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“Nessuno spazio ai fascisti”, verso il corteo del 24 [foto]

Ieri presidio comunicativo sotto le Due Torri in vista della manifestazione di sabato prossimo (alle 14 da piazza S.Stefano), promossa da Bologna Antifascista per tornare a chiedere la chiusura della sede di Casapound nel quartiere Murri.

18 Maggio 2014 - 16:06

DSC03472Dopo il presidio del 5 aprile e la seconda edizione di “Lunetta Rossa“, un altra tappa del lungo calendario di iniziative che, da mesi, vede i collettivi e spazi sociali riuniti in “Bologna antifascista” avvicinarsi alla data di sabato prossimo 24 maggio (alle 14 da piazza Santo Stefano), quando esattamente un anno e mezzo dopo la manifestazione che attraversò il quartiere Mazzini-Murri nel 2012, un nuovo corteo chiederà a gran voce la chiusura della sede di Casapound di via Malvolta.

DSC03471Musica e interventi si sono susseguiti sotto le Due Torri ieri pomeriggio, ricordando le tappe della mobilitazione nata quando fu resa pubblica l’apertura di quella che i neofascisti chiamano “circolo Elettra”, in alcuni locali di proprietà della famiglia Biagetti, titolari di un negozio di abbigliamento di lusso in via Emilia Levante, davanti a cui passerà il corteo della prossima settimana. I Biagetti hanno sempre detto di non aver saputo a chi stessero affittando, stipulando un contratto con tale “Associazione sole e acciaio”: uno dei tanti nomi attraverso cui Casapound cerca di mistificarsi e costruirsi una legittimità sociale, dalla quale a Bologna restano senza dubbio ben lontani.

DSC03470Ma gli antifascisti puntano il dito anche contro Comune e Quartiere Santo Stefano, che non hanno mai smesso di mettere a disposizione sale pubbliche alla propaganda dell’ultradestra: l’episodio più eclatante nel febbraio del 2o11, quando di fronte a oltre un centinaio di manifestanti che occuparono la sede del Baraccano dove si sarebbe dovuta tenere un’iniziativa dei fascisti del terzo millennio, l’amministrazione non seppe fare di meglio che offrire loro un’altra sala, in via San Mamolo.

Il corteo passerà anche davanti ad Atlantide,  a concreto rischio di sgombero: è inaccettabile, dicono gli attivisti, che si colpiscano esperienze sociali di autogestite attive da anni e con un ruolo imprescindibile in città mentre si lascia spazio a chi non ha mai smesso di fare proprie le ideologie contro cui ha combuttuto la Resistenza.

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