto sulla salvaguardia occupazionale dei lavoratori dell’accoglienza, segnala Usb Lavoro Privato, sottolineando che ci sono “41 lavoratori a rischio licenziamento”. Sono quelli della coop Lai Momo “coinvolti dalla chiusura dei Cas dell’Accoglienza diffusa dell’area metropolitana. Una chiusura disposta dalla Prefettura che ha come conseguenza diretta lo sradicamento di 200 migranti dai territori in cui ormai vivevano e lavoravano da anni per stiparli nel ‘nuovo’ centro Mattei, con tutto il disagio, in ordine di qualità della vita, che ne consegue: la punta velenosa dei Decreti Sicurezza. Un impianto normativo che punisce migranti e lavoratori – gli ultimi e i penultimi – e di cui ancora aspettiamo l’abolizione promessa dal nuovo Governo”. In occasione dell’incontro, “i lavoratori dell’accoglienza saranno in presidio in via Zamboni 13, durante lo svolgimento del tavolo: per ribadire che sulla crisi del sistema pesano le responsabilità politiche, che non subiremo passivamente licenziamenti, espulsioni e peggioramenti delle condizioni di lavoro, che è necessario aprire ad una regia politica sulla crisi occupazionale che nei prossimi mesi potrebbe aggravarsi”.