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“Non si può smantellare un centro di eccellenza”, sit-in al BeNe

Le associazioni dei pazienti affetti da Sla, atassia e sclerosi multipla, patologie per cui la continuità di cura è fondamentale, hanno manifestato all’ingresso del presidio sanitario dell’Ospedale Bellaria.

10 Febbraio 2023 - 20:06

Presidio stamattina davanti all’ospedale Bellaria contro la possibile chiusura del Centro “Il BeNe”, che tratta malattia come Sla, atassia e sclerosi multipla, promosso delle associazioni AssiSla, Aisa, AssiSm e Miastenia insieme.

“Con il raggiungimento alla fine di marzo dell’età pensionabile del direttore – scrivono le associazioni – Bologna intende chiudere il Centro e redistribuire i pazienti ad altre unità operative. Una eventualità che disperderebbe le esperienze e la conoscenza specifica di ognuno dei pazienti raccolte in questi anni. I medici subentranti dovrebbero ricostruire tutto il percorso attraverso un iter che richiederebbe molto tempo, in patologie nelle quali la continuità delle cure è invece fondamentale”.

Le quattro sigle quindi “chiedono la prosecuzione dell’attività del Centro, trattenendo in servizio per altri tre anni” del direttore, “come consentito dalla normativa vigente, e affiancandogli per un periodo di tirocinio un neurologo che successivamente assuma la direzione e la guida de ‘Il Bene’. Non è banale ricordare che le attrezzature del Centro e la segreteria sono state pagate e date in uso gratuito al Bellaria dalle associazioni dei pazienti. L’Ausl Bologna però non ha preso in considerazione nessuna delle richieste, presentate con largo anticipo, ed ha trattato la questione come si trattasse di un cambio del medico di medicina generale, la riunione convocata dall’assessore Regionale alla Salute, Raffaele Donini, a seguito della manifestazione del 25 gennaio, non ha portato alcun risultato concreto”.

Oggi, “nonostante l’aria pungente, i nostri problemi di salute, c’eravamo perché un centro di eccellenza non si può smantellare con un colpo d‘ali o meglio con un colpo di accetta che fa sanguinare. La memoria è conoscenza che deve essere supportata non cancellata. Ci perderà chiunque, soprattutto le future generazioni che non avranno la possibilità di usufruire di una sanità partecipata e consapevole”.