Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

“Libertà per prigionieri catalani”, presidio e poi corteo insieme alla manifestazione per il Rojava, conclusasi al Nettuno. | Social Log: ieri sciopero-corteo dei fattorini Just Eat. Solidarietà Riders Union | Nudm sui ginecologi obiettori: “Autodeterminazione calpestata” | Grassroots: “Proprietario locali liquida due anni e mezzo di lavoro sociale”.

19 Ottobre 2019 - 18:01

“La repressione in Catalogna dimostra tutta la violenza e la continuità con il franchismo che lo Stato spagnolo non ha mai superato. Siamo in tanti al presidio in solidarietà agli indipendentisti e a tutto il popolo catalano, che a centinaia di migliaia è sceso in piazza a difendere il proprio diritto all’autodeterminazione e a chiedere libertà per i loro prigionieri politici!”. Così Noi Restiamo, partecipando alla manifestazione StandUpForCatalonia convocata per oggi pomeriggio in piazza Nettuno. Da lì i manifestanti si sono poi spostati per raggiungere la manifestazione contro l’invasione turca del Rojava, che dopo il blocco dei viali ha percorso via Indipendenza per concludersi al Nettuno. Dal microfono è stato lanciato l’appuntamento per sabato prossimo: “Scendiamo in piazza a Milano da tutto il centro-nord sotto la parola d’ordine unitaria “Defend Rojava’”, come si legge sul canale telegram Rojava Resiste. Bruciata una piccola bandiera turca.

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Dopo l’avvio della protesta ieri a metà giornata, è proseguita anche in serata la mobilitazione dei riders di Just Eat contro il passaggio al cottimo e la conclusione di decine di contratti. C’è stato uno sciopero con presidio sotto le Due torri. “In più di quaranta rifiutano il turno e fanno sentire la loro voce per le strade di Bologna, oggi non si consegna!”, ha scritto Social Log, raccontando che il presidio è continato con “corteo e blocco di alcune vie importanti della città! Via San Vitale bloccata! Via Zamboni bloccata! E nel frattempo è giunta la notizia che stasera Just Eat ha dovuto rimborsare decine di ordini mai consegnati, e che molti ristoranti hanno dovuto chiudere il servizio con la piattaforma. Lo sciopero è riuscito!”. E Riders Union: “Siamo solidali con i/le riders di Just Eat” che hanno deciso di scioperare “in risposta alla scellerata decisione della piattaforma di concludere anzitempo i contratti vigenti e assumere nuovi riders con contratti peggiorativi: puramente autonomi e con la paga a cottimo”. E’ la “prova schiacciante che non basta garantire qualche diritto in più senza qualificare il rapporto di lavoro, che il doppio binario di tutele per i riders ‘stabili’ da una parte e per quelli ‘flessibili’ dall’altra crea una fuga sistematica anche da quei diritti minimi che il nuovo decreto presentato dal Governo dovrebbe garantire”.

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Non Una Di Meno Bologna commenta i dati sull’interruzione volontaria di gravidanza contenuti nel rapporto annuale della Regione Emilia-Romagna: “Nei consultori e negli ospedali l’autodeterminazione e la salute delle donne sono calpestate dall’obiezione di coscienza al 70% (55% in Emilia-Romagna), da pratiche di patologizzazione e psichiatrizzazione (come l’assegnazione coatta del genere alla nascita) e da una giustizia patriarcale e maschilista. La stessa legge 194 prevede la costituzione dei centri di aiuto alla vita (art. 2) e l’obiezione di coscienza (art. 9), misure che svuotano dall’interno il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, fino a renderlo inaccessibile. Riprendendo il motto delle femministe argentine, ‘Vogliamo educazione sessuale per decidere, contraccezione per non abortire, aborto per non morire’, ribadiamo che vogliamo molto più di 194!”.

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Il proprietario dei locali di Grassrootsrichiede la integrale sanatoria in unica soluzione della intera morosità ad oggi maturata”, tramite una breve comunicazione inviata ai gestori dell’osteria libreria in difficoltà economiche, che hanno reso pubblica la novità aggiungendo: “Il proprietario delle mura e il suo avvocato hanno deciso di liquidare con quattro righe due anni e mezzo di lavoro sociale sul quartiere, due anni dove a detta di tutti e tutte il quartiere aveva ripreso vitalità, dove i bambini e le bambine avevano trovato un luogo idoneo per conoscersi e giocare insieme, dove famiglie, anziani , giovani e meno giovani si sono incontrati e conosciuti, in poche parole hanno creato comunità. Ma molte volte bastano quattro righe per perdere la speranza e la voglia di socialità. Purtroppo la raccolta fondi sta andando a rilento ma noi vogliamo ringraziare ogni singola persona, associazione o collettivo che ci e vicina anche solo per un saluto o per una pacca sulla spalla, adesso la palla passerà al Comune, se crede che il lavoro del Grassroots sia importante potrà pensare a soluzioni diverse, noi non molliamo”.