Dopo una giornata di rivendicazione che a Imola ha visto la partecipazione di collettivi, sportelli antisfratto e sindacati di base della regione. “Il diritto all’abitare è un tassello fondamentale della lotta più generale per rivendicare diritti e libertà per tutti/e”.
Dopo la giornata di rivendicazione del diritto all’abitare indetta da Asia-Usb – Bologna, Sportello Antisfratto csa Brigata 36 – Imola, Comitato Difesa Sociale – Cesena e Sportello Antisfratto csa Spartaco – Ravenna, nasce la Rete di lotta per la casa Emilia Romagna.
Il 29 marzo a Imola ha infatti avuto luogo un’intensa giornata di mobilitazione che ha portato collettivi, sportelli antisfratto, sindacati di base ed individualità da tutta l’Emilia-Romagna ad incontrarsi e a confrontarsi sul tema.
Sia al presidio della mattina che durante l’assemblea del pomeriggio si è ribadito che l’emergenza casa coinvolge sempre più persone ed è necessario reagire non solo per riaffermare con fermezza il diritto alla casa, ma anche per contrastare la privatizzazione dei beni comuni e la precarizzazione delle vite.
Il diritto all’abitare è infatti uno dei tasselli principali della lotta più generale da portare avanti per rivendicare diritti e libertà per tutti/e e per riappropriarci delle nostre vite. Il primo passo di questo percorso conflittuale non può che essere quello di ricreare un blocco sociale di opposizione composto da tutte quelle persone che subiscono sulla loro pelle le politiche scellerate delle Istituzioni.
È necessario ricostruire il tessuto sociale che si è disgregato negli anni, reclamando con forza il controllo sull’uso delle risorse pubbliche sottrattoci da sistemi di potere sempre più verticisti.
Aprire sportelli antisfratto nelle città dove l’emergenza casa è sempre più esplosiva ed attuare occupazioni abitative sono non solo esigenze fondamentali per poter vivere dignitosamente, ma un primo passo per lottare contro lo sfruttamento sistematico e istituzionalizzato che impone vite sempre più alienanti e spesso impoverite dalla perdita del lavoro e dalla precarietà. Anche i diritti delle persone migranti passano attraverso la rivendicazione del diritto alla casa, per lottare contro le discriminazioni, le privazioni dei diritti umani e lo sfruttamento del lavoro nero migrante.
È fondamentale contrastare le “risposte” date al problema casa dalle Istituzioni nazionali e locali, a partire dall’ultimo piano casa ideato da Renzi e Lupi, che mirano soltanto a monetizzare la gestione edilizia utilizzandola come uno strumento di controllo sociale attraverso un sistema di potere che vede intrecciarsi legami perversi tra politici, palazzinari, cooperative edili, banche.
Le realtà regionali che si sono incontrate nella giornata del 29 marzo ritengono necessario coordinarsi da subito per creare una rete che dia maggiore visibilità e forza alle lotte portate avanti nei territori.
Nasce dunque la “Rete di lotta per la casa Emilia-Romagna” per rivendicare il blocco degli sfratti, il blocco delle alienazioni e delle privatizzazioni delle risorse pubbliche, la requisizione dell’immenso patrimonio sfitto, anche attraverso il riuso e l’auto-recupero degli alloggi inutilizzati, un controllo popolare delle risorse pubbliche, la contrarietà allo sperpero di risorse in grandi opere inutili.
Rete di lotta per la casa Emilia-Romagna