Acabnews Bologna

“Non più profughi, ma cittadini”

Tpo: i richiedenti asilo “tornano ad alzare la voce per rifiutare un destino di emarginazione, povertà e sfruttamento”. Presidio sotto la Regione, giovedì 20 dicembre’012 alle 14 in Viale Aldo Moro 52.

13 Dicembre 2012 - 20:07

2013, fine dell’emergenza. Un’altra accoglienza è possibile

Non più profughi, ma cittadini. Questa è la richiesta rivolta alle istituzioni locali e nazionali da parte dei migranti fuggiti dalle bombe della guerra in Libia nella primavera del 2011. In questi mesi e in queste settimane, a Bologna, a Rimini, a Reggio Emilia, come in altre parti d’Italia, i richiedenti asilo, i rifugiati e le persone con protezione umanitaria ospitati nella nostra regione nelle differenti strutture del Piano di Accoglienza predisposto dalla Protezione Civile sono scesi nelle strade e nelle piazze per reclamare il diritto al futuro e ad un’accoglienza degna dopo il 31 dicembre, data in cui termina il il piano Emergenza Nord Africa.

Di fronte alla minaccia sempre più realistica di rimanere senza un tetto, i richiedenti asilo protestano anche in questi giorni per il ritardo dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, che arrivano dopo un anno e mezzo di attesa snervante e che sono inadeguati a garantire percorsi di inclusione e di autonomia a fronte della prospettiva di restare senza alloggio.

In questo anno e mezzo siamo stati al loro fianco, per sostenerne le battaglie, le aspirazioni e rivendicazioni. Lo Sportello Migranti del TPO a Bologna ha, inoltre, fornito quei servizi che nessuno assicurava loro, malgrado fossero finanziati dalle convenzioni e dai contratti. Assistenza legale, accompagnamento ai servizi del territorio, organizzazione dei corsi di italiano, iscrizione al Centro per l’Impiego, raccolta di vestiario, iscrizione ai corsi per la licenza media sono solo alcune delle attività che abbiamo prestato volontariamente, per colmare un gigantesco vuoto lasciato da alcuni gestori, come la Croce Rossa Italiana, che nonostante i circa 3 milioni di euro ricevuti dalla Protezione Civile ha lasciato senza riscaldamento e senza alcun servizio 130 cittadini nigeriani alloggiati presso Prati di Caprara.

Giovedì 20 dicembre assessori di Comuni, Province e Regione si incontreranno nella “Cabina di Regia” per stabilire l “exit strategy” dall’emergenza, che temiamo si risolverà concretamente solo in incentivi al rimpatrio volontario assistito e vaghe misure di sostegno per i più vulnerabili.

Un paradosso, che legittima graduatorie dei più svantaggiati per l’accesso al diritto di un futuro, e alla maggioranza si propone di levare il disturbo, ignorando che chiunque sia fuggito dalle bombe, sia stato sfruttato nei cantieri edili o nelle aziende in Libia e sopravvissuto alla traversata del Mediterraneo è “vulnerabile” (specialmente se ha vissuto per 18 mesi in un capannone gelido gestito dalla Croce Rossa Italiana). Ancora una volta la politica investe i fondi nei dispositivi di espulsione tipici di un approccio postcolonialista alle migrazioni anziché in progetti reali e concreti di inclusione sociale.

Accogliamo quindi l’invito dei richiedenti asilo dei Prati di Caprara ad essere presenti sotto alla Regione giovedì 20 dicembre per dire ai membri della Cabina di Regia che per realizzare una strategia veramente efficace di uscita dall’emergenza è necessario:

che la Croce Rossa Italiana sia sollevata dalla gestione dei Prati di Caprara e da qualsiasi altra struttura di accoglienza per migranti e che al suo posto subentri il Comune di Bologna

che a tutti i migranti afferenti all’Emergenza Nord Africa siano garantiti accoglienza e percorsi di inclusione seri e personalizzati fino al raggiungimento dell’autonomia

Torniamo ad esigere che l’emergenza causata dalle autorità dello Stato si chiuda con decisioni politiche responsabili, diritti garantiti e programmi, idee, impegni definiti perché i migranti fuggiti dalla Libia meritano molto di più di una eventuale “proroga last minute” delle condizioni attuali con la vaga promessa di realizzare tutto ciò che per un anno e mezzo Governo, Regioni, Protezione Civile e la maggioranza degli enti locali non hanno fatto.

Per questo invitiamo tutte e tutti a sostenere la mobilitazione dei richiedenti asilo che dopo la Marcia della Dignità del 29 ottobre scorso la manifestazione Rigths Dignity Future del 10 novembre, e a Rimini e Reggio Emilia con iniziative diffuse nelle ultime settimane, tornano ad alzare la voce per rifiutare un destino di emarginazione, povertà e sfruttamento lavorativo.

Giovedì 20 dicembre 2012, ore 14

Presidio sotto alla Regione Emilia Romagna

Viale Aldo Moro 52

Centro sociale Tpo