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Nidi e scuole dell’infanzia, collaboratori in piazza: “Meritiamo rispetto”

Presidio oggi pomeriggio davanti al Comune, promosso da Sgb e Cobas: “L’amministrazione aumenta l’orario di lavoro e taglia i salari, ora basta!”. I Cobas, inoltre, invitano il personale a rifiutare l’incarico di referente Covid: “Vogliamo riaprire la scuola in sicurezza e in presenza, non allo sbaraglio”.

09 Settembre 2020 - 19:45
Foto Agenzia Dire

“Collaboratori nido e scuola dell’infanzia: il Comune di Bologna aumenta l’orario di lavoro e taglia i salari, ora basta!”. Presidio in piazza Maggiore, oggi pomeriggio, promosso da Sgb e Cobas alla vigilia della riapertura dei servizi educativi e scolastici.

“Non ce la facciamo fisicamente –  dice in piazza una collaboratrice dei nidi – non vengono presi in considerazione, per esempio, gli imprevisti. Può succedere qualcosa di imprevisto per cui il collaboratore o anche l’educatore si deve staccare. Gli imprevisti non sono neanche considerati e quindi si va a verificare che a un certo punto da qualche parte c’è una mancanza. La coperta è corta, da qualche parte qualcosa scapperà. Certamente il nostro impegno e’ non far scappare la sicurezza per i bambini, però qualcosa scapperà e questa e’ la nostra preoccupazione. Ce la metteremo tutta però dappertutto non ci arriviamo”.

Spiegano i due sindacati: “Con le nuove modalità di apertura e gestione di asili nido e scuole dell’infanzia si trasforma ancora il ruolo dei collaboratori. Con l’apertura a settembre nelle scuole dell’infanzia verrà affidato alle cooperative il pre e il post orario. I collaboratori termineranno il servizio alle 16,30 invece che alle 17,30 e, nonostante continueranno l’alternanza di orario ma perderanno l’indennità di turno (circa 120 euro), poichè il loro servizio non coprirà le 10 ore necessarie per acquisire il diritto previsto dal ccnl. Gli asili nido chiuderanno alle 17,45 mentre il personale collaboratore uscirà dal servizio alle 18,15 per avere il tempo necessario a sanificare gli spazi. In questi anni i carichi di lavoro sono aumentati enormemente e cosi come le mansioni e le competenze da svolgere, senza mai un adeguamento degli organici totalmente insufficienti. I collaboratori dei nidi e della scuola dell’infanzia erano già stati abbastanza maltrattati nel mese di luglio, quando non gli è stato riconosciuto il lavoro in remoto, pur avendo partecipato a gle, video per le famiglie, open day, corsi formazione, presenza in servizio (per accogliere i manutentori, ispezionare i locali, controllare materiale deperibile, ecc…), e altro ancora. A questi lavoratori e lavoratrici sono stati sottratti ferie, permessi e ore di straordinario, in quanto secondo la circolare emanata dall’amministrazione non avrebbero maturato le ore di monte ore necessario entro gennaio. Non è stata certo colpa loro se è arrivato il Covid e il conseguente lockdown. Anche in altre occasione il Comune ha mortificato i collaboratori, vogliamo ricordare quando venne concessa gratuitamente la card musei al personale dei servizi educativi e scolastici escludendo però i collaboratori. Solo grazie al nostro intervento e le numerose proteste il Comune si ricordò della loro esistenza! Il Comune si accanisce contro una figura fondamentale nel funzionamento dei servizi. I collaboratori di nidi e della scuola dell’infanzia partecipano attivamente alla crescita educativa dei bambini e vengono formati per supportare l’attività educativa e didattica. Ora basta, i collaboratori meritano rispetto. Sgb e Cobas chiedono il potenziamento degli organici per supportare gli aumenti dei carichi di lavori, ulteriormente incrementati con le nuove procedure di pulizia e sanificazione. Stabilizzazione del personale precario. Il salario già minimo (circa 1200 euro) non va tagliato!”.

Proprio ieri, intanto, si è tenuto un nuovo incontro tra sindacati e amministrazione comunale per discutere sulla riapertura dei servizi educativi e scolastici. Riferiscono sempre Sgb e Cobas: “Il Comune conferma le proposte già comunicate al precedente incontro aggiungendo un ulteriore potenziamento dell’appalto alle cooperative nelle scuole dell’infanzia. Ai collaboratori della scuola dell’infanzia che perderanno l’indennità di turno viene proposta una ulteriore trattativa sindacale  per giungere ad un eventuale accordo che compensi la perdita di salario. Questo senza specificare a quali condizioni e cosa dovrebbero concedere in cambio i collaboratori, un accordo truffa che potrebbe somigliare al ‘progetto nido’ delle educatrici. Vogliamo ricordare che l’amministrazione  non ha ancora retribuito alle educatrici il lavoro già svolto del progetto 2019 . Costretto dai fatti, verrebbe aggiunto un collaboratore part-time per i nidi piccoli. Nei nidi (13 o 14) con quattro collaboratori risulta di fatto impossibile gestire l’apertura del servizio. Resta ancora il dilemma di come  in tutti gli altri nidi  i collaboratori gestiranno tutte le operazioni di triage e sanificazioni in aggiunta ai già insostenibili carichi di lavori. Confermiamo la nostra posizione di contrarietà alla privatizzazione di pezzi di servizi della scuola pubblica. Assolutamente insufficienti i part-time collaboratori nido per supplire all’aumento di mansioni. Va rafforzato l’organico delle educatrici dei nidi nella fascia mattutina riducendo il rapporto numerico adulto/bambino. Alle insegnanti della scuola dell’infanzia viene sottratto il rapporto fondamentale con le famiglie interrompendo così la relazione genitore-bambino-insegnante. Il bambino diventa un pacco da prelevare e consegnare”.

I Cobas, nel frattempo, invitano il personale a rifiutare l’incarico di referente Covid nelle scuole. Scrive il sindacato: “In questi primi giorni dall’avvio dell’anno scolastico i dirigenti stanno individuando tra il personale i referenti Covid. Da diverse segnalazioni siamo venuti a conoscenza di nomine d’ufficio arbitrarie che cercano d’imporre l’incarico sulla base di una presunta obbligatorietà. Da mesi chiediamo la reintroduzione del medico scolastico in ogni scuola, è questa la figura che dovrebbe svolgere la funzione di referente Covid. Anche su questo aspetto fondamentale della riapertura delle scuole in sicurezza il governo si è dimostrato sordo e inadempiente scaricando sul personale scolastico la gestione del controllo epidemico e delle indicazioni di prevenzione che dovrebbe e potrebbe ben più proficuamente essere svolta da personale sanitario distaccato nelle scuole e interfacciato con i servizi di prevenzione delle asl e con i medici curanti. Non esiste per il personale scolastico alcun obbligo di svolgere tale funzione per cui non ha nessuna competenza specifica, rifiutarla è un gesto oggi di responsabilità e serietà, coerente con la richiesta di pretendere misure all’altezza della gravità della situazione. I dirigenti scolastici non possono imporre a nessuno l’incarico di referente covid, se lo riterranno opportuno potranno svolgere in prima persona tale compito di estrema responsabilità o fare sentire la propria voce contro una gestione dell’emergenza che scarica sulle scuole responsabilità gestionali che dovrebbero essere assunte da altri. Vogliamo riaprire la scuola in sicurezza e in presenza, non allo sbaraglio”.