La vittima, un operaio dell’est Europa con problemi di salute, nel 2016 fu colpito da un malore dopo ore di fatica con la zappa. Il gip ha disposto il giudizio per il responsabile dell’azienda agricola: omicidio colposo e violazioni del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro.
Al termine della giornata di lavoro fu colpito da un malore che gli provocò un’arresto cardiaco e morì. Per quel decesso, avvenuto il 24 giugno del 2016, il suo datore di lavoro ora andrà a processo per omicidio colposo e violazioni del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro. La vittima era un operaio originario dell’est Europa. L’imputato è un 51enne ferrarese, titolare di un’azienda agricola della provincia di Ferrara che gestiva una parte di fondo agricolo di proprietà di un’altra azienda a Tavernelle, frazione del Comune bolognese di Calderara di Reno, dove si verificò la tragedia. Secondo quanto ricostruito nelle indagini, l’imputato non avrebbe fornito al lavoratore l’abbigliamento adatto, non avrebbe programmato delle pause adeguate nonostante una temperatura massima di quasi 35 gradi, non gli avrebbe messo a disposizione acqua e sali minerali a sufficienza e non gli avrebbe dato il materiale informativo sui rischi che correva a causa del gran caldo. L’operaio, che per giunta lavorava per la ditta in situazione di irregolarità amministrativa, formalmente sanata solo dopo l’accaduto, era affetto da patologie gravi come diabete e cirrosi epatica: morì dopo aver svolto per l’intera giornata mansioni di “diserbo manuale”, lavorando quindi con una zappa per tutto il giorno in condizioni climatiche estreme a causa del caldo e della fortissima radiazione solare. Ma secondo il gip, che ha disposto il rinvio a giudizio del titolare dell’azienda, la morte del lavoratore sarebbe dovuta anche alla negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro dello stesso imputato. A parere del gip, in sostanza, il datore di lavoro avrebbe affidato all’uomo un lavoro molto pesante, che date le condizioni climatiche e i suoi problemi di salute lo esponeva a pericoli notevoli, senza che nel Documento di valutazione dei rischi aziendale fossero previste delle procedure per prevenire i rischi legati all’esposizione dei lavoratori alle alte temperature di quel periodo. Inoltre, l’imputato non avrebbe nemmeno applicato quanto previsto dal documento.