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::: Notizie brevi :::

Halloween, striscione dal Pincio: “Mostri sono padroni di merda” | Chiusa call di Resistenze in Cirenaica: “Tante/i hanno raccolto sfida” | Cobas: “Firmate contro regionalizzazione scuola” | Alla Toyota carelli elevatori Usb contro Fiom | Il Comune e l’ambiente: nuove auto non sono eco | Apre supermercato, salta area bimbi.

01 Novembre 2019 - 20:16

“Oggi il vero mostro è il padrone di merda”. E’ il testo di un grande striscione calato ieri sera, tra i fuochi d’artificio, dalla terrazza del Pincio. L’iniziativa è delle maschere bianche della campagna Il padrone di merda: “Halloween è la serata in cui escono i mostri. A Bologna ci sono tutti i giorni, sono i padroni di merda, e noi non abbiamo intenzione di fermarci. La vendetta continua…”, scrivono sui social.  “Cosa c’è di giusto in una città che tutela i Padroni di Merda? Cosa c’è di ricco in una città che richiama turisti ma si dimentica dei suoi cittadini? Cosa c’è di bello in un Padrone che si arricchisce sulle spalle di lavoratori pagati 5 euro l’ora, in un Padrone che molesta le lavoratrici? Nulla, ma questa è Bologna”.

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E’ scaduta la call for papers lanciata per per far nascere collettivamente il prossimo numero della collana “I Quaderni di Cirene” in cui raccontare “storie poco note di staffette, partigiane, ‘madame’, ‘veneri nere’, ‘sentinelle della patria lontana’ o rivoltose prima, durante o dopo il fascismo in Italia e nelle colonie sull’altra sponda del Mediterraneo”. Scrive Resistenze in Cirenaica: “Alla scadenza della call for papers vorremmo ringraziare le tante e i tanti che hanno raccolto la sfida, si sono messi in gioco e ci hanno inviato un loro contributo. Sono arrivate illustrazioni, racconti e brevi saggi su tutti gli argomenti proposti. Ora tocca a noi leggere, editare e impaginare i materiali, dare loro un ordine perché tutti trovino spazio nel prossimo Quaderno di Cirene. Prima di metterci al lavoro però vorremmo condividere con voi l’emozione che proviamo nel vedere accrescere gli orizzonti del lavoro collettivo. Grazie per averlo reso possibile!”.

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“Sì alla scuola della Repubblica, no alla regionalizzazione dell’istruzione”. E’ il titolo di una petizione contro la regionalizzazione della scuola in Emilia-Romagna che i Cobas (insieme ad altre associazioni e sindacati, tra cui Sgb e Cesp) sostengono scrivendo che “non esiste una regionalizzazione buona contro una cattiva: c’è solo una regionalizzazione che mette in discussione l’universalità dell’istruzione. Il progetto dell’Emilia-Romagna costituisce l’inizio di un processo di disgregazione della scuola italiana e, quindi, della stessa Repubblica, di cui non si possono prevedere del tutto le possibili nefaste conseguenze. Non meno delle proposte di autonomia fatte da Lombardia e Veneto. Tutelare la scuola di tutti e tutte, l’uguaglianza e il diritto all’istruzione significa oggi prendere apertamente posizione contro il progetto di autonomia differenziata della regione Emilia-Romagna e l’assurda escalation dei microsovranismi regionali in competizione tra loro per appropriarsi maggiori risorse e per gestire autonomamente la propria gara nel mercato europeo”. Per firmare: qui.

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Abbiamo appreso con stupore dalla comunicazione nelle bacheche che la Fiom ha deciso di andare al rinnovo della Rsu” della Toyota carrelli elevatori, segnala l’Usb lavoro privato: “Una decisione incomprensibile presa soprattutto dopo il buon accordo sulle chiusure collettive nel quale per la prima volta nella storia di Toyota l’azienda pagherà di tasca propria i dipendenti per farli stare a casa anche grazie al ruolo determinate di Usb, inoltre, fatto grave la Fiom con questa decisione lascia le lavoratrici ed i lavoratori senza Rsu per oltre un mese. La dinamica degli eventi susseguitisi nell’ultimo periodo ci fa pensare che la decisone sia maturata nel tempo e costruita ad arte per ‘eliminare’ Usb in quanto sindacato scomodo alla Fiom stessa ed all’azienda. La scelta della Fiom di sfiduciare la propria Rsu, ad un anno dalla sua naturale scadenza, senza alcuna valida motivazione è pertanto incomprensibile e difficilmente spiegabile alle lavoratrici ed ai lavoratori. Tutto ciò avviene nel momento più importante della vita sindacale di un’azienda qual è il rinnovo del contratto integrativo. Ciò premesso Usb è pronta a raccogliere questa sfida. Saranno i lavoratori e le lavoratrici con il loro voto a decidere la nuova rappresentanza. Usb parteciperà alle elezioni con una propria lista per dare seguito e continuità all’iniziativa di questi due anni che ha prodotto risultati positivi per i lavoratori”.

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Il Comune assicura di essere attento al tema dei cambiamenti climatici e liscia il pelo alle ragazze e ai ragazzi che scendono in piazza per l’ambiente, ma nel frattempo noleggia auto a benzina. Il caso è emerso qualche giorno fa e riguarda una delibera (dell’assessore alla Sicurezza, Alberto Aitini) per il noleggio a lungo termine di sette veicoli da fornire alla Polizia locale: si parla di una spesa di 300.000 euro per il periodo 2020-2025. Vetture non certo ecologiche, però. Tanto che al momento di approvare la delibera la stessa maggioranza è andata in tilt e il Pd ha deciso di ritirare il provvedimento per riportarlo in commissione.

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Quando c’è da fare il progetto per l’ennesimo nuovo supermercato, ci si infila una bella area bimbi che non fa mai male. Però poi la struttura apre e l’area bimbi resta nel cassetto. E’ il caso del supermercato Alì di via Bergami, che ha aperto le porte lo scorso dicembre al posto dell’ex fabbrica Morini. Il soggetto che ha attuato la riqualificazione dell’area, cioè Ali, nell’ambito di una convenzione siglata nel 2016 si era impegnato, “su espressa richiesta del quartiere Porto”, ad allestire all’interno del fabbricato commerciale “un’area bimbi, con accesso e fruizione garantiti nei giorni e orari di apertura del punto vendita”, si legge in una delibera approvata dalla Giunta del Comune. La gestione del servizio sarebbe dovuta avvenire tramite volontari o personale comunale. Ora, però, la realizzazione dell’area bimbi viene messa da parte. Questo perche’ “il Quartiere, anche in ragione delle caratteristiche del locale, tra cui l’assenza di servizi, ritiene non più attuale la possibilità di un accordo per l’individuazione di personale o volontari per la gestione dell’area”. Ora, con un nuovo accordo, Quartiere e Alì dovranno definire iniziative alternative “di almeno equivalente valore sociale”.