Acabnews Bologna

Nascono nuove reti di solidarietà

Parte Impliqué(e)s, collettivo di “attiviste e attivisti coinvolte in passato nelle lotte sociali bolognesi” e a cui “i tribunali presentano il loro sporco conto”. Al via inoltre una raccolta fondi per le persone condannate per quanto avvenuto in occasione della sortita di Salvini al campo Sinti di via Erbosa, nel 2014: “20.000 leghe di ricatto”.

05 Aprile 2022 - 13:15

“Le catene uniscono e respingono, imprigionano e connettono. Alcune catene privano della libertà, altre la fondano e curano. Ad alcune siamo costretta nostro malgrado, altre le costruiamo per sopravvivere nella lontananza che ci separa. Ci sono dunque catene che vanno rotte, altre che vanno protette e difese fino all’ultimo respiro. Siamo un gruppo di attiviste e attivisti coinvolte in passato nelle lotte sociali bolognesi. Ci unisce il profondo legame della solidarietà, ci dividono i chilometri che le nostre vite hanno percorso alla ricerca di un lavoro, di nuovi stimoli politici, di compagna di viaggio da aggiungere e raggiungere”. È quanto si legge su un comunicato pubblicato sul profilo Instagram Impliqué(e)s e rilanciato dal blog dell’Associazione di mutuo soccorso per il diritto di espressione.

Prosegue il testo: “A Bologna eravamo studente, universitari, lavoratore in nero, barista e cameriera, rider e facchino. Negli anni ci siamo unita a molte lotte per il diritto all’abitare ed allo studio, per un trattamento degno sul posto di lavoro e la difesa dell’ambiente, per avere strade e piazze sicure senza polizia. Dallo zapatismo abbiamo imparato a camminare domandando, dalle primavere arabe che ovunque sarebbe potuto essere Piazza Tahrir, dalla rivoluzione del Rojava ed i movimenti ecologisti e transfemministi che alla base di tutto ci sono l’amicizia e la cura. Questi anni di lotte per noi hanno significato, con tutti nostri limiti, abnegazione, speranza, paura, dubbio e coraggio. Hanno significato camminare e combattere -fin dove siamo riuscita – verso il giusto ed il vero. Oggi i tribunali presentano il loro sporco conto. La repressione, la giustizia degli ingiusti, viene a bussare alle nostre porte con le sue catene che imprigionano. Noi rispondiamo con le nostre che uniscono e liberano”.

“Per questo – si legge in conclusione –  abbiamo rinsaldato i nostri legami, nonostante gli anni, i chilometri e le montagne. Da qui ci chiamiamo a raccolta per costruire la solidarietà collettiva, da qui ci rivolgiamo a chi vorrà, anche solo per un attimo, stare al nostro fianco. Impliqué(e)s – Rete solidale costruisce dunque forme di solidarietà attiva, politica ed umana. È un progetto sviluppato da attivista delle lotte sociali bolognesi che si trovano a far fronte alle conseguenze repressive di molteplici mobilitazioni del passato. Ci occupiamo di organizzare eventi, raccolte fondi, campagne di solidarietà ed iniziative di supporto in risposta alle numerose condanne e richieste di risarcimenti con cui la “giustizia” dei tribunali risponde oggi alle nostre lotte per una vita degna”.

Un’altra iniziativa che ha preso il via in questi giorni riguarda una raccolta fondi per “dare sostegno a cinque giovani antirazzisti ingiustamente condannati per i fatti dell‘8 novembre 2014 a Bologna. L’obiettivo è raggiungere la quota di 20.000 euro, che rappresenta la folle richiesta di risarcimento per danni morali avanzata da Matteo Salvini e il suo partito”. Questo il link per contribuire.

Spiega il comunicato diffuso dalla pagina Facebook 20.000 leghe di ricatto – raccolta fondi solidale e condivisa anche dalla Rete dei Comunisti: “Nell’autunno del 2014 la Lega capitanata da Matteo Salvini si trovava in fase di grande ascesa e Bologna era stata designata come luogo simbolo della sua avanzata in tutta Italia. L’8 novembre dello stesso anno il leader della Lega, assieme a Lucia Borgonzoni e Alan Fabbri, aveva programmato una visita al campo sinti di Villa Erbosa. Un gruppo di manifestanti, per evitare di regalare l’ennesimo palcoscenico di propaganda razzista, si frappose fra il campo e la vettura di Salvini che, anziché indietreggiare, decise di avanzare a tutta velocità finendo per investire alcuni dei ragazzi presenti. I numerosi video della giornata pubblicati in diversi social non lasciano molto spazio all’interpretazione: l’auto, inizialmente ferma, a un certo punto accelera in maniera improvvisa verso i manifestanti! Sulla base di questi fatti la procura ha deciso di procedere solo nei confronti di coloro che si erano uniti alla popolazione sinti nel tentativo di respingere questo squallido gesto di sciacallaggio. Oggi, all’inizio del 2022, si consuma la vendetta di Salvini e del suo partito. Un’ occasione che evidentemente la Lega intende sfruttare per fare cassa, visto che Matteo Salvini, Lucia Bergonzoni e Alan Fabbri si erano costituiti parte civile chiedendo a risarcimento somme superiori a 200.000 euro, cifra esorbitante per i fatti della giornata! La Corte d’Appello con sentenza del 28 febbraio 2022 ha ridimensionato la richiesta, ma condannato giovani ragazzi/e, comunque, a pene elevatissime se considerate in relazione alle dinamiche della giornata (tra i due mesi e un anno e mezzo di reclusione). Inoltre, alla pena detentiva si aggiunge il ricatto di quella pecuniaria, che vede gli imputati costretti a risarcire la Lega e i suoi esponenti coinvolti di una somma folle pari a 20.000 euro per danni morali! Si tratta di una cifra da capogiro se fatta gravare sulle spalle di una manciata di giovani precari, colpevoli semplicemente di essersi messi in gioco in prima persona per difendere l’idea di un mondo equo e senza razzismo”.

Concludono le attiviste e gli attivisti. “Di fronte a questo vergognoso attacco facciamo appello a tutte e tutti, realtà organizzate e singole individualità, che in questi anni si sono battute/i, con forme e modi differenti, contro le politiche e le retoriche fascio-leghiste. I ragazzi condannati sono lavoratori precari senza santi in paradiso e senza patrimoni che possano aiutarli a far fronte ad una simile somma di risarcimento, vigliaccamente pretesa da personaggi che di certo non hanno problemi di portafogli. In tali circostanze la solidarietà non solo rappresenta l’unico strumento per far fronte a questa sentenza, ma costituisce anche messaggio di speranza per chi in futuro si troverà a lottare contro le ingiustizie”.