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“No allo Student Hotel, schiaffo a chi cerca una casa!”

Contestazione di Noi Restiamo davanti al cantiere dell’ex Telecom. Flash-mob sotto le Due torri, Cua: “Basta speculazione!”. Asia: ieri “parziale vittoria” dopo lo sfratto di Carla. Su questa vicenda c’è anche la protesta dei pompieri Usb.

19 Settembre 2018 - 17:44

“No allo Student Hotel, no alla gentrificazione della Bolognina, no al caro affitti”. Con queste parole d’ordine gli attivisti di Noi Restiamo hanno manifestato oggi con striscioni, megafono e volantini in via Fioravanti, nei pressi del cantiere che sta trasformando l’ex Telecom nella filiale bolognese della catena inernazionale The Student Hotel. “La situazione degli affitti a Bologna è ormai tragica. I prezzi continuano a salire, in particolare nei quartieri popolari come la Bolognina, e la gente continua ad essere buttata fuori di casa: basti pensare al violentissimo sfratto di ieri mattina in cui la signora Carla, di quasi 70 anni, e il figlio sono stati buttati fuori a causa di un errore burocratico con l’intervento di polizia e vigili del fuoco dalla casa popolare in cui abitavano. Come studenti è ormai praticamente impossibile trovare una stanza a prezzi affrontabili: l’invasione di Airnb ha svuotato il mercato privato, ed è ormai comune che vengano richiesti 400 euro per un posto letto. Sarebbe necessario e urgente un intervento pubblico massiccio, sia dell’edilizia residenziale pubblica che per garantire diritto allo studio reale. Un progetto come lo Student Hotel va invece nella direzione opposta: uno studentato per studenti facoltosi e un albergo per professionisti, con camere che arrivano a costare 1000 euro al mese! Uno schiaffo in faccia alle migliaia di studenti in cerca di casa, uno schiaffo ancor più forte in quanto lo Student Hotel sorgerà al posto della ex Telecom occupata, un luogo in cui hanno vissuto decine di famiglie in difficoltà prima di venire violentemente sgomberate. Un residence per ricchi, che avrà come effetto l’aumento degli affitti e dei prezzi del quartiere! Un’opera perfettamente in linea sia con la ‘riqualificazione’ (speculazione) che gli abitanti della Bolognina già iniziano a sentire sulla propria pelle, sia con il progetto dell’Alma Mater della costruzione di un’università di eccellenza, per le élite, ad uso e consumo dei figli della classe dirigente. Per questo come Noi Restiamo protestiamo contro questo ulteriore tassello nella gentrificazione della Bolognina, contro l’ennesimo esempio di speculazione a favore dei ricchi e alle spese delle fasce popolari”.

Sempre oggi, il tema delle difficoltà abitative incontrate dagli studenti è stato affrontato con un flash-mob sotto le Due torri, lanciato con il titolo “Bologna sold out”. Dai profili social del Cua: “Questa situazione non può continuare, vogliamo le case! Basta speculazione sui bisogni di studenti e studentesse!”.

(l’articolo prosegue sotto la foto)

Asia-Usb, infine, spiega che la giornata di ieri contro gli sfratti eseguiti dall’Acer si è conclusa “grazie alla solidarietà e la determinazione del presidio con una parziale vittoria: Carla e suo figlio saranno inseriti nel progetto di emergenza abitativa e lì verrà assegnato un alloggio temporaneo. Speriamo vivamente che queste promesse vengano mantenute e continueremo a monitorare la situazione e a spingere sulle istituzioni affinché garantiscano una soluzione dignitosa a Carla e suo figlio e mettano in campo finalmente un piano straordinario per affrontare l’emergenza abitativa in questa città!”. Asia, inoltre, replica così alla versione dei fatti fornita da Acer: “Non si sono verificate tensioni? Per il presidente dell’Acer Alberani l’uso di due camionette di antisommossa, due mezzi dei vigili del fuoco e diverse altre unità di forze dell’ordine non significa tensione… Gli ‘occupanti’ hanno lasciato in maniera volontaria l’alloggio?! Usare il piede di porco per sfondare la porta di casa e irrompere nell’appartamento con gli agenti in tenuta antisommossa significa proprio questo… Sempre secondo il presidente Alberani sono stati subito allertati i servizi sociali per fornire prima assistenza: la soluzione proposta dai servizi consiste, come accade spesso, nei dormitori (in questo caso addirittura a pagamento da parte degli inquilini). Questi a noi non sembrano ‘risultati straordinari’, per noi raggiungere il 40% di patrimonio abitativo pubblico rispetto all’edilizia complessiva messo effettivamente a disposizione dei cittadini potrebbe essere un risultato straordinario!”.

Sempre in merito a quanto accaduto, si registra anche la protesta dell’Usb Vigili del fuoco. I pompieri “salvano vite umane, non sfrattano anziane signore”, ha sottolineato il sindacato, ricordando che il decreto 139 del 2006 “ribadisce quali siano i nostri compiti: assicurare il soccorso pubblico, la prevenzione ed l’estinzione degli incendi. Sfrattare povere anziane, non sembra essere tra i nostri doveri”. Ieri, al contrario, “si è dovuto assistere ad una scena pietosa, che ha visto intervenire in forza i nostri uomini e mezzi, con ben due autoscale, per procedere ad uno sfratto di una anziana”.