Acabnews Bologna

“Non bastano congressi di facciata”, a Bologna due giorni di confronto per capire come uscire dalla sindemia

L’appuntamento presentato oggi dall’Assemblea per la salute del territorio davanti a Palazzo Re Enzo, in contemporanea all’evento “Area sanità” a cui hanno partecipazione i ministri dell’Università e dell’Istruzione: il congresso di domani e domenica pensato per “tracciare in modo collettivo possibili rotte di conflitto, di costruzione di alternative e di creazione di una nuova conoscenza”.

05 Novembre 2021 - 18:29

“Come si esce dalla sindemia?”. E’ l’interrogativo al centro del congresso nazionale che si svolgerà in due giornate, domani e domenica, con diversi appuntamenti distribuiti tra il centro sociale anziani Croce Coperta di via Giovanni Papini 28, la sede del quartiere Navile in via Marco Polo 51 e lo spazio Ex Centrale di via Corticella 129. Attesa la partecipazione di un centinaio di realtà provenienti da tutta Italia, con l’obiettivo di immaginare “una rivoluzione del diritto alla salute libero da ogni forma di mercificazione”. In vista di questo appuntamento, l’Assemblea per la salute del territorio ha tenuto oggi una conferenza stampa davanti a Palazzo Re Enzo in contemporanea all’evento “Area sanità” a cui hanno partecipato, tra i vari ospiti, anche dei ministri dell’Università e dell’Istruzione, Maria Cristina Messa e Patrizio Bianchi: “Non bastano questi congressi spot, momenti più di facciata che di altro. Il nostro è un congresso che viene dalla periferia e che coinvolge tutti i territori. Ha una visione a lungo termine, non è un momento che finisce qui”, attaccano i promotori. “Il 28 marzo 2021 il convegno online #Sindemia0202 ha costruito un ampio momento di incontro, scambio, confronto e costruzione di sapere- si legge nella presentazione del congresso- a partire da una costellazione ampia ed eterogenea di esperte ed esperti, reti sociali, esperienze di lotta territoriale, sindacati e centri di ricerca. Il convegno ha rappresentato il primo tentativo di creazione corale di una bussola collettiva per orientarsi nel nuovo spazio/tempo imposto dalla pandemia Covid-19, cercando di analizzarla in senso multi-forme. Sin dai primi passi della costruzione del convegno, l’ottica è sempre stata quella di immaginare e definire non un singolo evento, ma di strutturare un processo e un percorso di lungo periodo che a partire da una ri-significazione del tema della salute potesse tessere ad ampio spettro nuove conoscenze, nuove relazioni e possibili percorsi di mobilitazione. A partire da quella che abbiamo ritenuto come una buona riuscita di #Sindemia0202″, l’idea è di dare vita ora ad un nuovo congresso che mantenendo il metodo e l’attitudine del precedente appuntamento sarà impostato su quattro macro-assi tematici: il sistema sanitario; teorie e pratiche sulla salute; la questione pandemica; nuovi percorsi di mobilitazione”.

Sul primo asse “vorremmo costruire un confronto in grado di intrecciare chi lavora nel settore sanitario e forme di ‘utenza’, discutere dell’attuale strutturazione del Ssn- spiegano i promotori del congresso- e delle riforme in atto a livello regionale e nazionale, confrontare il punto di vista di esperienze di sindacalizzazione con ragionamenti teorici o progettuali sulla sanità. Nel secondo asse vorremmo discutere di come costruire un nuovo concetto e una nuova pratica di salute come tema politico e sociale, mettendo a confronto spunti teorici con esperienze concrete nei territori. Nel terzo asse vorremmo fare il punto sulla situazione pandemica a livello italiano e internazionale, fare una valutazione retrospettiva sulla pandemia Covid-19, e guardare al futuro di come si potranno ripresentare situazioni analoghe. Nel quarto asse vorremmo mappare e analizzare le nostre lotte, confrontando esperienze e pratiche diverse al fine di articolare nuovi percorsi di mobilitazione su scala nazionale e transnazionale”. L’obiettivo, quindi, è “tracciare in modo collettivo possibili rotte di conflitto, di costruzione di alternative e di creazione di una nuova conoscenza per un’uscita dalla sindemia che non sia nelle mani di chi l’ha finora governata/comandata, per lo più riproponendo vecchie e fallimentari ricette”.