Il Collettivo Universitario Autonomo interviene sulla scorta data al rettore Dionigi in seguito agli slogan e alle contestazioni degli ultimi giorni.
Scopriamo da un articolo del Corriere della Sera, confezionato ad arte con tagli di slogan e cronaca concitata, che il Rettore Dionigi è sotto tutela della Digos. L’iniziativa è stata attuata dalla questura in riferimento ad alcune proteste avvenute negli ultime mesi all’università. Una contestazione contro la spending review del governo Monti e i tagli all’università, e un corteo in solidarietà allo sgombero di Bartleby. In entrambi i casi con ironia era stato citato il rettore dell’Alma Mater, vertice dell’istituzione universitaria bolognese al centro della contestazione.
E’ gravissimo il tentativo di criminalizzazione pretestuosa delle lotte, architettata dalla questura, su sollecitazione di cinquanta tromboni d’accademia, a cui si presta il Magnifico dell’Alma Mater. Rifiutiamo e respingiamo al mittente questa grave iniziativa di criminalizzazione che mostra quanto sia fragile e in rovina l’università della Gelmini. Se per un cartello con scritto “Basta austerità” (cartello il cui peso portano sulle spalle milioni di studenti in Italia) e uno sberleffo rappresentato da un Dracula di carta pesta, si lancia questa campagna di criminalizzazione, ci sembra che l’università sia davvero sempre più luogo dell’uniformamento e del pensiero unico.
Invece che utilizzare questi squallidi strumenti di propaganda e attacco ai movimenti chiediamo che i soldi spesi per pagare l’inutile scorta a Dionigi siano dati come gesto simbolico per una borsa di studio.
Di quelle sì c’è davvero sempre più bisogno!
Collettivo Universitario Autonomo – C.U.A.